Calciomercato, commedia in malafede

Calciatori che cambiano maglia e fingono d'essere soddisfatti, tecnici che recitano sugli infortuni, presidenti che speculano su situazioni d'emergenza. Un piatto fatto con gli avanzi.

01/02/2011
Alessandro Matri, che il Cagliari ha ceduto in prestito alla Juventus nel calciomercato d'inverno che si è appena concluso.
Alessandro Matri, che il Cagliari ha ceduto in prestito alla Juventus nel calciomercato d'inverno che si è appena concluso.

Il mercato calcistico di gennaio, detto anche mercato di riparazione, è parso animatissimo dal punto di vista dei tanti movimenti, anche se spesso sono stati scambiati due gatti da mezzo milione l’uno per un cane da un milione. In realtà è stato ed è una colossale commedia, recitata da tutti in malafede, perché:

1) I calciatori che cambiano di maglia devono dirsi soddisfatti del mutamento, e infatti recitano la felicità davanti alla nuova tifoseria, con al collo tanto di fresca sciarpa d’amore per il nuovo club, e promettono di dare il meglio di sé stessi.

2) I calciatori in realtà o sono profondamente insoddisfatti e umiliati, perché si ritengono scaricati dal loro club, o sono profondamente soddisfatti perché hanno ricevuto del bel denaro, meglio se in nero, per spostarsi sorridenti da una società all’altra.

3) I tecnici recitano la parte dell’uomo soddisfatto: se davvero lo sono implicitamente ammettono di essere stati dei bugiardi buffoni quando, pochi mesi prima, si sono detti fiduciosi nel materiale umano che dovevano plasmare, se non lo sono allora sono dei neobugiardi, perché dicono di esserlo (comunque sempre parlano di infortuni che hanno limitato la loro azione, sapendo che quasi tutti pensano che gli infortuni siano un’attenuante, mentre invece sono un’aggravante).

4) I presidenti sborsano o incassano molti soldi, sempre giocando, cioè gemendo o speculando su situazioni di emergenza.

5) I tifosi in parte non sono contenti del mercato ed in fondo sono i più sinceri, o forse i soli sinceri; se invece sono contenti questo vuol dire che sono ingenui e quasi fessi, visto che credono davvero che un club importante si sia privato di un giocatore che vale, che questo calciatore davvero non vedesse l’ora di indossare la nuova maglia, che dunque il futuro del club beneamatissino è tutto rosa.

6) I giornalisti, che pure pochi mesi prima hanno celebrato la campagna acquisti estiva di un dato club, scrivono adesso che i rinforzi di gennaio erano necessari, che le lacune apparivano chiare, e che sarà merito di una stampa attenta ed esperta se le cose adesso andranno meglio (e se andranno peggio? be’, diranno che lo sapevano ma non volevano spargere tristezza, e poi si sa che la palla è rotonda).

Ogni appassionato di calcio inquadri, se vuole, la campagna acquisti del suo club alla luce (anzi, all’ombra) delle considerazioni da noi avanzate. Forniamo adesso alcuni spunti particolari per gustare meglio un piatto fatto in fondo con cibo avanzato, riscaldato, masticato, riassemblato.

L’Inter ha comprato molto, il Milan moltissimo. Pazzini e Cassano due nomi per tutti e per tutto. Una delle due dovrebbe vincere il campionato: sennò, che fallimento… Il Napoli si è rinforzato tenendosi Cavani e Lavezzi, che possono solo migliorare. La Lazio non ha fatto il grande acquisto utile almeno per una sbornia di grossa speranza, La Roma non ha preso nessuno ed ha ceduto qualcuno: ma aspetta un nuovo padrone, alla luce di ciò il mercato riparatore è robetta. Il Palermo si è mosso poco, la Sampdoria ha quasi smobilitato, la Fiorentina non ha mobilitato valide forze nuove.

La Juventus ha preso dal Cagliari Matri, giovane e forte, strapagandolo, si è liberata di Amauri (al Parma), ad un certo punto ha giocato seriamente al gioco di fare la povera: alla faccia di un Agnelli tornato alla presidenza, nonché di uno stadio nuovo, di proprietà, multiuso e prossimo all’inaugurazione. Austerità di bilancio, è stato detto, con a monte ed anche a valle la situazione della Fiat a rendere impopolari esborsi forti. E anche la situazione di pesanti ingaggi che il club continua a pagare (Del Piero e Buffon passi, ma anche neomilionari di valore medio in giro per il mondo del pallone a spese della Juve).

Unica vera grande mossa, a parte Matri, quella di trattenere e rilanciare Buffon: nel calcio di vetrina di oggi, livellato in alto da tattiche, preparazione, studi medici sofisticatissimi, forse anche doping, il peso del grande portiere diventa determinante: Buffon per acchiappare la qualificazione in Champions League, e sarebbe il massimo.

Ma il calcio è un pongo, ognuno si modella la sua squadra, al mercato d’estate e a quello d’inverno, come vuole, ognuno di calcio sa almeno quanto come il miglior competente fra quelli strapagati per esserlo, ognuno sa che le sue previsioni possono essere smentite dai fatti, ma la sua fede è e sarà superiore anche ai fatti.

Gian Paolo Ormezzano
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