20/04/2011
Il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi intervistata a margine dell'incontro alla Farnesina per la presentazione di un'iniziativa di amicizia e solidarietà Italia-Giappone
Nei suoi ultimi discorsi, Berlusconi si è soffermato su tre temi. Anzitutto vede il suo partito come erede naturale di chi ha vinto le elezioni nel 1948. Poi si dice interprete della “maggioranza moderata e popolare degli italiani”. Infine trova che avrà anche compiuto un errore tattico, ma “politicamente ha ragione” – virgolettato del “Corriere” - quel candidato milanese che, in un manifesto elettorale, ha paragonato i magistrati alle Br.
Fra le tre argomentazioni esiste un nesso, ma non come lo vede il premier. Semmai è vero il contrario. Nel ’48 vinse la Dc, che era moderata nell’azione politica come nel linguaggio. Mai un esponente dc avrebbe definito la magistratura, o almeno una sua parte, come una associazione a delinquere. Mai la avrebbe associata in un “pactum sceleris” al presidente di una assemblea legislativa. Mai avrebbe giustificato politicamente un manifesto aberrante. Mai, soprattutto, avrebbe tentato di coinvolgere i propri elettori in un linguaggio sprezzante e rischioso, che è l’esatto opposto della moderazione. Fra quanti votano per il governo, sicuramente i più si ispirano a concezioni moderate. Vogliono la pace sociale e politica, non uno scontro perenne fra istituzioni. Proclamarsi loro interprete e portavoce è qualcosa che molto assomiglia all’abuso.
In politica, oltre all’azione concreta, l’equilibrio nel linguaggio è fondamentale. Si può anzi dire che proprio gli eccessi di linguaggio preludono a eccessi gestionali: e infatti le accuse verbali alla magistratura vanno di pari passo con leggi che ne limitano l’autonomia. Né è solo questione di malessere per questa dialettica minatoria e urlata. Se nutriti settori della maggioranza sono in allarme per l’insistenza sulle tematiche giudiziarie, che in concreto paralizzano le Camere e sviliscono l’intero mondo politico, diventano un caso, e a ragione, perfino le barzellette del premier.
È clamoroso che Stefania Craxi inviti Berlusconi a piantarla con le oscenità, che “non gli fanno onore e non fanno ridere”. Meglio, per lei, che il primo ministro esca di scena nel modo giusto. “Non può essere travolto dal ridicolo”. Sono le parole un sottosegretario, membro del governo in carica.
Giorgio Vecchiato