Più di Bersani vincono le primarie

Il segretario de PD ha trionfato con oltre il 60 per cento. E le primarie si confermano un istituto che finalmente consente ai cittadini di contare qualcosa.

02/12/2012
Pierluigi Bersani (Ansa).
Pierluigi Bersani (Ansa).

Sebbene manchino ancora i dati definitivi, l'esito delle primarie del Pd sembra già scontato. Secondo i primi calcoli Bersani ha vinto con oltre il 60 per cento, come forse non sperava. Renzi ha perduto, ma il suo 40 per cento gli assicura un ruolo di rilievo. Se avrà conferma, come ormai è fuori dubbio, questa scelta nei seggi democratici porrà tutta una serie di quesiti, da approfondire nei prossimi giorni. Discutere adesso sui nessi fra un voto di partito e le elezioni generali, sulla vocazione europea di una sinistra che avrà come influente alleato Niki Vendola, sui conseguenti programmi di un nuovo governo, sugli echi internazionali, sulle ripercussioni in una destra attualmente allo sbando, su Monti e i professori, discutere insomma su quanto avverrà in un futuro cui si guarda con apprensione, tutto ciò richiederebbe una saggistica tanto articolata quanto corposa. In questo momento, e in questa sede, meglio limitarsi al significato delle primarie.

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Il sindaco di Firenze Matteo Renzi (Ansa).
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi (Ansa).


Al riguardo si è corso un grosso rischio, che in parte permane. Un istituto schiettamente democratico, che finalmente consente ai cittadini di contare qualcosa, rischiava di naufragare fra risse interne, sospetti, manovre, calcoli di convenienza. A destra un simile pericolo resta attuale, al punto che nemmeno si capisce se le primarie si terranno davvero. A sinistra, come devono riconoscere anche gli oppositori, è prevalso il senso di responsabilità. E’ vero che i toni si sono via via inaspriti, che certe regole erano bizantine, che in qualche caso l’apparato è parso insofferente. Ed è anche strano che nel ballottaggio, di solito più sentito, la partecipazione sia calata. Ma anche a parte l’afflusso popolare, che resta assai consistente, ha colpito il numero dei volontari che si sono prodigati non per soldi ma per passione politica. Se pure a destra si affermasse un analogo comportamento, negli organizzatori come nei votanti, sarebbe un risultato importante per il Paese. Un calcio a nefaste abitudini, quale sarebbe per contro la conferma di una legge elettorale che, in barba ai cittadini, impone le cooptazioni dall’alto.

Bersani e Renzi durante il confronto televisivo sulla Rai (Ansa).
Bersani e Renzi durante il confronto televisivo sulla Rai (Ansa).


Ultima considerazione, sempre sulle primarie. I recenti dibattiti hanno mostrato come nel Pd convivano due anime diverse e difficili da conciliare: una statalista, l’altra liberista. Non due partiti, sbocco che sarebbe autolesionista. Ma una situazione, comunque, che non rimarrà priva di conseguenze. Ovvio che il medesimo discorso varrebbe anche se, invece di Bersani, avesse vinto Renzi. Capita quando un partito erede di diverse e spesso contrapposte matrici non ha ancora trovato una fisionomia veramente unitaria.

Giorgio Vecchiato
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Postato da Celso Vassalini il 05/12/2012 15:23

