25/08/2012
il patriarca di Mosca Kyrill con monsignor Jozef Michalik, presidente della Conferenza episcopale polacca (foto Reuters).
Il patriarca russo, Kyrill, è in visita in Polonia.
Per lui è il primo viaggio in un Paese
cattolico e la Polonia è davvero particolare
per i russi. La storia tra russi e polacchi è fatta
di guerre e sofferenze. Ma l’antagonismo è
anche religioso: tra Polonia e Russia passa la
linea di demarcazione tra cattolici e ortodossi.
Nel Novecento, dopo la lunga dominazione
russa in terra polacca e i vent’anni di Polonia
indipendente, i polacchi sono tornati sotto
il regime comunista filosovietico.
Polacchi e russi possono ricordare tante
sofferenze, che si sono vicendevolmente provocati.
Oggi però la visita di Kyrill scrive una
coraggiosa pagina di riconciliazione, che mostra
la statura europea ed ecclesiale del leader
della Chiesa russa. Del resto la Chiesa polacca,
che ha tanto sofferto, conosce bene la
via del perdono, tanto che la propose ai cristiani
tedeschi nel cuore degli anni Settanta:
«Perdoniamo e chiediamo perdono». È una
delle grandi idee che Karol Wojtyla ha testimoniato
nel suo pontificato.
La visita di Kyrill segna il superamento dei
nazionalismi, ma manifesta anche una proposta:
che i cristiani siano insieme in Europa
per darle un’anima, quel “sostrato“ cui si riferì
Giovanni Paolo II nell’intervento davanti al
Parlamento europeo l’11 ottobre 1988: «Se il
sostrato religioso e cristiano di questo continente
dovesse essere emarginato dal suo ruolo
di ispiratore dell’etica e dalla sua efficacia
sociale, non è soltanto tutta l’eredità del passato
che verrebbe negata, ma è ancora un avvenire
dell’uomo europeo – parlo di ogni uomo
europeo credente o non credente – che verrebbe
gravemente compromesso».
L’Europa non è solo euro o economia, ma
anche la casa di popoli portatori di una civiltà
e di una cultura dall’impronta cristiana. Lo ha
ricordato Benedetto XVI nel discorso di fronte
al Parlamento tedesco il 22 settembre 2011:
«La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra
Gerusalemme, Atene e Roma, dall’incontro tra
la fede in Dio di Israele, la ragione filosofica
dei Greci e il pensiero giuridico di Roma. Questo
triplice incontro forma l’intima identità
dell’Europa. Nella consapevolezza della responsabilità
dell’uomo davanti a Dio e nel riconoscimento
della dignità inviolabile dell’uomo,
di ogni uomo, questo incontro ha fissato
dei criteri del diritto, difendere i quali è nostro
compito in questo momento storico».
L’Europa non è solo una fredda burocrazia
o un insieme di istituzioni: può essere
l’Europa dei popoli. Siamo convinti che, nel
grande confronto della globalizzazione, la
civiltà dei nostri popoli sopravviverà, se sapremo
essere europei. L’abbraccio tra la
Chiesa polacca e quella russa scrive una pagina
storica: «Chiese sorelle, popoli fratelli»,
avrebbe detto il patriarca ecumenico Atenagora,
grande costruttore dell’ecumenismo.
Così sta avvenendo.
Andrea Riccardi