20/10/2011
A Roma gli indignati sono scesi in piazza, ed è finita come sappiamo. Sono loro, non il Governo e i potentati economici, le principali vittime della violenza. Non possono pensare ad altri cortei di protesta, e non solo perché sarebbero vietati.
Se la tattica per rendere inoffensivi i black bloc consiste nel chiedere una fideiussione agli organizzatori, in modo da risarcire le vittime di incendi e devastazioni, davvero stiamo freschi. Né appare più realistica l’idea di controlli analoghi a quelli esercitati negli stadi. Nelle strade cittadine non esistono cancelli o tornelli, con personale addetto a chiedere i documenti e scovare bottiglie molotov. I teppisti, domani come ieri, avrebbero campo libero. Insomma la protesta civile è ridotta al silenzio, con sommo gaudio di quelli che dovevano esserne i destinatari.
Eppure mai come oggi, anzi più ancora dopo i tumulti, le ragioni degli indignati dovrebbero trovare udienza. Gli analisti ne hanno rimarcato le caratteristiche internazionali, che indubbiamente esistono. Ma c’è Paese e Paese. A New York, Berlino, Roma non si manifesta per gli stessi motivi. Oltre alla crisi che sta investendo un po’ tutti i continenti, da noi c’è un elemento aggiuntivo. Parliamo della cosiddetta e malfamata Casta, che non solo si mostra indifferente ai reclami ma addirittura, dopo i tumulti, aumenta il proprio tasso di venalità e arroganza.
Basta scorrere ogni mattina i giornali. Si va dal rifiuto di pagare certe tasse, dovute dalla gente comune, alla conservazione ed anzi all’estensione di inammissibili privilegi, uno più offensivo dell’altro. Doppie pensioni, triplici incarichi, sconti ed esenzioni, nomine a clienti politici, cacciata di quelli sgraditi ancorché onesti e capaci. Da ultimo, mezzo miliardo delle vecchie lire a chi rinuncia per cinque anni alle auto blu. Mentre Berlusconi annuncia olimpico che “non ci sono soldi”, roba che grida vendetta. E come dolce finale, la promozione a viceministri e sottosegretari di peones che hanno così monetizzato il loro voto in Parlamento.
Tragga il lettore da solo le conclusioni. Ripetiamo. Le ragioni della protesta sono sempre valide, e semmai ancor più attuali e fondate. Eppure non c’è più modo di farle ascoltare. Bel successo per i black bloc. La grande finanza neanche ci fa caso, il governo ci sguazza. A pagare dazio rimangono solo le famiglie che vorrebbero più giustizia ed efficienza. Una vergogna.
Giorgio Vecchiato