09/10/2012
Silvio Berlusconi. Ha annunciato che non si ricandiderà a premier per il 2013 (Ansa).
Berlusconi non smentisce. Anzi, conferma di persona. Dopo l’annuncio del segretario del Pdl Angelino Alfano, intervenendo su una delle sue Tv al programma la “telefonata di Belpietro” rilancia: “Non mi candido alle elezioni del 2013”. Il Cavaliere si tira indietro? Sarebbe una svolta epocale, la chiusura di un’epoca politica, anzi storica, la fine ufficiale di un ventennio che coincide con la Seconda Repubblica. Ma la prima reazione, inevitabile, è: “Sarà vero?”. Il padre padrone del Pdl non è nuovo a bluff politici. Più allievo di Machiavelli che di Erasmo da Rotterdam, lo ha fatto infinite volte per scompaginare le carte politiche. E poi come si fa a credere a uno che sosteneva che Ruby era la nipote di Mubarak?
Quanto al suo sostituto il Cavaliere azzarda: “Non escludo che possa essere Mario Monti, il quale è sempre stato nel campo dei liberali e dei moderati. Potrebbe essere lui, ma ci sono anche altri nomi che possono essere condivisi”. Lo scopo dichiarato del passo indietro sarebbe quello di mettere insieme “le membra sparse” del Centrodestra, da Casini a Fini, da Sgarbi a Tremonti a Maroni. “I moderati devono fare massa, non si possono sottrarre voti, nemmeno quelli di un piccolo partito, è quindi obbligatorio che i moderati siano tutti assieme”. Par di vedere persino un timido riavvicinamento a Fini, dopo la rottura nata nell’aprile del 2010. Inutile dire che l’appoggio a Monti, oltre che blandire i “montiani” del Centro (Casini, Fini etc.) crea un bel problema per il Centrosinistra, che al governo vorrebbe andarci con uno dei loro ma si ritrova impastoiato nelle primarie.
Per il momento i leader chiamati in causa si guardano bene dal rispondere. Ormai lo conoscono da almeno vent’anni, e sanno che quello di Berlusconi può essere un bacio della morte. L’unica cosa certa è che il Pdl è finito, ormai travolto dagli scandali che ruotano intorno a Batman & C. Berlusconi pensa già al nuovo simbolo. Oltretutto un Pdl “ripulito” gli permetterebbe di sbarazzarsi dell’ormai ingombrante vecchia guardia di pretoriani e colonnelli che nei sondaggi appare più come una zavorra che una risorsa. Resta sempre possibile l’eventualità che dopo una ricomposizione del Centrodestra il Cavaliere faccia sempre in tempo (naturalmente “perché me lo chiede la gente”) a ripiombare nell’arena. Per il momento non è dato di sapere di più.
Francesco Anfossi