Se la 'ndrangheta entra al Pirellone

L'assessore arrestato per voti mafiosi affonderà la Regione Lombardia? A colloquio con Giulio Cavalli, consigliere regionale lombardo e regista anti-mafia.

12/10/2012
Domenico Zambetti, assessore alla Casa della Regione Lombardia arrestato(foto Ansa). In copertina, l'assessore con Formigoni (Fotogramma).
Domenico Zambetti, assessore alla Casa della Regione Lombardia arrestato(foto Ansa). In copertina, l'assessore con Formigoni (Fotogramma).

    Da attore e regista teatrale di denuncia, Giulio Cavalli parla da anni di 'ndrangheta in Lombardia. Consigliere regionale di minoranza per Sel, dal 2010 siede nella stessa aula consiliare dell'assessore alla Casa Domenico Zambetti, arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di aver pagato 200 mila euro a esponenti delle cosche per 4 mila voti di preferenza, decisivi ai fini della sua elezione nello stesso 2010. Cavalli al Pirellone ci va con la scorta, a causa di tutte le minacce ricevute per i suoi spettacoli e ora anche per la sua attività politica: "Essere in Consiglio regionale è ancora più pericoloso", sostiene.

    Nella conferenza stampa per l'arresto di Zambetti, il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, capo della Dda, ha detto: "E' la prima volta che un voto di scambio viene accertato durante le indagini", aggiungendo che quanto è successo "è devastante per la democrazia". L'articolo del codice penale alla base dell'arresto è il 416 ter, "che punisce chi chiede i voti alle cosche e in cambio paga". Ormai la Regione Lombardia ha toccato quota 14 tra arrestati e indagati. Lo stesso governatore Formigoni è indagato per corruzione aggravata e finanziamento illecito. Fatte salve tutte le presunzioni di innocenza, da molte parti si invoca un rinnovamento che passi da nuove elezioni regionali. Che al momento non risultano in programma. Commenta Giulio Cavalli: "Credo che Lega e Pdl abbiano già un accordo, ma hanno messo insieme un teatrino in cui la Lega, per sopravvivere, deve fingere di alzare la voce, e come sempre alza i toni e mai i contenuti. Formigoni continua il mandato perché sa che il suo progetto di leadership nazionale è crollato dopo tutti gli ultimi eventi, e da buon andreottiano sa benissimo che il balsamo della riabilitazione politica è il tempo".

    Cavalli, l'ha sorpresa l'arresto dell'assessore Zambetti con questa accusa?

    "No. La Commissione parlamentare antimafia, per bocca di Angela Napoli (che è membro di Fli, quindi non certo di centro-sinistra), aveva già parlato di otto uomini all'interno della Regione Lombardia eletti con i voti della 'ndrangheta. Inoltre si sapeva chiaramente che l'"operazione Infinito" (che nel 2010 mostrò un'ampia presenza di clan in più zone lombarde, ndr) andava a toccare la "zona grigia", ma mancavano i nomi e i cognomi dei collettori e della cerniera con il "terzo livello". Quindi era inevitabile che le indagini sarebbero arrivate lì".

Giulio Cavalli in scena (foto Periodici San Paolo). L'11 dicembre debutterà al Teatro della Cooperativa di Milano il suo spettacolo "Duomo d'onore".
Giulio Cavalli in scena (foto Periodici San Paolo). L'11 dicembre debutterà al Teatro della Cooperativa di Milano il suo spettacolo "Duomo d'onore".

Nel 2009 mi disse "L'infiltrazione mafiosa in Lombardia non è nei centri nevralgici del potere". E oggi?

"Oggi, per la frantumazione del senso dell'etica e della responsabilità, sono i centri nevralgici del potere, che siano politici o imprenditoriali, che vanno a cercare la 'ndrangheta. Il caso avvenuto in Lombardia secondo me è molto significativo, perché si tratta di un politico che bussa alla porta della 'ndrangheta per ottenere un servizio. Un po' come quel pezzo di imprenditoria che bussa per ottenere appalti o liquidità. Allora, a questo punto non è più la mafia che si infiltra nella politica, è la politica che si infiltra nella mafia".

L'intercettazione ambientale dei due "esattori" di Zambetti è impressionante. Che cosa la colpisce?

"Loro hanno una concezione che è rimasta immutata dopo il '92, e anche molto simile alle parole di Bernardo Provenzano e di altri: la concezione che i politici siano al loro servizio, unita alla soddisfazione di poter esercitare prepotenza su un potere che evidentemente spesso hanno invece visto come nemico. Poi, secondo me, c'è nelle vittime (per quanto possiamo considerare Zambetti una "vittima") un'incredibile e gravissima mancanza di capacità nel cogliere la situazione che si è venuta a creare. Mi chiedo se un politico come Zambetti, un assessore di una Regione così importante come la Lombardia, possa immaginare quali risultati produca chiedere un favore a "famiglie" di questo tipo. Evidentemente no, visto quello che si legge".

