Assisi, fede e laicità a confronto

L'annuala Corso di Studi della Pro Civitate Christiana con Rodotà, Bianchi, Fouad Allam, Forgione e Rita Borsellino.

23/08/2010
Il magistrato Francesco Forgione.
Il magistrato Francesco Forgione.

“Passione laica e profezia” nel campo della famiglia, della politica e della fede. Se ne parla alla Cittadella di Assisi, dove si svolge in questi giorni il 68° Corso di Studi Cristiani organizzato dalla Pro Civitate Christiana con la comunità di Bose e l’editrice Queriniana.

     Interrogarsi sulla laicità oggi è di grande attualità se pensiamo alla scelta coraggiosa di Obama di dare il via libera alla moschea a Ground Zero o al dibattito in corso sul testamento biologico. Sabato scorso ne hanno discusso il giurista Stefano Rodotà, il sociologo algerino Khaled Fouad Allam e monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso. 

    “Laico in quanto autonomo” ha esordito Rodotà citando una definizione di monsignor Luigi Bettazzi. Bregantini ha definito invece la laicità “il colore della vita”, aggiungendo però che “più forte è luce che viene dal cielo e più belli sono i colori”. Insomma, fede e laicità non sono contrapposte. Fouad Allam ha allargato il discorso all'Islam ricordandoci come purtroppo si stiano registrando dei passi indietro sulla laicità, praticata ad esempio a Baghdad nell'XI secolo quando c'erano ministri cristiani ed ebrei. “Se penso al velo islamico” ha detto Fouad: “Mio padre quando sposò mia madre nel 1947 le chiese di toglierselo, oggi accade troppo spesso il contrario”.

     La platea dei partecipanti, circa 300 persone da ogni parte d'Italia, si è scaldata poi nel pomeriggio di sabato con l'intervento del magistrato Francesco Forgione: “Non abbiamo bisogno di supereroi per combattere la mafia, ma di tante persone coraggiose che si ribellano al pizzo. Abbiamo bisogno di costruire un'antimafia sociale”.  

    Ieri ha approfondito il tema “Il cristiano e la polis” il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi. La Comunità  ha annunciato di aver acquisito il Monastero di San Masseo ad Assisi che, dopo i lavori di ristrutturazione già iniziati, ospiterà una nuova fraternità.   Oggi dibattito all'insegna dell'ecumenismo con una pastora battista, un archimandrita greco-ortodosso, un antropologo e una teologa morale, mentre domani si chiude all’insegna della passione politica con l'eurodeputata Rita Borsellino, Flavio Lotti, coordinatore della “Tavola della Pace” e Gian Enrico Rusconi, sociologo politico.

Gabriele Salari
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da giumess il 01/09/2010 07:17

Il leader libico Col. Gheddafi ci ha dato una prova di come non bisogna intendere la relazione tra laicità e fede, anzi di come per gli integralisti necessariamente la fede vada disgiunta dalla laicità: per lui la fede è propagatio, diffusione, necessità di affermazione quantitativa, per chi correttamente la interpreta, in ispecie per il cristiano, essa è amoris effusio, che esclude qualunque forma di rivendicazione di superiorità o di specialità, piuttosto prestandosi a servire nel segno della fratellanza. Gheddafi, purtroppo, dista dalla fede intesa come amore ben più del mare nostrum che divide la Libia dall'Europa cristiana.
Giuseppe Messina

Postato da giumess il 28/08/2010 14:02

La laicità è il veicolo di trasmissione, di contagio, di acquisizione, di appropriazione della fede, quando la fede diventa non patrimonio integrale della persona, sibbene disposizione a vivere il comandamento dell'amore e, quindi, ad interpretare la Parola di Cristo secondo l'insegnamento della Croce. Laico è il cristiano per costituzione, non potendo esserlo se non attraverso il pieno consivolgimento di tutto se stesso nell'alterità e con l'alterità. E non già per affermare se stessol le sue idee, la sua stessa fede, ma per realizzare il comandfamento dell'amore, nel cui compimento è riposta ogni possibilità di germoiglio della fede.

