12/11/2011
Per la prima volta la criminalità organizzata conquista un posto ufficiale nell’agenda dell’UE, che dovrà istituire una Commissione parlamentare Antimafia europea e dovrà tutelare le vittime, i testimoni e i collaboratori di giustizia. I condannati non saranno più eleggibili in Parlamento, i patrimoni illeciti saranno confiscati in tutto il continente e il reato di associazione mafiosa sarà introdotto in tutti gli Stati membri.
Tali dirompenti novità sono previste dalla prima Risoluzione sulla criminalità organizzata, approvata – quasi all’unanimità - dal Parlamento Europeo, con consensi trasversali tra gruppi politici differenti e talvolta opposti: socialisti e conservatori, popolari e comunisti, verdi e liberali. L’ideatrice dello storica risoluzione è Sonia Alfano, euro-parlamentare dell’Italia dei Valori e presidente dell’Associazione Familiari Vittime della Mafia. Un provvedimento fortemente simbolico dedicato dalla parlamentare proprio alle centinaia di vittime innocenti e di eroi italiani, come il padre, il coraggioso cronista siciliano Beppe Alfano, assassinato dalla mafia nel 1993, a pochi passi della sua abitazione di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
Il rapporto Alfano nasce dall’intento di individuare efficienti
strumenti per combattere la criminalità organizzata nell’Unione Europea.
Da tanti anni, infatti, Cosa Nostra, Camorra, Ndrangheta e Sacra Corona
Unita (talvolta anche con la collaborazione dei clan stranieri)
spadroneggiano nel nostro continente, riciclano i capitali illeciti,
inquinano l’economia legale, condizionano la vita politica, alterano il
sistema degli appalti, gestiscono il narco-traffico e il racket delle
estorsioni, ordinano delitti e stragi.
Nonostante la gravità della minaccia globale, l’Italia è l’unico Stato
europeo con una legislazione all’avanguardia che disciplina
specificatamente il reato di associazione di tipo mafioso. Ora, dopo
l’approvazione della risoluzione del Parlamento Europeo, ogni Stato
membro dovrà prevedere tale fattispecie di reato e la legislazione
comunitaria dovrà essere uniforme.
Come annunciato, sarà istituita una Commissione antimafia europea, sul
modello della Commissione parlamentare italiana d’inchiesta sul fenomeno
mafioso, nata negli anni Sessanta sulla scia dell’emozione per la
terribile “strage di Ciaculli”.
Inoltre, una “Superprocura europea” integrerà la Corte europea di
Giustizia e, nello stesso tempo, potenzierà Europol, Eurojust e
l’Ufficio antifrodi. Particolare attenzione e rigore saranno dedicati
alla lotta contro le ecomafie e alla confisca dei patrimoni illeciti,
che non sarà più una peculiarità soltanto italiana.
Una parte importante della Risoluzione impegnerà il Parlamento europeo a
disporre l’ineleggibilità dei candidati condannati per reati di mafia,
per favoreggiamento e per corruzione. Tale divieto dovrebbe essere
esteso anche ai singoli parlamenti nazionali. Tra gli altri impegni, l’Unione Europea dovrà equiparare le vittime della mafia alle vittime del terrorismo e dovrà tutelare adeguatamente i testimoni di giustizia, gli informatori, i collaboratori di giustizia e le loro famiglie.
Sonia Alfano è visibilmente soddisfatta per l’approvazione della
Risoluzione: “Il crimine organizzato è una delle principali minacce per
la libertà e per la sicurezza dei cittadini europei. Per la prima volta,
in Europa, si fa esplicito riferimento alle mafie e alla necessità
di forme di contrasto specifiche e transnazionali. Oggi, infatti, le
organizzazioni criminali non conoscono confini, al contrario delle
autorità investigative e giudiziarie, per le quali esistono ancora
enormi ostacoli, che possono essere superati attraverso l’armonizzazione
delle legislazioni degli Stati membri, la cooperazione e il
riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie”.
Pietro Scaglione