16/11/2011
Lorenzo Ornaghi, rettore dell'Università Cattolica e neo-ministro dei Beni culturali.
L’Università Cattolica del Sacro Cuore “sbanca” il governo Monti: il rettore e due professori su 18 ministri. C’è il rettore Lorenzo Ornaghi che Mario Monti ha chiamato al ministero dei Beni culturali. C’è il professor Renato Balduzzi, docente di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza al ministero per la salute e c’è il professor Piero Giarda, a lungo ordinario di Scienza delle finanze e attualmente responsabile del Laboratorio di analisi monetaria dell’ Università cattolica.
Ma non si può assolutamente dire che si tratta di “ministri cattolici”, ma di cattolici che fanno i ministri per la loro competenza, passione civile e rettitudine nell’impegno intellettuale per il Paese e per la gente. Lo stesso ragionamento vale per Andrea Riccardi, docente di storia contemporanea all’università di Roma Tre e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, uomo che ben sa cosa è la cooperazione internazionale e l’integrazione tra popoli e culture diverse.
Lorenzo Ornaghi, ministro dei Beni culturali
Dal 2002 è rettore dell’Università cattolica, ma Ornaghi è anche uno degli intellettuali che in questi anni hanno proposto lucide analisi sulla crisi e sul ruolo dei cattolici.
E’ uno degli animatori del Progetto Culturale della Cei. E’ stato docente di Scienze politiche e di Storia delle dottrine politiche, teorico dei sistemi politici e del ruolo delle elité. Scrive su molte riviste. Recentemente in un editoriale della rivista
Vita e Pensiero dell’Università cattolica ha analizzato la crisi e il futuro dell’Italia, alla luce dei 150 dall’unità, rilevando che esso “sarà segnato ancora a lungo dalle persistenze della sua storia specifica e da alcuni dei nodi che l’unificazione del Paese non è riuscita a sciogliere definitivamente e che in qualche occasione ha ulteriormente arruffato. Ma il futuro verrà soprattutto scandito dai grandi cambiamenti che stanno percorrendo il mondo intero e l’Occidente in modo del tutto particolare. All’avanzare della tecnica e all’ampliarsi smisurato dei suoi campi di applicazione, occorre chiedersi quale sarà la propensione all’innovazione tecnologica.
Dentro le nuove onde lunghe dell’evoluzione storica del capitalismo, c’è da domandarsi quali rapporti legheranno i regimi politici e il loro sistema internazionale alle dinamiche e al potere di mercati sempre più globali. Di fronte a rappresentazioni sociali plasmate senza sosta dai mezzi antichi e recentissimi di comunicazione di massa, è necessario interrogarsi su quali siano i valori culturali e le pratiche educative maggiormente in grado di orientare positivamente pensieri, convinzioni, azioni”.
Piero Giarda, neo-ministro per i Rapporti con il Parlamento.
Piero Giarda, ministro per i rapporti
con il Parlamento
E’ un grande esperto di finanza delle istituzioni pubbliche e il
suo sarà un ruolo assai delicato, perché dovrà tenere i rapporti tra un
Governo tutto di tecnici e il Parlamento “politico”.
Ma Pietro Giarda
conosce benissimo i meccanismi sia tecnici che politici del
funzionamento delle istituzioni. E’ stato sottosegretario al tesoro
tra il 1995 e il 2001 e per dieci anni tra il 1986 e il 1995 è stato
presidente della commissione tecnica per la spesa pubblica.
Andrea Riccardi, ministro per la
Cooperazione
E’ il leader della Comunità di sant’Egidio, storico e
intellettuale e editorialista di
Famiglia Cristiana e del
Corriere
della Sera. L’ultimo libro che ha scritto è una ponderosa biografia
di Giovanni Paolo II. Sa cos’è la cooperazione e soprattutto come la si
fa spendendo bene i soldi. L’esperienza di Sant’Egidio è fondamentale.
Basta dare un occhiata al successo del Progetto Dream per la lotta
all’Aids. Sul sito della Comunità www.santegidio.org c’è tutto. Ma
Riccardi è anche l’uomo che insieme a “quelli della Comunità” ha mediato
in numerosi conflitti, interpreti di una “diplomazia corsara” che ha
dato molti buoni frutti: dalla pace in Mozambico agli inizio degli anni
Novanta alla concordia in Costa d’Avorio di pochi mesi fa.
Alberto Bobbio