26/04/2011
La centrale di Cernobyl subito dopo l'esplosione in una rara immagine scatta nel 1986.
In Ucraina i 25 dalla tragedia nucleare di Cernobyl sono stati ricordati con una
conferenza di tre giorni, a Kiev, organizzata dal Governo, a cui
hanno partecipato anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki
Moon, e il direttore generale dell'Agenzia Atomica Internazionale, Yukiya
Amano. Bisogna completare il cosiddetto "nuovo confinamento
sicuro", una struttura gigantesca a forma di arco che andrà a coprire
l'unità 4 danneggiata dell'impianto di Cernobyl, in modo da
isolarla e permetterne il futuro smantellamento. Una volta costruito,
l'arco sarà lungo quasi come due campi da calcio e alto abbastanza da
contenere la Statua della libertà.
La Commissione europea fino ad oggi ha destinato a Cernobyl
circa 470 milioni di euro, soprattutto per progetti riguardanti la
sicurezza nucleare, ma anche per aiutare la popolazione locale e
garantire alle famiglie colpite dal disastro l'accesso a un'assistenza
sanitaria di qualità. Per riuscire a completare entro il 2015 i
progetti principali riguardanti il sito sono però necessari altri 740
milioni di euro da parte della comunità internazionale. 110 milioni
li metterà l'Europa, ma la conferenza che si apre oggi serve a trovare i
finanziamenti restanti. Compito non facile con la crisi economica
internazionale e con Fukushima che potrebbe rappresentare un impegno di
spesa straordinario non solo per il Giappone, già in dura recessione. Il
nuovo sarcofago, una volta realizzato, sarà utilizzato anche per lo
stoccaggio del combustibile esaurito delle unità rimaste in funzione
dopo l'incidente, un'opera indispensabile per la disattivazione
definitiva della centrale.
La Commissione Europea ha cercato anche di aiutare chi sta ancora
pagando le conseguenze dell'incidente a riprendere una vita normale. I
progetti "bambini di Cernobyl" sono rivolti alle mamme e ai bambini
contaminati, per rendere accessibili loro servizi sanitari di qualità e
organizzare corsi di nutrizione. È partito anche un programma di
formazione grazie al quale 70 famiglie hanno potuto avviare la
coltivazione di frutta e bacche e hanno venduto già i primi raccolti di
fragole e mele.
Ma non è possibile coltivare in gran parte dei terreni dell'area di
Chernobyl. Una nuova ricerca di Greenpeace in Ucraina ha rilevato,
infatti, alti livelli di contaminazione radioattiva in molti alimenti
di base, come latte e funghi. Il mese scorso, gli esperti di
radiazioni di Greenpeace hanno acquistato nei mercati locali o dai
contadini e analizzato 114 campioni di prodotti alimentari. In un
villaggio della regione di Rivnenska, Greenpeace ha trovato
concentrazioni di Cesio-137 che nel 93% dei campioni di latte analizzati
eccedono di un fattore compreso tra 1.2 e 16.3 volte i livelli previsti
per i bambini in Ucraina.
“Le nostre analisi", spiega Iryna Labunska, esperta di
Greenpeace, "hanno riscontrato alti livelli di radioattività, dovuti
alla catastrofe di Cernobyl, in molti campioni di alimenti. In numerosi
casi i livelli di cesio radioattivo eccedono i limiti previsti dalla
legislazione ucraina”. In Ucraina, 18.000 chilometri quadrati di
terreni agricoli sono stati contaminati in seguito all’esplosione di
Cernobyl e si stima che il 40% dei boschi di betulle e abeti, pari a una
superficie di 35.000 km2, siano contaminati. I boschi sono
intersecati da strisce tagliafuoco. Ci sono i sensori antincendio:
in caso in cui non fosse controllabile il fuoco, questi tagli che
dividono i boschi in settori servono a limitarne l'espansione. Non deve
bruciare la foresta, perché il fumo porterebbe gli elementi radioattivi
nuovamente in atmosfera.
Se si va a Cernobyl oggi si scopre che esiste un'area
inaccessibile di 25 chilometri quadri. Prima della catastrofe vi
abitavano 116.000 persone, 96.000 furono trasferite altrove. I 3.000 che
tornarono alle loro case, dovettero ripartire (ne rimangono oggi solo
250 con permessi speciali), perché lì è vietato abitare per la legge
ucraina, visti gli elevati livelli di contaminazione. Oggi attorno
alla centrale lavorano 3.300 persone: i medici per i controlli, i
poliziotti, gli addetti alla manutenzione, gli impiegati e gli operai
che compiono gli sbancamenti di terreni contaminati. Se si incontrano
altri esseri umani, sono turisti. In tutti gli alberghi di Kiev si trova
infatti un opuscolo in cui, accanto a decine di proposte, accompagnate
da generose foto di belle ragazze, c'è l'invito a visitare il most
exotic place on earth, prenotabile sul sito www.pripyat.com.
Proprio come a Cracovia ti propongono la gita in giornata a Auschwitz”,
racconta Francesco Cataluccio in Cernobyl (Sellerio editore). “E
nel 2004, un produttore ucraino-americano ci ha girato (pagando chissà
quanti soldi ai funzionari locali) la quarta puntata del film Il
ritorno dei morti viventi. Senza parole.
Gabriele Salari