Carceri, ne va del nostro onore

Il richiamo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita a San Vittore: "Ne va dell'onore dell'Italia"

06/02/2013

Il richiamo del Capo dello Stato è stato inequivocabile: "Sulle carceri la situazione è gravissima, è in gioco l'onore dell'Italia". Le carceri sono lo spartiacque tra uno Stato di diritto e uno Stato barbarico. Per questo, riprendendo le parole del presidente del Dap, Tamburrino, Napolitano ha affermato che sul sistema carcerario italiano è in gioco "una delle condizioni essenziali dello Stato di diritto". Aggiungendo: "Sono in gioco, debbo dire nella mia responsabilità di presidente della Repubblica, il prestigio e l'onore dell'Italia. Nessuna parte vorrà negare gravità ed emergenza della questione carceraria".


Le parole durissime sullo stato delle nostre carceri sono state pronunciate durante la visita al penitenziario di San Vittore. "La mancata attuazione delle regole penitenziarie europee conferma la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'articolo 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità". Il sovraffollamento dei detenuti è ormai disumano. Urgono provvedimenti. Una questione che deve essere ben presente "a tutte le forze politiche e anche - ha aggiunto il presidente - ai cittadini-elettori nel momento in cui il nostro popolo è chiamato ad eleggere un nuovo Parlamento". 

Francesco Anfossi
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Postato da Paolo Caterina il 08/02/2013 09:43

Buongiorno a tutti. Vorrei poter far considerare al sig. Libero Leo che se il 50% dei detenuti in "custodia cautelare" sarà dichiarato innocente (michiedo poi dove abbia raccolto tali dati) è spesso colpa delle lungaggini del sistema giudiziario italiano, che allunga a dismisura i suoi tempi - specie se i nomi degli indagati/imputati non consentano al PM e Giudice di turno di finire sui mezzi di comunicazione -, ma ciò non dà alla persona coinvolta la patente d'innocenza...

Postato da luisa prodi il 07/02/2013 19:28

Sono contenta che il Presidente Napolitano abbia ricordato l'impegno dei volontari, che si mettono a fianco dei detenuti e delle loro famiglie per tentare percorsi di inserimento sociale. Noi volontari non abbiamo la possibilità di incidere su vasta scala se da parte delle amministrazioni centrali e locali non si fanno scelte chiare e decise. Abbattere il numero dei reclusi si può, basta cambiare le tre leggi criminogene che stanno riempiendo le celle oltre ogni misura. Ma occorre anche che la società dei liberi cambi mentalità e che accolga come cosa sua le persone che sono transitate attraverso la pena e che devono sperimentare una vita diversa. La comunità ecclesiale può fare grandi passi verso l'accoglienza dei detenuti, degli ex detenuti e delle loro famiglie: non basta delegare ai volontari la visita alle carceri, occorre che le parrocchie, le comunità, i conventi si diano da fare per rendere possibile azioni di solidarietà e carità fraterna. Luisa Prodi, presidente nazionale del SEAC - Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario.

Postato da aquila reale il 07/02/2013 16:33

il sovraffollamento delle carceri e' aumentato a dismisura per colpa delle leggi volute dalla destra su immigrazione e droga, leggi che criminalizzano l'immigrato per il solo fatto di essere clandestino e il giovane per il solo fatto di consumare una sostanza stupefacente. se abolissero queste due leggi, si svuoterebbero le carceri di immigrati, poveri cristi, giovani incensurati. altra misura da prendere e' depenalizzare i reati di opinione, i reati sociali e i reati politici (come ad esempio le occupazioni dei centri sociali o altri reati legati alle manifestazioni di piazza o agli stadi). abolendo i resiudati del codice fascista in materia di reati d'opinione, sociali e politici e abolendo le leggi del centrodestra su immigrazione e droga, non ci sarebbe bisogno di nuove amnistie.

Postato da Libero Leo il 07/02/2013 11:20

Nassal propone provvedimenti legislativi; ma questi richiedono tempo. Forse l'iniziativa che può avere efficacia molto rapida consiste nel convincere chi ha il potere di tenere in carcere persone innocenti (quelli in attesa di giudizio sono innocenti) a ridurre al minimo la detenzione in carcere degli innocenti, senza dimenticarli come a volte sembra che capiti oppure evitando che la detenzione in carcere sia usata come una 'tortura' per indurre a 'collaborare'. Il presidente Scalfaro evocava il 'tintinar di manette' come strumento per ottenere la 'collaborazione'.

Postato da nassal il 06/02/2013 20:40

Napolitano ogni tanto torna sull'argomento, ma finora pochi sono stati i politici ad interessarsene veramente. Alcuni l'hanno fatto ma non sono riusciti a far approvare le leggi che erano in discussione in Parlamento e che avrebbero potuto segnare una svolta. Occorre fare tutti la nostra parte affinchè i prossimi deputati approvino subito le leggi urgenti e necessarie per cambiare strada: 1) Messa alla prova; 2) modifica legge sugli stranieri; 3) abolizione legge ex Cirielli. E subito dopo occorre fare quello che tutti dicono sempre senza poi fare nulla, e cioè rafforzare significativamente il sistema delle sanzioni di comunità affinchè sia il carcere a diventare la pena alternativa (terrorismo, mafia, pochi altri reati gravi). Non c'è bisogno di tanti discorsi, ma solo di fare pochi provvedimenti legislativi e qualcuno in più amministrativo (rafforzamento delle risorse per le misure alternative). E così potremo evitare di parlare di amnistia e di indulto, che è il modo peggiore di affrontare (anzi di far finta di affrontare) i problemi, come abbiamo già troppe volte visto, perchè è grave come fare un condono, cioè andar contro la legalità, le vittime e l'esigenza di tutti di giustizia anzichè realizzare un sistema penale diverso centrato sulla responsabilità e la solidarietà. Basterebbe fare quel che voleva anche Giovanni Paolo II, che nel 2000 chiedeva non "provvedimenti di clemenza che lasciano le cose come stanno" e neppure "buonismo deteriore" (Benedetto XVI) ma "percorsi di recupero improntati alla responsabilità". Basterebbe sentire gli operatori che da anni lavorano in questo campo per cambiare il sistema velocemente, ma occorre volerlo, ed occorre premere in tanti.

Postato da Libero Leo il 06/02/2013 17:10

Finalmente!! C'è voluto il capo dello stato per fare scrivere qualcosa sullo stato delle carceri. Salvo Pannella, forse non c'è nessuno che se ne occupi. Forse chi scrive sui giornali ha interesse a perorare la causa di chi gli è più vicino o della sua lobby. Ma chi pensa al bene comune prima che al suo o a quello dei suoi vicini, dovrebbe iniziare a domandarsi quali sono le cause della situazione scandalosa, per non dire disperata, delle carceri. Basta un piccolo sforzo per venire a conoscenza che più del 40% dei carcerati è legalmente innocente (in attesa di giudizio), ed il 50% di costoro saranno poi dichiarati innocenti. Perciò per risolvere immediatamente il problema del sovraffollamento è sufficiente liberare gli innocenti. Non costerebbe nulla (anzi, si risparmierebbe) e si farebbe giustizia. A questo punto bisoga domandarsi: a chi spetta la decisione di liberare gli innocenti? E cercare di convincere costoro ad assumere decisioni per cominciare a risolvere il problema del sovraffollamento liberando gli innocenti.

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