Francia, benzina oltre i 2 euro

Il caro-benzina in Francia alimenta le polemiche della campagna elettorale. Ma la soglia dei 2 euro al litro è gia stata toccata anche in Italia su alcune autostrade.

16/03/2012
(foto Ansa).
(foto Ansa).

E' un triste primato di cui Parigi avrebbe volentieri fatto a meno. Nella capitale francese, il prezzo della benzina senza piombo ha sfondato il tetto simbolico dei 2 euro, esattamente 2,02 euro al litro. In realtà, il rincaro del carburante era stato annunciato da diversi giorni, per gli addetti ai lavori era solo una questione di tempo.

     Ad accelerare la manovra è stata una stazione di servizio situata in rue Saint Antoine, nel cuore di Parigi (vicino a Place de la Bastille). Quello che è certo è che gli altri distributori di benzina, nella capitale e fuori, non tarderanno a seguire l'esempio. Lo stesso accadrà, inevitabilmente, in diversi altri Paesi dell'Unione Europea, a cominciare dall'Italia.  

     Le cause del carobenzina sono molteplici: in primo luogo le tensioni geopolitiche che hanno fatto schizzare alle stelle il prezzo del greggio in alcuni paesi come l'Iran e la Nigeria, grossi produttori ed esportatori di petrolio. In secondo luogo, l'indebolimento dell'euro rispetto al dollaro: siccome il prezzo del greggio è fissato in valuta americana, la fattura diventa automaticamente più salata.  

     Il rincaro dell'oro nero getta scompiglio in quasi tutti i Paesi dell'Unione europea, ma più particolarmente in Francia dove il clima politico è rovente visto che batte il pieno la campagna per le elezioni presidenziali (primo turno il 22 aprile, ballottaggio il 6 maggio). Il candidato socialista François Hollande, favorito dai sondaggi, si è pronunciato per un blocco di tre mesi dei prezzi dei carburanti. Il presidente uscente Nicolas Sarkozy, candidato per un secondo mandato, gli ha risposto accusandolo di "farsi beffe dei francesi".

     Secondo Sarkozy, il blocco dei prezzi della benzina e del gasolio costerebbe diversi miliardi de euro allo Stato (a causa dei minori introiti dalle tasse sui carburanti). E in un periodo di crisi, quando le casse della République sono disperatamente vuote, una simile perdita sarebbe insostenibile.

Paolo Romani
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