Risultano inoltre evidenti le manovre mafiose per infiltrarsi nell'Expo.

"Anche su questo punto, è qualcosa che sto dicendo da mesi. C'è stata un'inchiesta sul clan di Ciccio Valle. Ricordo un'intercettazione in cui si parlava dell'acquisto di un terreno per farci poi un'attività commerciale in previsione di Expo. E noi, in Consiglio regionale, non sapevamo ancora quali fossero i confini di Expo. Allora sembra che, soprattutto la 'ndrangheta, in Lombardia abbia notizie di prima mano dalla politica prima ancora che diventino politica, prima che passino dalle aule consiliari, cioè dai luoghi di dibattito e di democrazia. Se non sono notizie di prima mano, una visione un po' più pessimistica ci potrebbe far dire che sono loro i suggeritori di alcune iniziative politiche. Il problema di Expo, secondo me, non sta tanto nelle regole e solo nelle regole. Sta, come per tutti questi grandi eventi, nello spessore etico e morale della classe dirigente".

Impressiona anche che le cosche riescano a controllare migliaia di voti.

"Questo non dovrebbe stupire, perché in realtà è la sconfitta dei cittadini onesti. Io dico spesso che per combattere la mafia non serve l'anti-politica: serve l'ultra-politica. Ad esempio, il fatto che lo strumento delle preferenze non venga usato dai cittadini onesti, permette alla 'ndrangheta di riuscire a vincere in un campo perfettamente democratico, e seguendone le regole. Se la 'ndrangheta riesce a cogliere le opportunità democratiche degli strumenti elettorali più dei cittadini onesti, il problema secondo me è che ci sarebbe bisogno di ultra-politica. Vede, le informazioni che ho io sono disponibili per qualsiasi politico voglia sapere, non ho canali preferenziali. Semplicemente, me ne occupo da tempo. Il problema principale per alcuni politici (ma direi anche per alcuni cittadini, altrimenti perpetuiamo questa distinzione) è che sono ricattabili. In secondo luogo, il muscolo della curiosità va esercitato. In questo Paese ce ne siamo un po' dimenticati".

In Regione Lombardia ci sono 14 tra indagati e arrestati (foto Fotogramma).
In Regione Lombardia ci sono 14 tra indagati e arrestati (foto Fotogramma).

Da consigliere regionale, cos'ha capito in più rispetto a prima?

"Diciamo che ho visto dal vivo i protagonisti dei miei spettacoli. In realtà, quando facevo solo teatro mi accusavano di essere un teatrante troppo politicizzato, oggi mi accusano di essere un politico troppo teatrale. Tutto quello che sta succedendo qui è molto teatrale, c'è moltissimo da raccontare, perché sono i personaggi che si ripetono, sono come eterne maschere della commedia dell'arte. Per esempio, il faccendiere Daccò non è diverso dall'"amico degli amici" di cui parlava Buscetta nella politica siciliana. Secondo me tutto è tragicamente molto drammaturgico".

Cavalli, lei perché si è candidato alle regionali del 2010?

"Perchè credo nella politica, anche se oggi è in una fase che fa rizzare i capelli in testa. Certo, questa fede nella politica è molto legata alle mie battaglie e denunce precedenti sulla trasparenza, sulla legalità. Però, siamo riusciti a rimuovere un direttore dell'Asl (Pietrogino Pezzano, fotografato con alcuni boss calabresi, ndr) come l'Asl 1 di Milano, la più importante d'Italia e forse d'Europa per dimensioni e fatturato, ed è riuscito a farlo un consigliere regionale come me, di un minuscolo gruppo di minoranza, senza bisogno di rinvii a giudizio, ma parlando di fatti, portati in aula consiliare. Allora significa che la politica può essere anche uno strumento" .

Rosanna Biffi
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Postato da clagio il 13/10/2012 15:46

Lunedì scorso ho molto apprezzato il card. Scola con i suoi interventi e le risposte a Gad Lerner in ricordo del Concilio Vaticano II e mi sono chiesto: possibile che una Mente così lucida e puntuale sia infervorata dai principi di Comunione e Liberazione? Senz'altro conosco poco o niente di C.L. ma il comportamento di certi suoi personaggi di prim'ordine con la loro "arroganza" non mi spinge certo ad avvicinarmi al movimento. Anzi mi chiedo perchè il card. Scola, che so avere avuto qualche debole critica, non urla contro il comportamento di Formigooni, Simone, betulla Farina, il giornale Tempi ...........