Postato da Celso Vassalini il 25/08/2010 17:20

Riflessioni dal Partito di Alleanza di Centro: a nuotare s’impara nuotando, a fare politica s’impara impegnandosi. - Celso Vassalini “C’è chi pensa che la politica sia un’arte che si apprende senza preparazione, si esercita senza competenza, si attua con furberia”. Queste parole non le ha dette un leader dell’antipolitica, ma don Luigi Sturzo cinquant’anni fa (Il Popolo, 16 dicembre 1956). Oggi, il fossato tra società civile e istituzioni democratiche, tra i cittadini e quella che ormai è indicata con il nome spregevole di casta si è allargato smisuratamente. La politica è ammalata. Dunque, per prepararsi a fare politica, la prima cosa da fare è pensare di guarirla. Come? La politica non s’impara sui banchi. O meglio: lo studio ci vuole, ma non basta. A nuotare s’impara nuotando. A fare politica s’impara impegnandosi. Ciò significa prepararsi contemporaneamente su due piani: su quello dell’intelligenza critica e su quello dell’azione profetica. Bisogna chiedersi anzitutto perché la politica è ammalata. La ragione di fondo è che essa ha perduto la sua tensione ideale, ha smarrito il suo fondamento etico. Ora, il fine della politica è il bene comune, cioè la politica è l’arte di unire tutti nel rispetto delle diversità. Ma, come riuscirvi se prima non si colma il deficit etico delle nostre democrazie? Per restituire un’anima alla politica, occorre ripartire dalle fondamenta. Una delle grandi ambizioni della democrazia moderna era che si sarebbe alimentata autonomamente e spontaneamente da se stessa. Questa aspirazione - commenta Norberto Bobbio - non si è realizzata: la storia ha dimostrato che la democrazia non è in grado di autoalimentarsi, non è autosufficiente. Mons Luciano Monari nostro Vescovo va oltre e afferma che il sistema democratico non può conservare le proprie risorse morali senza l’aiuto della coscienza religiosa. In altre parole, lo Stato democratico, da un lato deve evitare di trasformare la sua laicità in una sorta di religione (laicismo), dall’altro senza divenire Stato etico o confessionale, non può fare a meno del contributo che la coscienza religiosa dà alla formazione e al consolidamento del tessuto della società. La storia recente conferma il contributo rilevante che la religione dà alla difesa della democrazia: basti pensare alla parte da essa avuta nell’abbattimento del Muro di Berlino, nella sconfitta delle dittature in America Latina o nella lotta alla mafia che questo Governo sta con successo concretizzando. “Solo Stati autenticamente laici in cui la laicità non sia una religione alternativa di Stato ma uno spazio di libera espressione garantita a tutte le confessioni religiose, potranno favorire la convivenza e al tempo stesso l’apporto delle religioni all’arricchimento del tessuto etico della società. Si delinea un suggestivo intreccio: la laicità dello Stato garantisce la libera espressione e convivenza delle religioni, ma le libere espressioni della esperienza religiosa garantiscono il necessario apporto etico alla democrazia e la stessa laicità” Dunque, la realizzazione di una buona politica dipende pure dalla maturità con cui i cristiani si pongono nei confronti della democrazia, rispettosi della sua laicità. Oggi è possibile realizzare questo incontro tra cristiani e laici, senza tuttavia nascondersi le difficoltà di un dialogo spesso strumentale e i rischi del relativismo etico. Infatti, democrazia laica e cristianesimo hanno in comune fondamentali esigenze etiche, a cominciare dai valori di libertà, uguaglianza e universalità dei diritti umani, di dignità della persona. A tal punto, da poter affermare che questi valori, nati con l’illuminismo, sono in realtà di origine cristiana. Anzi - puntualizza Benedetto XVI - l’illuminismo (e quindi lo spirito della democrazia) ha contribuito a rimettere in luce la razionalità originaria della religione del logos, e ha contribuito a liberare il cristianesimo da condizionamenti storici e politici che avevano finito col trasformarlo in religione di Stato. Tuttavia, mentre si fa chiarezza sul piano dell’intelligenza critica, bisogna esercitarsi nel confronto tra fede e ragione sul piano storico per sanare la frattura tra etica e politica, che oggi si è allargata smisuratamente. Il dialogo è lo strumento privilegiato dell’incontro tra la ragione e la fede, tra credenti e non credenti; non solo a livello teorico, ma a livello operativo e politico. L’arte del dialogo è tanto più necessaria oggi, quando problemi gravissimi - come quelli cosiddetti eticamente sensibili, insieme a quelli della pace, della salvaguardia del creato, della convivenza multietnica e multiculturale - esigono l’incontro e la collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà, quale che sia la loro razza, la loro cultura, la loro religione. La strada del dialogo è l’unica per andare oltre le contrapposizioni, per fare unità nella diversità, mantenendo ciascuno le proprie radici e la propria storia, ma superandosi in una visione superiore del bene comune. Il dialogo, però, è un’arte. È indispensabile, quindi, che imparino a esercitarla quanti si preparano a fare politica in un sistema democratico. In conclusione, c’è bisogno di cittadini che siano cristiani adulti e maturi, che realizzino nella propria vita la sintesi tra spiritualità e professionalità, capaci cioè di tradurre in carità politica la luce e la forza che vengono dalla fede. In questa sintesi sta il segreto della formazione dei fedeli laici all’impegno politico. Benedetto XVI riassume così: “Missione dei fedeli laici è di configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità. […] la carità deve animare l’intera esistenza dei fedeli laici e quindi anche la loro attività politica, vissuta come carità sociale”. Allora con il Segretario del Cittadino Saulo Maffezzoni di Alleanza di Centro, abbiamo realizzato con il Circolo Culturale “SIR THOMAS MORE”, iniziative-formative per risvegliare la passione politica alla coscienza critica dell’azione. Poi il nostro impegno è stato di condividere con gli amici della Lega Nord, un confronto politico a tutto campo sulla progettazione politico – culturale, formativa e sulle scelte amministrative Cittadine. Da Brescia, un’addio al Presidente Francesco Cossiga, Padre nobile della galleria della prima Repubblica.
Celso Vassalini

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati