Cara Italia, dove stai andando?

Tagli alla cultura, alla scuola, a Internet, ai beni ambientali e artistici, alla green economy... A 150 anni dalla nascita, dovremmo domandarci quale Paese vogliamo essere.

15/03/2011

   Nel festeggiare il suo 150° compleanno, l'Italia farebbe bene a interrogarsi sul suo futuro: quale Paese vogliamo essere? Quale Paese stiamo diventando? Quale Paese intendiamo lasciare ai nostri figli? Classe politica e media non sembrano per nulla interessati alla questione: le strategie per il futuro sono totalmente assenti dal dibattito pubblico, ingombrato da polemiche quotidiane di bassa lega. Al loro posto, però, non mancano fatti e segnali che si incaricano di dare una risposta. Vediamoli.

    L'Italia non sta certo puntando sulla cultura. Chi ci governa non ritiene che l'opera lirica, il teatro, il cinema siano un elemento centrale della nostra identità né un fattore (anche economico) strategico su cui investire. Qualche dato: nel 2008 il Tesoro ha tagliato più di 213 milioni di euro al ministero della Cultura. Tra il 2009 e il 2011 la scure si è abbattuta sul Fus (Fondo unico per lo spettacolo) per 216 milioni di euro. Nel triennio che ci aspetta sono previste ulteriori riduzioni per 1,7 miliardi di euro. Proviamo a tirare le somme: fra il 2008 e il 2013 la decurtazione ammonterà a 2,8 miliardi di euro. Muti che interrompe il Nabucco all'Opera di Roma per cantare, coro e pubblico insieme, il Va' pensiero contro i tagli, è un evento che merita di essere ricordato.

Va meglio per i beni culturali? Chiedete a Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, che si è dimesso in maniera irrevocabile per l'impossibilità di tutelare il nostro patrimonio «stante la progressiva e massicia diminuzione degli stanziamenti di bilancio». Intanto il ministro Bondi si è arroccato in casa, in attesa di rassegnare pure lui le dimissioni (ma perché attendere?), offeso dagli attacchi piovutigli addosso fin dai tempi dei famigerati crolli di Pompei... Che dire dei beni ambientali? Basterebbe chiederlo al ministro Prestigiacomo, o agli enti che amministrano i nostri parchi nazionali, ai limiti della chiusura...

E', il nostro, un Paese che punta sullo sviluppo di Internet, ovvero la più innovativa rete di comunicazione e servizi? Il recente Milleproroghe ha tagliato ulteriori 30 milioni di euro dal già esiguo fondo per lo sviluppo della banda larga, destinandoli - guarda caso - al digitale terrestre. Traduzione: il Governo non punta su Internet, ma sulle televisioni...

La scuola è al centro dei nostri pensieri? Abbiamo deciso di concentrare le nostre energie sulla formazione e qualificazione professionale dei giovani? Sarebbe opportuno che il ministro Gelmini leggesse bene il rapporto Ocse sulla spesa per l'istruzione pubblica: l'Italia spende il 4,5 del proprio Pil per la scuola, contro una media Ocse del 5,7. Solo la Repubblica Slovacca spende meno tra i paesi industrializzati. Nel frattempo, il numero di iscritti all'università è in calo da diversi anni...

Abbiamo scelto di concentrarci sulla cosiddetta green economy, sulle energie rinnovabili? Niente affatto. Il Paese del sole ha scelto di investire nel nucleare, mentre l'incertezza sugli incentivi per le energie rinnovabili rischia di mettere a repentaglio circa 140.000 posti di lavoro.

Potremmo essere il Paese della cultura, dell'opera lirica, dei beni artistici, delle bellezze naturali, quindi del turismo, della cucina, della qualità della vita; potremmo formare personale specializzato, in grado di gestire e sviluppare le risorse che abbiamo avuto in dono. Invece tutti i segnali a disposizione indicano che stiamo buttando a mare il nostro "petrolio". Italia, che Paese vuoi essere?

Paolo Perazzolo
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Postato da Franco Salis il 17/03/2011 11:30

