L'Europa che agli inglesi non piace

Il premier Cameron, in crisi di consenso, punta sugli euroscettici. Ma l'Unione Europea potrebbe reagire male. Il discorso del 15 gennaio.

30/12/2012
Il premier inglese Cameron con la regina Elisabetta (Reuters).
Il premier inglese Cameron con la regina Elisabetta (Reuters).

Come una fidanzata della quale non si può fare a meno, indispensabile, attraente, e insieme ingombrante e pericolosa, l’Europa torna a minacciare la politica britannica. Attesissimo è il discorso di David Cameron del prossimo 15 gennaio nel quale il Primo Ministro illustrerà i termini del referendum sulla presenza della Gran Bretagna in Europa che promette da sempre.


Per l’erede di Eward Heath, che portò il Regno Unito nella Comunità Economica Europea quarant’anni fa, l’Unione è una femmina fatale. Se le dice ancora una volta sì, rifiutando le richieste degli euroscettici nel proprio partito che vogliono che nel referendum gli inglesi possano dire un no chiaro a Bruxelles, Cameron perderà altri voti a vantaggio della formazione di destra Ukip, il Partito per l’indipendenza del Regno Unito, nato proprio con l’obbiettivo di portare fuori dall’Unione la Gran Bretagna. Per il partito conservatore, che, oggi, nei sondaggi, arranca con dieci punti di percentuale dietro i laburisti, sarebbe un brutto colpo.

Cameron potrebbe, come sembra intenzionato  fare, limitarsi a tenere buona la fidanzata europea, recuperando alcuni poteri che in questo momento toccano all’Unione. Ovvero il referendum sull’Europa chiederebbe ai cittadini se vogliono una alleanza meno forte con Bruxelles. Il Primo Ministro scontenterebbe, in questo modo, il suo alleato chiave a Downing Street, quel Nick Clegg, europeista convinto, del quale ha bisogno per continuare a governare. E comunque la fidanzata Europa non manderà giù facilmente l’amaro boccone di una serie di favori ridotti.

Gli alleati Ue hanno espresso preoccupazione nei confronti della possibilità di una rinegoziazione dei termini di adesione della Gran Bretagna all’Europa. Il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha detto che, se ogni Stato membro, potesse scegliere a piacere le parti del Trattato Europeo che preferisce, l’Unione e il mercato unico collasserebbero in fretta. Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha avvertito Londra che, senza l’Europa, la sua influenza nel mondo sarebbe ridotta.

L’impossibile posizione di Cameron riflette il tormentato rapporto degli inglesi con l’Europa, con la quale vogliono una unione commerciale che non intacchi la sovranità politica. Una scommessa difficilissima che rischia di mandare in pensione qualsiasi Primo Ministro la affronti. Mentre un sondaggio del quotidiano Guardian rivela che il 51% dei cittadini vuole uscire dalla Unione Europea non si capisce come Cameron potrà accontentare allo stesso tempo l'Europa e tutti coloro che, in patria, gli chiedono di lasciare o mantenere quella ingombrante alleata.

Silvia Guzzetti
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Postato da martinporres il 01/01/2013 12:58

L'inghilterra con l'Europa non c'entra nulla, da sempre prende quello che le torna utile e rifiuta il resto. Se ne vada definitivamente e curi il Commonwealth.

Postato da Andrea Annibale il 30/12/2012 15:25

Il Regno Unito, con il Commonwealth, è la pallida immagine di ciò che è stato l’Impero Britannico nei secoli passati. Ci sono molte ragioni però per cui si può sperare che esso giochi un ruolo ancora da protagonista in Europa. Senza divenire servo di nessuno, tantomeno di Bruxelles. La cosa migliore, secondo me, è che Londra condivida regole sulla finanza e sul commercio, come con alcune resistenze sta accadendo, senza una delega eccessiva di sovranità politica a Bruxelles. Andrebbe contro gli interessi legittimi e la Storia dell’Inghilterra. Oggi, il Regno Unito è un utile contrappeso allo strapotere di Francia e Germania. Guai se venisse a mancare. Perciò, contraddicendomi un poco, spero che esso mantenga una influenza sull’Unione Europea. I britannici hanno il sacrosanto diritto di autodeterminarsi ma spero che non perseguano una politica isolazionista. Un europeismo moderato e realista è la strada forse migliore per il Paese di Sua Maestà, Elisabetta II e del Premier Cameron. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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