05/08/2011
Forte denuncia della Coldiretti: i prezzi pagati agli agricoltori per la frutta estiva sono crollati con un calo medio del 29 per cento. Ma continuano invece ad aumentare per i consumatori sugli scaffali dei supermercati, con un aumento medio dell’1,6 per cento. I coltivatori diretti hanno quindi deciso una mobilitazione di protesta: “Meglio regalare frutta e verdura che svenderla!”, per denunciare lo scandaloso aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nell'estate della crisi, che danneggia imprese agricole e cittadini.
Per la prima volta alla mobilitazione della Coldiretti hanno partecipato insieme i coltivatori di pomodori, peperoni, melanzane, angurie e pesche che hanno offerto gratuitamente decine di quintali dei propri prodotti: da piazza Santi Apostoli a Roma e in tutta Italia, sulle spiagge di Margherita di Savoia, in provincia di Foggia e Mondragone in provincia di Caserta o sulle strade di Verona, dove i trattori della Coldiretti hanno consegnato la frutta locale ad alcuni enti caritatevoli, mentre sabato 6 agosto la distribuzione con motonave avverrà sulle spiagge di Amalfi, Maiori e Vietri Sul Mare.
Solo per fare qualche esempio nel 2011 le pesche e le nettarine vengono pagate la metà rispetto a dieci anni fa al produttore agricolo che per potersi permettere un caffè al bar ne deve vendere cinque chili. Ma mentre i prezzi della frutta riconosciuti al produttore in campagna crollano, per i consumatori sugli scaffali del supermercato aumentano. Si tratta del risultato - precisa la Coldiretti - delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano nel passaggio della frutta dal campo alla tavola. A causa delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta dall’azienda agricola al carrello della spesa i prezzi come minimo triplicano, ma possono aumentare anche di 5 o 6 volte.
Gli esempi non mancano secondo le elaborazioni Coldiretti su dati del servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. Le pesche gialle vengono pagate agli agricoltori 31 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,85 euro al chilo con un ricarico del 496 per cento (sei volte), i cocomeri passano da 0,11 euro al chilo in campo a 0,60 euro al chilo sulla tavola con un aumento del 445 per cento (cinque volte e mezzo ) e i meloni da 0,34 euro al chilo a 1,30 euro con un ricarico del 282 per cento (quadruplicano).
Il risultato è che oggi – sottolinea la Coldiretti - gli acquisti di frutta e verdura delle famiglie italiane sono di appena 350 chili all’anno mentre nel 2000 erano 450 chili, nonostante la spesa per acquistarla sia aumentata. Nel 2011 i consumi familiari di frutta e verdura sono diminuiti del 9 per cento nel primo trimestre rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. In tutto il 2010 le famiglie italiane hanno acquistato 8,3 milioni di tonnellate di ortofrutta per una spesa complessiva di 13 miliardi, di cui circa 4,5 milioni di tonnellate gli acquisti di frutta e 3,8 milioni di tonnellate quelli degli ortaggi. La causa va dunque anche ricercata - sostiene la Coldiretti - nella moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola, ma ha anche fatto crollare il reddito degli agricoltori che negli ultimi 15 anni sono stati costretti ad abbattere quasi la metà delle coltivazioni di pesche in Italia.
Pino Pignatta