Postato da Rodolfo Vialba il 13/10/2012 09:12

Conosco bene il sistema politico della Regione Lombardia per averlo frequentato per molto tempo e altrettanto bene conosco il personale politico dai consiglieri regionali agli assessori della Giunta oltre, naturalmente, la struttura dirigenziale ai vari livelli. In ragione di ciò convengo con molte delle considerazioni di Cavalli a cui ne aggiungo due: 1) Soltanto le anime nobili e pie potevano pensare che a seguito dell’arresto dell’Assessore Zambetti la Lega avrebbe messo in crisi la maggioranza che regge il Governo della Lombardia e aperta la strada delle elezioni anticipate. Così finora non è stato perché la Lega non solo è parte della maggioranza regionale, e dunque corresponsabile del clima che si e determinato, ma è ugualmente compromessa alla pari del PdL in quanto anche suoi uomini sono indagati. La Lega dunque non è diversa da Formigoni e dal PdL essendo pure lei preoccupata, anzi sicura, che dalle elezioni non uscirà certo la conferma della maggioranza di centro destra ma la sua sconfitta. 2) Oltre 17 anni di governi Formigoni in Lombardia, oltre ad essere una anomalia istituzionale per l’Italia che fanno assomigliare la Lombardia al regime del venezuelano Hugo Chàvez, non hanno solo consentito che la politica divenisse ciò che le indagini della magistratura mettono in luce, ma hanno permesso a Comunione e Liberazione, meglio sarebbe dire che Formigoni ha imposto, che gli uomini di C.L. fossero presenti in tutti i livelli dirigenziali e decisionali della struttura burocratica della Regione, realizzando di fatto una struttura pienamente funzionale alle esigenze del Presidente e della politica, non a quelle dei cittadini e della società lombarda. Chi vincerà le prossime elezioni di questo dovrà farsi carico, in quanto non basta cambiare la maggioranza politica che governa la Lombardia se non si cambia la struttura burocratica che ha sostenuto la maggioranza precedente. Vorrei infine e modestamente dare due suggerimenti a Cavalli in quanto rappresentante di una forza politica di opposizione che aspira, giustamente, a divenire maggioranza: 1) in vista delle elezioni non sia lui tra coloro che aiutano l’opposizione, o se si vuole la sinistra, a farsi male da sola esaltando più quanto divide le diverse forze politiche, che di norma sono solo ragioni ideologiche, che non quanto unisce, che è sempre il bene comune delle persone e della Lombardia, 2) che anche lui eviti di fare il processo alle intenzioni, prassi che in politica è spesso seguita ed è fonte di immotivati e irragionevoli scontri, ma guardi i fatti per quelli che oggettivamente sono e la credibilità, o meno, delle persone che li evidenziano e li propongono all’attenzione. Cavalli mi consentirà di richiamare, in proposito e a titolo di esempio, la vicenda che ha coinvolto il Direttore Sociale della ASL di Pavia, costretto alle dimissioni, con un sommario processo alle intenzioni, perchè non organico alla struttura burocratica della Regione.

Postato da luciocroce il 13/10/2012 08:09

In una riunione tenutasi qualche sera fa alcuni amici, discutendo dello sfascio (morale, innanzitutto) in cui versa il Paese e volendo evidentemente addolcire la pillola per noi credenti, ripetevano ancora il leit-motiv secondo il quale non sono mica solo i cattolici a comportarsi male, anche il comportamento degli "altri" sarebbe sullo stesso piano. Ora, ammesso pure che sia vero, che la frequenza e la gravità delle malversazioni dei "nostri" sia paragonabile a quella degli "altri", può mai essere, questa, una giustificazione accettabile? Gli "altri" sono "altri", i cattolici, proprio perchè tali, avrebbero dovuto - e dovrebbero - comportarsi con maggior senso etico; parliamo sempre di valori: non ci sono valori da rispettare pure nel campo della politica? Se l'albero si giudica dai frutti, sorge qualche dubbio sulla bontà dei nostri alberi...Cordiali saluti lucio

Postato da babi il 12/10/2012 22:07

Questa notizia mi ha colpita moltissimo; non sono passati molti anni dal giorno in cui il mio ex-socio in affari mi ha proposto l'adesione alla "Compagnia delle opere" con queste parole: " Non devi fare niente, non ci costa niente, solo una cena sociale all'anno e poi votare chi ti dicono loro alle amministrative; sono gente in gamba e poi guarda che vantaggi per la ditta: sconti su prodotti e servizi di ogni genere e tipo, e poi il trattamento agevolato del Banco San Paolo .... e poi ti ripeto non ci costa niente ..." Sono una che ha vissuto al tempo del liceo l'esperienza esaltante di Comunione e Liberazione, ne sono uscita all'unizio dell'università con gli ideali fatti a pezzi dalla cosiddetta "convenienza" della tua parte politica. Certo la Compagnia delle Opere non è la mafia e nemmeno la 'ndrangheta ... ma il principio che sta sotto il meccanismo è lo stesso : io lo chiamo comnpravendita di voti.

Postato da lettore02 il 12/10/2012 18:03

Ragaaaazi ma avete visto che roba FC per sapere qualche cosa sulla malavita nelle istituzioni lumbarde va da un estremista di Sel? I modereti, i celesti invece vano direttamente alla fonte chiedono al padrino. Si è proprio ribaltato il mondo, bisognerà avvisare il cardinale Scola; meglio Vendola di Formigoni

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