Casa dello studente: le condanne

Il crollo della casa dello studente. In copertina il momento della lettura della sentenza (foto Ansa)

È arrivata una prima sentenza per rendere giustizia alle famiglie di Alessio, Angela, Davide, Francesco, Hussein, Luca, Luciana e  Marco, gli otto giovani, fra i 19 e i 24 anni di età, morti sotto le macerie della Casa dello Studente dell’Aquila, sbriciolata dal terremoto  nella notte del 6 aprile del 2009. Al termine del processo di primo grado i giudici hanno condannato a quattro anni di reclusione i tre tecnici che avevano realizzato i restauri della Casa dello Studente nel 2000. Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone sono stati condannati per il reato di omicidio colposo, disastro e lesioni colpose. Il giudice ha stabilito per loro anche l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. L’accusa li aveva incolpati di non essersi accorti della “gravissima, originaria fragilità strutturale dell’edificio”, una fragilità che, in assenza di interventi antisismici,  fu fatale nella notte del terremoto. Una pena minore (due anni e 6 mesi di reclusione) per Pietro Sebastiani, presidente della commissione collaudo dell’edificio. Assolti Luca D’Innocenzo, Luca Valente, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani. Non luogo a procedere per Giorgio Gaudiano e Walter Navarra. La sentenza ha stabilito anche un risarcimento danni in via provvisionale per i parenti delle otto vittime: 100 mila euro per ognuno dei genitori e 50 mila per ogni fratello o sorella degli 8 giovani morti. La sentenza è stata accolta dai parenti delle vittime con commozione, ma anche con rabbia. “Gli studenti dovevano essere fatti uscire”, hanno ripetuto parenti e amici. Molti di loro si aspettavano di veder condannati tutti gli imputati.