21/05/2010
Un'immagine al microscopio della costruzione della prima cellula batterica artificiale.
Quando l’uomo scopre qualcosa bisogna essere contenti, poiché è il segno che ha usato bene l’intelligenza che Dio gli ha dato. E’ questo il commento del cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, anche lui stupito e meravigliato dalla straordinaria impresa di Craig Venter, uno dei decodificatori del Dna, che ha costruito in laboratorio la prima cellula artificiale in grado di riprodursi. Bagnasco, che stava entrando nel Duomo di Torino per visitare la Sindone, ha risposto alla domande dei giornalisti: “Ho appena lotto i giornali e mi pare che si tratti di un ulteriore segno dell’intelligenza dell’uomo, dono di Dio per conoscere meglio il creato e poterlo meglio coordinare”.
Non c’è una posizione della Chiesa ufficiale su argomenti del genere. Ma la Chiesa ha sempre fatto riferimento alla questione della “responsabilità” dell’uso che si fa della scienza. E anche Bagnasco lo ha sottolineato: “Le scoperte scientifiche sono valide in sé, ma devono essere commisurate a un etica nel loro utilizzo, che abbia al centro sempre la dignità umana”. Gli studi di Craig e la nascita in pratica di una cellula vivente artificiale non mancheranno di interrogare anche la teologia.
Gli studi aprono prospettive ampie e per certi versi interessanti, ma non si può dire che si tratta di una nuova creazione. Eppure il dibattito è aperto. Si potrà costruire l’uomo artificiale? Il cardinale Bagnasco invita a riflettere proprio su questa prospettiva quando avvisa che occorre responsabilità nell’uso della intelligenza da parte degli scienziati. Insomma ci sono limiti e paradigmi etici di cui tenere conto.
Alberto Bobbio