29/01/2012
Il servizio di una Tv indiana sullo scandalo delle isole Andamane.
Ci sono turisti che vanno in cerca
di templi, moschee, e resti di antichi splendori. Altri preferiscono spiagge
bianchissime e mare cristallino, o l'emozione delle alte vette. Altri ancora
fanno lunghe file per entrare nei musei e nelle gallerie d'arte. Ma ci sono
anche turisti disposti a pagare per vedere una donna ballare nuda in mezzo alla
strada.
Succede in India, per esempio, e si chiama “safari umano”. Molte delle
foreste tropicali del subcontinente sono infatti abitate da comunità di
aborigeni, popolazioni di origini antichissime, il cui stile di vita è rimasto
immutato: vivono di caccia, pesca, agricoltura o piccolo artigianato,
organizzati in clan o tribù. Sono i preziosi custodi di tradizioni e culture
millenarie: la lingua, la spiritualità, la storia di queste popolazioni tribali
sono a pericoloso rischio d'estinzione.
Ma non è questo ad attirare il turismo,
bensì il fatto che la maggior parte di queste tribù – se ne contano quasi 700
nel subcontinente – viva libera da ogni pudore. E spesso, lungo le strade che attraversano
le foreste, gli spregiudicati turisti riescono a convincere, per una scatola di
biscotti o una manciata di rupie, donne e uomini seminudi a ballare per loro.
Davanti a questo indegno spettacolo, scattano foto e riprendono filmati da
mostrate a parenti e amici al termine del loro macabro safari. Uno di questi
video, girato alle Isole Andamane, è finito su YouTube (“Jarawa
Tribe dancing for tourists in exchange for food” -
http://www.youtube.com/watch?v=JpVZ2e99gdQ), e ha fatto
scoppiare lo scandalo. Anche perche' sembra che dietro alla telecamera ci fosse
un poliziotto.
Le autorità, naturalmente, smentiscono, ricordando che la legge
indiana protegge i diritti e l'integrità degli aborigeni. Ma evidentemente, non
abbastanza da impedire lo sviluppo di questa deplorevole perversione turistica.
Quello delle Andamane, infatti, non è un caso isolato. Nello stato dell'Orissa,
a Nord-Est del paese, sembra che su 50.000 turisti annui, 5.000 si dedichino ai
“safari umani”. Tanto che il Ministero del turismo ha dovuto vietare l'accesso a
certe aree.
Marta Franceschini