14/06/2011
Don Antonio Mazzi e Roberto Vecchioni con i cd della collana "Controcanto-musica per cambiare il mondo".
«Io lo dico da tanto: i ragazzi sono come dei grandi alberi che vanno nutriti. L'errore dei genitori italiani è pensare che i loro figli siano dei fiorellini». Non poteva usare una metafora più calzante, don Antonio Mazzi, per parlare di "Il grande albero di Leonardo Zega", la comunità di accoglienza per ragazze e madri vittime di violenza che l'Associazione Educatori senza frontiere della Fondazione Exodus realizzerà in Honduras, a El Paraiso, anche grazie al sostegno dell'iniziativa editoriale Controcanto, una collana di dieci cd allegata a partire da questa settimana a Famiglia Cristiana, il cui ricavato sarà in parte devoluto alla costruzione della comunità in Honduras.
«Cinque-sei anni ci hanno chiesto di andare nel mondo, non per convertire ma per educare», ha spiegato don Mazzi alla conferenza stampa di presentazione di Controcanto, che si è svolta alla sede della Comunità Exodus di Milano, «è nata così l'associazione Educatori senza frontiere che si è allargata a sei Paesi. Poi, un grande cardinale salesiano honduregno, Oscar Maradiaga, ci ha chiamato e con lui abbiamo messo in piedi in Honduras un centro per il recupero di ragazzi tossicodipendenti e alcolisti. Questo Paese centroamericano è attraversato dalla grande strada della droga che unisce Messico e Colombia. Qui la violenza è terribile, in modo particolare sulle donne».
Così, dopo il centro per giovani, è nata l'idea di una comunità che accolga le donne vittime di abusi, madri giovani violentate e abbandonate dai loro mariti. La comunità, che ospiterà trenta donne, nascerà su un vasto terreno dove sorge un imponente albero di mango. E proprio guardando questo albero che dà frutti, don Mazzi ha deciso di chiamare la nuova comunità "Il grande albero di Leonardo Zega", dedicandola alla memoria dello storico direttore di Famiglia Cristiana scomparso a gennaio del 2010, al quale lui era molto legato da un sentimento di profonda amicizia e di ammirazione.
«Don Zega non era un prete ribelle, come molti giornalisti lo hanno definito. Lui era un prete e basta», ha ricordato il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, alla conferenza stampa. «Seguiva la Chiesa e la società con la testa alta e la schiena dritta. Quest'anno Famiglia Cristiana compie 80 anni; don Zega ha avuto il merito di dare dignità alla stampa cattolica». E ha aggiunto: «Nel suo studio abbiamo ritrovato una foto che lo ritrae mentre dà da mangiare a un bambino. Don Zega teneva tante foto di bambini: erano i piccoli nati grazie a lui, ai consigli che dava nei Colloqui col padre alle donne che gli scrivevano dicendo di voler abortire. Inoltre, aveva adottato a distanza un bambino in America latina al quale teneva molto».
Don Sciortino ha ricordato inoltre la rubrica di Famiglia Cristiana "Il caso della settimana", che in ogni numero presenta storie di persone o famiglie in difficoltà bisognose di un aiuto finanziario, e ha osservato: «La generosità dei nostri lettori è sempre grande. E' un segno importante, in un momento in cui in questo Paese si fa così poco per la famiglia». E, ricordando la nuova iniziativa editoriale di solidarietà di Famiglia Cristiana, ha concluso: «Dobbiamo fare da controcanto a un andazzo generale della nostra società che non ci piace per niente».
Controcanto-musica per cambiare il mondo è una collana di dieci cd tematici che raccolgono le canzoni di grandi autori italiani. Ogni cd è corredato da un libretto con un intervento di don Mazzi che intervista gli artisti. Si comincia questa settimana con la pace, si proseguirà con la speranza, il rapporto tra generazioni, le mafie, l'amore, il popolo sovrano, il viaggio, il cammino, le nostre città, l'impegno civile. Testimonial dell'iniziativa solidale (oltre che presente nella collana con un suo brano), insieme a don Mazzi è Roberto Vecchioni. Chiamato dal fondatore della Comunitù Exodus a partecipare all'iniziativa, Vecchioni ha creduto nel valore di questo progetto. «I cd della collana sono molto belli», ha detto alla conferenza, «noi non possiamo cambiare il mondo in una volta, ma possiamo però mettere una goccia per volta». E una riflessione personale: «La fede è un continuo combattimento, non si può fotografare, la fede è un film. E Dio è eternamente un artista».
Giulia Cerqueti