Cinque Stelle cadenti

Lo tsunami stavolta ha travolto loro. Il flop alle amministrative del movimento di Grillo non è una sopresa ma il frutto di una politica del vuoto

28/05/2013
Il Candidato di M5S a Roma Marcello De Vito.
Il Candidato di M5S a Roma Marcello De Vito.

Si sprecano, sul blog di Beppe Grillo, i commenti malefici per il flop elettorale di M5S. Tra l'altro, gli elettori e i followers (che nel caso della creatura di Grillo fa lo stesso) se la prendono anche con il loro leader. Uno di questi, firmato da Agostino, dice: "Bla bla bla bla bla, e poi quando potevate governare e cambiare il Paese non lo avete fatto, per cosa credete la gente vi abbia votato? Per giocare alle belle madamine? Come previsto ora avete un terzo dei voti, così sarete contenti, siete riusciti a far tornare in auge Berlusconi. Grazie, davvero grazie, tornerò certo a votarvi, così potrete continuare con le vostre vuote dissertazioni. Nessuno vi ha spiegato che nella vita vi sono delle priorità, e che a volte meglio scegliere il male minore anzichè suicidarsi?".

Il flop di Casaleggio & Co. non era previsto, anche se i sondaggi parlavano di un "non aumento" o quanto meno di una lieve flessione. Ma in politica le strategie di marketing non bastano. Sono bastati tre mesi per capire che la classe politica arrivata in Parlamento grazie all'ondata di antipolitica che pervade il Paese, ben incanalata da Grillo, era composta quasi sempre da "cittadini" che sembravano arrivati da Marte, non solo inesperti, ma totalmente stralunati e fuori da ogni logica politica, apprendisti stregoni, gente per bene ma per niente autonoma, per nulla comunicativa, anche se dotata di I-pad e I-phone.

 Il resto lo ha fatto la linea ossessiva e inconcludente di Grillo, ostinatamente refrattaria a qualunque ipotesi di alleanza in Parlamento, al Governo e persino al Quirinale, nella certezza che sarebbe passato all'incasso alle prossime elezioni sfruttando ancora una volta il malcontento. Ma agli elettori, evidentemente, piace anche la politica del "fare" e hanno preferito ritirare la delega dell'astensionismo.

Francesco Anfossi
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Postato da fausto549 il 31/05/2013 10:27

Personalmente auspico che , d'ora in avanti , il movimento 5 stelle alle elezioni prenda sempre meno fino a sparire dalla scena politica, essendo inutile se non addirittura pericoloso per la democrazia e la società.

Postato da Rodolfo Vialba il 31/05/2013 09:48

Prima di tutto ho cacciato Valentino Tavolazzi e fui contento perché voleva sapere ciò che non doveva. Poi ho espulso Giovanni Favia e Federica Salsi e ho goduto perché non avevano ubbidito. Poi ho espulso Antonio Venturino che da Vice Presidente dell’Assembla siciliana voleva tenere per se tutti i soldi e i rimborsi. Poi ho proposto, e la rete ha approvato, l’espulsione di Marino Mastrangeli e fui sollevato perché era fastidioso. Ho anche minacciato di denunciare la Gabanelli perché fa troppe domande e scaricato Rodotà perché è un ottantenne miracolato dalla rete. Infine me la sono presa di brutto contro gli elettori che non mi hanno votato perché loro è la colpa se ho perso i due terzi dei voti alle politiche. Oggi sono rimasto solo, non ho più nessuno da espellere e, dunque, espellerò me stesso perché la politica non merita un comico in concorrenza con un menestrello.

Postato da DOR1955 il 28/05/2013 15:23

Sono perfettamente d'accordo con l'analisi del Dr. Anfossi. M5stelle ha sicuramente "toppato" in queste amministrative per demerito proprio e, non nascondiamoci dietro al famoso dito, anche per una "demonizzazione" da parte dei mass-media che, in parte, M5stelle se l'è cercata. Difetti di gioventù, inesperienza e anche supponenza. E, se da un certo punto di vista (leggasi governi locali - alias sindaci) mi compiaccio per il fatto che il PD (e in genere il centro sinistra) stia dimostrando di sapersi ricompattare, l'altra "faccia della medaglia" è il riflesso che questo voto potrà avere sul versante del governo nazionale. La (probabile) vittoria sul fronte dei sindaci del centro sinistra potrebbe non necessariamente essere un bene per il Paese Italia, e non tanto ripeto a livello comuni, quanto appunto a livello governo nazionale. Se il PDL (e il centro destra in generale) era certo di vincere questa tornata elettorale per "farla pesare" sul governo Letta, per cui renderlo "ostaggio" a ogni votazione, ora si profila la quasi certezza che il governo Letta durerà per tutta la legislatura. Se fosse un governo normale di un Paese normale sarebbe un bene, essendo però un governo "pasticciato" si corre il rischio che le cose importanti per farci uscire dalla crisi non saranno prese e/o se prese saranno esattamente la fotocopia del governo: "pasticciate". In compenso la preoccupazione, specialmente del centro destra, è focalizzata sulla non-riforma della legge elettorale, sulle leggi-leggine in tema di giustizia tese a difendere singole persone e/o ben specifici interessi, fare qualunquismo sull'IMU e altre "riforme" che interessano, nel senso che fanno gli interessi, di 1.000-2.000 persone. Per cui, se è per certi versi una "giusta" punizione che Grillo si è in parte cercata, d'altro canto non sarei così felice della debacle di M5stelle che costringerà la maggioranza degli italiani a convivere, nel bene e nel male, con il "famoso innominabile" che potrà contare su immunità, protezione politica e non da ultimo, impedire all'Italia di fare riforme assolutamente necessarie per il bene comune. Le medaglie hanno sempre "due faccie"!

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