Acli: la gente vuole aria nuova

Se si votasse domani, 49 cattolici praticanti su cento diserterebbero le urne. Ma non vogliono un partito cattolico: chiedono un impegno concreto a servizio del bene comune.

27/10/2011
Andrea Olivero
Andrea Olivero

Se si votasse domani, il 49% dei cattolici praticanti diserterebbe le urne, a fronte del 37% dei non credenti. Sale l’astensione e crolla la fiducia non solo nei partiti politici, che dal 2008 a oggi passa dal 30% al 14%, ma anche nei confronti delle istituzioni di Camera e Senato (rispettivamente 22% e 25% contro il 49% e il 51% del 2008). Sono alcuni dei dati raccolti dall’Istituto Ipsos per la Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune, nata dalle Acli, dai quali si evince la drammaticità del momento e l’urgenza di una proposta credibile di cambiamento. “Purificare l’aria”, disse il cardinale Bagnasco in occasione dell’ultimo consiglio permanente della Cei. E l’80% dei credenti si dice d’accordo con il presidente della Conferenza episcopale.

Ma la crescita spaventosa della sfiducia tra i cattolici nei confronti della politica e delle istituzioni deve farci molto riflettere. È il fallimento evidente di un modello politico e il risultato di una legge elettorale che disincentiva la partecipazione degli elettori. La sfiducia generalizzata allontana i cattolici da tutte le forze politiche, ma anche dallo spirito di partecipazione alla democrazia. È una sfida che interpella non solo i partiti ma anche le organizzazioni sociali, in particolare quelle di ispirazione cristiana come le Acli.

I credenti – ci dice ancora la ricerca – mostrano interesse per un movimento sociale organizzato dei cattolici, ma non chiedono un partito cattolico. Non interessa un impegno di parte, magari a difesa della “cittadella fortificata” dei nostri valori, ma un impegno concreto a servizio del bene comune. L'esperienza di Todi darà dunque i suoi frutti se riusciremo a essere credenti credibili per il nostro mondo, ma se sapremo anche parlare a tutti i cittadini attraverso iniziative e proposte precise. Pane e speranza: lavoro per i giovani, welfare rinnovato, famiglie sostenute e protagoniste.

Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli
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Postato da elcamero il 28/10/2011 07:56

Buon giorno, io sono di origini contadine e ho imparato che da un albero di mele si otterranno solo mele e da una pianta di pomodori solo pomodori. E' per questo che dai frutti datici dagli attuali partiti politici ritengo che non ci si possa aspettare che sempre gli stessi risultati. CI VUOLE QUALCOSA DI NUOVO. A meno di una "folgorazione sulla via di Damasco" gli uomini politici che hanno dato origine alla attuale situazione italiana non daranno frutti diversi e ci troveremo sempre in queste condizioni, o forse peggio dato il punto di partenza. Assisto a tanti proclami da parte dei movimenti cristiani ma nessuno si sbilancia, secondo me anche loro sono coscienti della pessima situazione politica in cui ci siamo ficcati con le scelte degli ultimi 15 anni e del fatto di esserci fidati di un uomo e del suo partito (suo e non degli italiani) che di cristiano ha ben poco se non i proclami che sono solo parole ma non si concretizzano nei fatti (checchè ne dica Alfano). Non ci resta che pregare e sperare che arrivi questo qualcosa di nuovamente Cristiano che porti i buoni frutti, ricordiamoci cosa sta scritto nel Vangelo.

Postato da Andrea Annibale il 27/10/2011 19:51

Il Parlamento dovrebbe essere luogo di fuga dall’anomia, di inclusione, di aggregazione. L’immagine pubblicata da Famiglia Cristiana mostra un Parlamento che disgrega, facinoroso, inconcludente, assente, litigioso, che anziché includere, esclude. Cosa significa venire alle mani se non dire “io ti escludo”? Intanto, si apprezzano e si fanno apprezzare sempre di più quei politici che a destra, come al centro, come a sinistra misurano le parole. Non multa, sed multum diceva Quintiliano. Siamo invasi da parolai rissosi che ogni giorno la sparano più grossa dai giornali e dalla televisione. E’ la politica dei proclami che creano nebbia, una cortina fumogena che confonde e stanca la gente. Per questo tanti elettori sono incerti su chi votare e se andare a votare. Dei proclami cui non seguono fatti concreti anch’io sono stufo, anche se ho chiaro in mente chi votare. Lo straparlare vuoto e inconcludente sta logorando il Paese. C’è un problema di selezione della classe dirigente. Chi ha mandato in Parlamento questa gente perché desse uno spettacolo così misero? Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da giorgio traverso il 27/10/2011 18:22

Per prima cosa,i cattolici dovrebbero fare piazza pulita,dei loro rapresentanti nel parlamento.Accettare la laicità dello stato che non deve essere condizionato dalla chiesa cattolica.Un vero cattolico,ha i suoi principi,dettati dalla sua fede e con questi deve vivere.In ultimo giudicare gli uomini,per quello,che fanno,e dalla loro dirittura morale,non per il partito a qui aderiscono.Senza voler giudicare nessuno,questa è la mia opinione di cattolico laico. giorgio traverso

Postato da puricella il 27/10/2011 17:49

Cosa vuol dire nella cabina elettorale"I credenti non chiedono un partito cattolico....,ma un impegno concreto a servizio del bene comune" ?

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