27/08/2012
Il Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo (foto Reuters)
Un nuovo concorso per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado, il cui bando uscirà a settembre. Ne ha parlato venerdì il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo e nel weekend si sono rincorsi annunci, puntualizzazioni e smentite. Ora su questo tema così delicato occorre fare chiarezza, anche per rispetto verso le migliaia di docenti precari e aspiranti insegnanti che hanno diritto alla certezza di una normativa trasparente.
Venerdì: l’annuncio
Una buona notizia: a distanza di 13 anni dall’ultimo concorso a cattedre (bandito nel 1999 ed espletato nel 2000), riparte il reclutamento degli insegnanti su base meritocratica. Non l’ennesima sanatoria per i precari storici (i quali – intendiamoci – dopo molti anni di servizio prestato con merito hanno pure diritto a una stabilizzazione). Ma una prova aperta a tutti, soprattutto ai neo-laureati.
Un’idea positiva, per ovviare a un problema sempre più sentito nella scuola italiana: l’età media molto avanzata della classe docente, tanto che in molti istituti (soprattutto alle medie e alle superiori) è difficile trovare un professore di ruolo che abbia meno di quarant’anni. Per questo il ministro annuncia che il concorso avrà valore abilitante.
Sabato: la smentita
Il giorno dopo si fa chiarezza sulle cifre, prima comunicate in maniera un po’ confusa. A partire dal prossimo 1° settembre, saranno 21 mila le immissioni in ruolo. Metà dei docenti saranno tratti dalle cosiddette “graduatorie permanenti”, quelle in cui sono confluiti gli abilitati delle Ssis, le scuole di specializzazione post lauream all’insegnamento secondario, di durata biennale, i cui corsi si sono tenuti tra il 1999 e il 2009, quando fu decisa all’improvviso la loro chiusura perché si erano rivelate – come disse l’allora ministro Mariastella Gelmini – “una fabbrica di disoccupati”.
L’altra metà degli insegnanti saranno invece assunti dalle graduatorie dell’ultimo concorso ordinario, non ancora esaurite.
Gli 11.892 docenti per i quali verrà bandito il nuovo concorso, entrerebbero in ruolo il 1° settembre 2013. Però – ecco la smentita – potranno partecipare soltanto gli abilitati. Cioè non i neo-laureati, ma gli stessi abilitati delle Ssis già nelle graduatorie permanenti.
Domenica: la riflessione
Se le cose stanno così, la conclusione del weekend è piuttosto amara. Il
concorso non potrà essere – come si sperava, come si era capito e come
lo stesso ministro Profumo si era espresso – un’occasione per i giovani,
un tentativo di immettere nel sistema scolastico italiano energie
fresche.
Se vi possono partecipare soltanto gli abilitati, il concorso non
sarebbe nient’altro che un canale privilegiato per i più bravi (per i
più preparati, o, se vogliamo, per quelli a cui non spiace, anche dopo
una lunga esperienza da supplenti e incaricati annuali, rimettersi
nuovamente alla prova) per abbreviare l’attesa in graduatoria, un’attesa
che – come si è visto – spesso dura anni. Insomma, la montagna avrebbe
partorito il classico topolino.
Ministro Profumo, speriamo che non sia così. Speriamo che alla sua
giusta intuizione segua un bando coerente, aperto a tutti, come avveniva
in passato, quando i concorsi si svolgevano con regolarità (e non ogni
tre lustri o giù di lì…): ti laureavi a 23 anni, a 24 facevi il concorso
e a 25 eri in cattedra.
La scuola ha bisogno dell’esperienza degli insegnanti più maturi, ma
anche dell’energia e dell’entusiasmo dei più giovani. Anche perché la
prospettiva di aspettare molti anni per un contratto a tempo
indeterminato rischia di scoraggiare i laureati migliori
dall’intraprendere una professione verso la quale magari si sentirebbero
portati. E così l’istruzione perde la forza lavoro più qualificata.
Aspettiamo la pubblicazione del bando, annunciata per il 24 settembre,
augurandoci che si tenga conto di questi aspetti niente affatto
trascurabili.
Roberto Carnero