02/07/2010
Antonio Pennacchi ha vinto lo Strega con "Canale Mussolini".
Dunque la Mondadori ha fatto poker. Per la quarta volta consecutiva - fatto senza precedenti - si è aggiudicata lo Strega, il più prestigioso dei premi letterari. Sembrava che questa edizione 2010 dovesse andare a un'altra casa editrice, in virtù della legge non scritta dell'alternanza (non più così ferra dalla morte di Anna Maria Rimoaldi). E invece...
Vince il sessantenne Antonio Pennacchi, operaio fino a soli 10 anni fa, poi improvvisamente scrittore di successo con Il fasciocomunista, Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni e Fascio e martello. Viaggio per le città del Duce. E ancora intorno all'epoca fascista e alla figura di Mussolini è costruito il romanzo vincitore dello Stega 2010, Canale Mussolini: epopea di una famiglia contadina del Nord, iPeruzzi, trasferita nell'ago pontino nell'ambito della bonifica. Una romanzo storico e una saga familiare. Che non aveva convinto tutta la critica.
La sconfitta è la giovane Silvia Avallone, che con il suo Acciaio sembrava la predestinata alla vittoria. La Rizzoli si era speso molto per questo libro, ma è stata soverchiata ancora una volta dal colosso di Segrate, anche se per soli quattro voti. Terzo un altro romanzo partito con i favori del pronostico: Hanno tutti ragione del regista Paolo Sorrentino, al suo esordio come scrittore. Quarto il libro Comuni sono le cose degli amici di Matteo Nucci (Ponte alle Grazie). Quinto Lorenzo Pavolini con Accanto alla tigre (Fandango, alla sua prima partecipazione alla finale del premio).
Ha vinto il libro più bello? Difficile dirlo, come sempre. I lettori di Famiglia Cristiana (vresione cartacea) nei prossimi numeri troveranno le recensioni al libro di Pennacchi, scritta da una grande scrittrice come Antonia Arslan, a quello di Matteo Nucci e di Lorenzo Pavolini. Di Acciaio di Silvia Avallone hanno potuto leggere la presentazione già al momento dell'uscita.
Più facile rispondere a un'altra domanda: il libro premiato è il più bello della stagione letteraria? No. Molto, come sempre, resta fuori dalla votazione, per una lunga serie di ragioni.
Paolo Perazzolo