E’ bello prendere atto che si parte da posizioni che si ritengono lontane e poi, ragionando, ci si accorge che le divergenze non sono cosi tante. Per quanto riguarda ”i tagli” non ho mai sentito dire che non siano necessari. Errato è dire che “ce lo impone l’Europa”. E’ chiaro che l’Europa ci chiede di tenere i conti in regola. Ma si limita a questo, cioè, come si dice, fa “il ragioniere” e non entra nel merito di scelte politiche che sono di competenza dei vari Stati. Spetta poi a questi stabilire se usare la falciatrice per tagliare la gramigna e il grano o se fare una operazione chirurgica. In tanti, per non dire tutti, i campi si può tagliare senza aumentare la disoccupazione. Colpisco gli evasori, ma distinguiamo i grandi evasori da quelli per necessità. Colpisco gli interessi economici della malavita e utilizzo quei soldi per la prevenzione della delinquenza e devianza giovanile. Ma chi oggi puoi chiamare a coprire questo compito in una situazione di degrado se non totale generalizzato? occorre una persona, o meglio gruppo, che abbia una solida formazione culturale cattolica, che abbia una grande capacità di dialogo, che abbia esperienza politica adeguata. Una persona o gruppo di persone di tale profilo sono in grado anche di mantenere un corretto rapporto con la gerarchia ecclesiale, assicurando allo Stato italiano una sana laicità, valore irrinunciabile. Mi sembra di capire che hai poca fiducia nei vescovi. Io ti posso fare un elenco corposo di errori dei vescovi e delle alte sfere nel passato anche recente. Ma io sono contrario a “legare” le persone al loro passato e quindi non posso legare neppure i vescovi al loro passato (se non altro per non correre il rischio di essere legato anche io). E’ auspicabile che i cristiani scoprano il significato del Sacramento del Battesimo e vedono i vescovi non come una ammucchiata che ha sede a Roma in via Circonvallazione Aurelia 50, ma neppure con una aureola artificialmente creata, ma piuttosto come fratelli con cui fare un unico percorso salvifico secondo i propri carismi (vedi GS e/o LG) . Con questo spirito spero che usciremo dal degrado. Ciao

Postato da CZAR il 16/03/2011 12:08

Per Franco Salis 16/03/2011 h. 08.58 - Caro Franco, per quanto riguarda l' "affaire" nucleare la penso esattamente come te. Leggi, se vuoi, il mio post di ieri all'articolo sul nucleare in Italia. Anche sul resto del tuo commento sono, tutto sommato, d'accordo. Volevo solo dire che Tremonti, sotto il vincolo stringente delle regole europee, non poteva fare altro che i tagli che ha fatto. Dolorosi, ma inevitabili. Speriamo solo che bastino ad evitarci la cura "lacrime e sangue" toccata alla Grecia, al Portogallo ed all' Irlanda. Quanto al ruolo dei vescovi, spero proprio che tu abbia ragione, ma se il buon giorno si vede dal mattino.......

Postato da Franco Salis il 16/03/2011 08:58

Caro CZAR,dici di non aver intenzione di difendere l'attuale maggioranza,ma non fai altro che difendere l'indifendibile. Un tempo si diceva "tanto fanno i loro interessi". Se questo è vero,oggi fanno “solo” i loro interessi . La prova più grande e angosciante è che anche davanti alla tragedia giapponese, si insiste sul nucleare. Perché? ma è chiaro: si sono già divisi gli appalti senza alcun controllo da parte dell’ "ordine giudiziario comunista" e quindi con i profitti che loro decideranno, a danno di quegli "ingenui" che, affetti da sindrome di Stoccolma, li sostengono." Conclusione il pessimo mal governo non si tradisce mai. L'opposizione: guarda, la"sinistra continua nella sua strada di continue scissioni", fa parte della sua storia. I centristi pur proclamando che i valori non sono in vendita, ma in realtà sono in vendita al miglior offerente. La destra "democratica” che si è staccata, è subito alla spicciolata rientrata nei ranghi, per riottenere posti di governo o sottogoverno, o, pardon, per il bene della nazione. La situazione etica generale è peggiore del peggiore scenario della contaminazione radioattiva del Giappone. La tanto vituperata Democrazia Cristiana ha saputo tener unite le varie correnti veramente nell'interesse del bene comune, anche se, diciamolo per amor del vero, saziando piccoli e grandi appetiti dei vari gruppi... I vescovi italiani dovrebbero far leva sulla formazione politica puntando su alcuni uomini (e donne) della cui integrità morale non si può discutere e che esistono, anche se sono poco visibili appunto perché integri moralmente. I vescovi possono e debbono svolgere questo ruolo, non solo perché è nella loro missione naturale, ma soprattutto perché hanno riconosciuto i loro torti. (Per esempio, e solo per esempio, non più copertura ai preti pedofili).

Postato da CZAR il 15/03/2011 22:07

Lungi da me l'intenzione di difendere l'attuale maggioranza, anche se per la verità non mi pare proprio che l'opposizione si stia battendo fino alla morte per mandare a casa il governo. Forse stanno aspettando che prima qualcuno tolga loro le castagne dal fuoco.... Tuttavia credo che per onestà di giudizio bisogna riconoscere al Ministro dell' Economia Giulio Tremoniti di avere svolto sinora un discreto lavoro: il debito pubblico (percentualmente il più alto del mondo!) che sovraccarica l' Italia, le stringenti regole europee ed infine il nostro bassissimo tasso di crescita unitamente al troppo elevato livello di globalizzazione delle nostre industrie obbligano chi ha il dovere di tenere in ordine i conti pubblici ad effettuare i tagli dolorosi descritti nell' articolo. Purtroppo la crisi economica mondiale ancora irrisolta a cui si aggiunge ora l' apocalissi scatenatasi in Giappone, nonchè i noti fatti in corso nei paesi produttori di petrolio, con le conseguenti ed irresponsabili speculazioni sui prezzi delle fonti di energia, non lasciano intravvedere alcun miglioramento nel prossimo futuro. Temo che invece di domandarci quale paese vogliamo essere, ci dovremo interrogare su quale paese potremmo diventare.

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