Caro direttore, in Parlamento si sta discutendo di un progetto di una modifica elettorale, c’è una prima anomalia da notare: il livello di attenzione dell’opinione pubblica, non tanto sull’intenta modifica in sé, quanto siamo, infatti, al compimento di una mutazione antropologica; ben oltre che politica. Stiamo parlando di cose serie: la formazione della rappresentanza parlamentare. Ora, non a caso, Bersani, Vendola, Nencini e l’illegittimo esercizio di rappresentanza del Governo tecnico Prof. Monti (in nome della governabilità) desiderano fortemente una legge elettorale cucita su misura sui sondaggi (non è incredibile il degrado istituzionale?) In una recentissima pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo. Avevano cambiato la legge elettorale nell’aprile del 2005 un mese prima delle elezioni e avevano chiesto ai partiti che non erano già nel parlamento di depositare 5 mila firme per raccogliere le candidature e depositare le liste “last minute”. Inoltre volevano una cauzione elettorale pari circa a 11 mila euro in moneta locale. Per questo i legislatori della Bulgaria lo scorso 6 novembre sono stati condannati con una sentenza della Corte dei diritti dell’uomo, Cedu. Ora, mutatis mutandis, in Italia si vuole fare la stessa cosa, con un esasperante pressing (Emma Bonino l’ha chiamato “stalking”) istituzionale da parte di Napolitano. Perchè? Prima erano solo i Radicali di Pannella a chiederselo, nelle interminabili chiacchierate domenicali post partita con Massimo Bordin. Da ieri anche Francesco Storace, leader della Destra, si è fatto le stesse domande. Più precisamente ne ha poste dieci, sullo stile di “Repubblica” all’epoca del Cav e del caso Noemi Letizia, proprio al Capo dello stato. Le più importanti sono le domande 4, 5 e 6: “dobbiamo preparare in un mese liste con candidature bloccate?”; dobbiamo preparare in un mese liste con le preferenze?”; “dobbiamo preparare in un mese liste sul modello dei collegi provinciali?”. E non è neanche da sottovalutare la domanda 7: “quante firme dovremmo raccogliere di nuovo?” Per questi motivi il deputato radicale eletto nelle liste del Pd Maurizio Turco è in sciopero della fame da qualche mesetto. Ma i maggiori partiti, che non dovranno raccogliere le firme, se ne fregano e tentano di farsi una legge elettorale su misura e sempre a danno dei più piccoli e del diritto di tribuna. Nella motivazione che ha condannato lo stato bulgaro (su ricorso del partitino “Ekoglasnost”) per la “furbata” di approvare una legge il primo aprile 2005 e avere portato il paese al voto un mese dopo, si legge tra l’altro a pagina 9: “la necessità di garantire la stabilità del diritto non concerne tanto i principi fondamentali la cui messa in causa è difficilmente prospettabile, quanto alcune precise regole di diritto elettorale come il sistema elettorale propriamente detto, la composizione delle commissioni elettorali, e la formazione delle circoscrizioni ”. “Questi tre elementi – secondo il Cedu – appaiono determinanti per lo scrutinio e conviene evitare non solo la manipolazione a favore di un partito ma anche le apparenze di manipolazione”. Nella pagina 16 il dispositivo (PQM): “La corte dichiara all’unanimità ricevibile il ricorso dell’appellante ai sensi dell’articolo tre del Protocollo numero uno dei diritti dell’uomo”. Motivo? “Introducendo tardivamente nella legislazione elettorale la cauzione economica, e con la richiesta di raccogliere 5 mila firme a sostegno delle candidature, le autorità bulgare hanno mancato di stabilire un giusto equilibrio tra le esigenze della società e quelle del partito che si è appellato violando così l’articolo tre del Protocollo 1”. Questa cosa è stata scritta per la Bulgaria lo scorso 6 novembre e si riferisce al 2005. Ma la situazione italiana di oggi è tanto differente? Di conseguenza, si può ridurre la sede parlamentare, che della sovranità è costituzionalmente espressione, a simulacro di una democrazia costituzionale ormai così flebile e sfibrata. L’effetto potrebbe essere sempre più devastante, stringendo la rappresentanza nella tenaglia tra tecnocrazia totalizzante e reazione popolare di stampo peronista. Anche noi siamo in ritardo. Occorre riflettere pubblicamente (anche con una campagna di massa) sulle cause della degenerazione del sistema di democrazia rappresentativa, di cui il "Porcellum” è l’espressione estrema, ma non unica. Tocca a noi (che a quella deriva maggioritaria presidenzialista ci siamo sempre opposti) denunziare il fallimento di una trama che è cominciata per lo meno nel1993, quando D’Alema, Veltroni ed ex Pci vari parlarono di “democrazia governante”, che contraddiceva la “democrazia organizzata” dell’impianto costituzionale. Ricordo: «La teoria dell’elezione altro non è che la teoria della Costituzione». Non a caso la legge Acerbo nacque in un contesto autoritario; non a caso, all’indomani della Resistenza apparve naturale il ritorno al proporzionale; e, nella fase della ”guerra fredda” e della “conventio ad excludendum” contro il Pci e le sinistre la Dc (e il capitale, ora illegittimo Governo Tecnico Prof. Monti e dietro la siepe leopardiana, U.D.C., PD, Lega senza più leader Bossi e la destra disastrata) tentò e tentano di varare la “legge truffa”. Oggi ci risiamo..? Ci vediamo comunque in Parlamento, in Regione e in Loggia. Sarà un piacere. Zio, ma Silvio Berlusconi cosa farà? Mi dicono che gli scienziati, raccomandati dalla Gelmini, si sta copiando cioè “clonando”. Celso Vassalini di Brescia

Postato da stefano armellin il 03/12/2012 16:22

Le Primarie riguardano il 6% dell'elettorato totale, quindi solo una piccola fetta. Ha vinto Bersani, possiamo definire Bersani un uomo nuovo ? da ministro dell'economia trattava con CL, segno che ama dialogare con tutti ? il punto è che ci troviamo il generale Custer (Grillo) che sta plagiando intere generazioni di giovani italiani, e mi chiedo : dove sono i Sioux ? cioè i cattolici impegnati in politica. In ogni caso il partito più forte rimane quello dell'astensione e, su questo dato vanno portate tutte le riflessioni. Detto ciò, nei prossimi tre/quattro mesi è prevista un'emigrazione di due milioni d'Italiani, in maggioranza nella fascia d'età 20/30 anni. Quale segno più chiaro del disinteresse verso la politica, questa politica, del suo fallimento, della sua incapacità di trasmettere un futuro alle nuove generazioni e, di valorizzare il Capitale umano che con molti sacrifici è stato costruito dai genitori, dai docenti, dai parroci, e politici onesti che per fortuna sempre ci sono. Pace e Gioia. Stefano Armellin http://armellin.blogspot.com Anno della Fede, da Pompei, lunedì 3 dicembre 2012 per FC

Postato da Andrea Zilio il 03/12/2012 14:21

Molto chiaro. Condivido. Lei mi stimola a pensare e ad andare oltre. 1) Aspetto di vedere, di capire cosa fa Monetezemolo con le Acli e la Cisl. Per ora mi attrae. Spero che Casini non si intrometta con lo scudo crociato che ho votato per decenni. Ora mai più. Anacronistico. 2) La lezione che ci ha dato il Pd, con Bersani e Renzi è di alta democrazia. Hanno detto tutto, non si sono risparmiati niente. Con onestà intelletuale reciproca. Ora allineati e forti. Insieme. Resta la mia seconda ipotesi. 3) Dal centro destra, cioé dal dittatore, non mi aspetto niente. Solo protervia, arroganza e dei succubi ossequienti al vuoto. E' doloroso che metà Italia aspetti il risveglio di un "vulcano" ormai spento per sapere se possono restare a "pompei" o naufragare verso nuovi, improbabili lidi. Intanto tutta l'Italia resta in bilico. L'unica grazia che Berlusaconi può fare alla Patria è di andare ad assistere il sodale Sallusti. Ovunque sia.

Postato da martinporres il 03/12/2012 13:44

Renzi e Bersani ci hanno cucinato un bel biscotto!

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