14/01/2013
(Corbis)
Con il crollo dei consumi di gas, ai minimi da dieci anni, sono aumentate del 26% nello stesso arco di tempo, le importazioni di legna da ardere per tenere accesi stufe e camini.
Lo ha reso noto la Coldiretti: “Con la crisi e l'aumento del prezzo dei combustibili quest’inverno sono stati accesi oltre sei milioni di camini e stufe sul territorio nazionale. Una dimostrazione evidente del ritorno di forme di riscaldamento che sembravano dimenticate dovuto al crescente interesse verso questa forma di energia che è diventata competitiva dal punto di vista economico oltre a essere più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Una tendenza dovuta in parte alla riapertura dei camini nelle vecchie case ed alla costruzione di nuovi, ma anche a una forte domanda di tecnologie più innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets dove l'industria italiana soddisfa oltre il 90% delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo della produzione nazionale alle esportazioni”.
L'Italia è diventata il primo importatore mondiale di legna da ardere, nonostante la presenza sul territorio nazionale di 10 milioni e 400 mila ettari di superficie forestale, in aumento del 20 per cento negli ultimi 20 anni. Possiamo vantare 12 miliardi di alberi che coprono oltre un terzo della superficie nazionale (35%) ovvero circa 200 alberi per ogni italiano, ma evidentemente è più conveniente importare legna dalla Romania e dalla Bulgaria. Se si acquista un intero camion di legna da questi Paesi, infatti, il costo è di appena 4 euro al quintale o di 5 euro se la si preferisce già spaccata.
Secondo il Piano d'Azione nazionale per le fonti rinnovabili al 2020, le biomasse, tra le quali spicca il ruolo dei prodotti legnosi, dovranno coprire il 44% dei consumi di fonti rinnovabili e il 58% dei consumi di calore totale. Un’attenta gestione dei nostri boschi dovrebbe prevedere anche il taglio di tanti boschi a ceduo che risultano ora abbandonati.
Intanto, chi ce l’ha, dovrà certamente accendere il caminetto nei prossimi giorni.
Ci eravamo abituati alle temperature insolitamente miti di inizio gennaio, causate dalla presenza dell'alta pressione subtropicale, quasi un assaggio inaspettato di primavera, ma ora si cambia.
Da domani, e fino alla metà del mese, è atteso l'arrivo di una perturbazione che porterà pioggia ma sopratutto aria gelida. La perturbazione raggiungerà prima il centrosud e la Liguria con piogge, seguita da una seconda più forte venerdì, con maltempo e neve a 1.000 metri sugli Appennini. Potrebbe anche nevicare sulle regioni centrali a quote basse e anche attorno alla Capitale.
Gabriele Salari