16/11/2011
Il professor Renato Balduzzi, neo-ministro della Sanità.
Un grande esperto, ma soprattutto un uomo con la
passione per il Paese e la Costituzione, un cattolico certamente, ma uno che
mai ha usato l’aggettivo cattolico come appendice. Renato Balduzzi, neo
ministro della Sanità, è stato per anni presidente degli intellettuali
cattolici del Meic, il Movimento ecclesiale di impegno culturale, uno dei
movimenti dell’Azione Cattolica Italiana.
Docente di Diritto costituzionale
all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, Balduzzi ha contrassegnato
il suo impegno nella società civile sempre con grande rigore, spirito di
servizio e grande senso delle istituzioni. Attualmente è direttore di
Coscienza
la rivista del Meic e nell’ultimo editoriale ha sottolineato la necessità di
“una politica giovane”, insomma diversa, che riporti a galla “il gusto di un associazionismo
di partito inteso come sodalizio morale e culturale prima che politico: soltanto così si potrà affrontare con successo il vento dell’antipolitica e
del qualunquismo”.
Oltre che della Costituzione Balduzzi è anche un grande
esperto di politiche sanitarie. Come giurista ha contribuito a scrivere
importanti leggi della riforma sanitaria sotto il governo Prodi, come la norma
sul lavoro in esclusiva dei medici del servizio sanitario pubblico. Tra il 1997
e il 1999 ha presieduto la Commissione ministeriale per la riforma sanitaria ed
è stato consigliere giuridico di Rosy Bindi al ministero delle politiche della
famiglia.
Ma Balduzzi è anche un esperto di diritto regionale e della
giurisprudenza applicata alle biotecnologie, tutte materie che fanno capo al
dicastero che dovrà guidare. Nel mese di luglio sulla rivista del Meic
Coscienza è apparso un suo studio sui rapporti tra diritto alla vita e
diritto alla salute, nel quale ragionava di bioetica e di uno dei temi più
controversi in tema di vita e di salute e cioè quello della nutrizione e
idratazione artificiale e del suo inserimento nelle cosiddette “dichiarazione
anticipate di trattamento”, in pratica nel testamento biologico.
Ebbene
Balduzzi sosteneva che “l’autodeterminazione non può essere intesa come
assoluta, ma dovrà bilanciarsi sia con il principio della indisponibilità della
vita, sia con il principio di solidarietà, sia con il principio dell’autonomia
e responsabilità del medico”.
Alberto Bobbio