27/07/2011
Anders Behring Breivik all'arrivo in tribunale.
Le autorità norvegesi, ovviamente. L’Unione Europea attraverso Cecilia Malmstroem, commissario agli Affari Interni. Qualche Governo. Qualche intellettuale. C’è voluta la strage in Norvegia, le decine di ragazzi massacrati da Anders Behring Breivik, perché qualcuno aprisse finalmente gli occhi sulla destra orribile (c’è, ovviamente, anche una destra civile, e molto) che negli ultimi anni si è diffusa in Europa. E non si tratta, qui, di prendersela con il solito Borghezio, che è impresentabile da sempre anche se la Lega lo manda a rappresentarla (e rappresentarci) in Europa.
Geert Wilders.
Il vero problema sta in quell’ambiente di “declino economico,
disoccupazione, ansia della media borghesia e immigrazione” che si è
formato in vaste aree del continente e nella speculazione politica che
lo ha investito. La prima faccia della medaglia ci è ben nota:
nell’Unione Europea la disoccupazione è al 9,6% e in crescita; nei 16
Paesi dell’area Euro è al 10,1% e in crescita. La disoccupazione
giovanile nel continente è intorno al 20%, in alcuni Paesi (Spagna,
37,8%; in Francia, Grecia e Italia ben oltre il 25%) anche molto più
in alto. In generale, siamo e ci sentiamo un po’ più poveri di pochi
anni fa, e sempre più preoccupati. Famiglia Cristiana ha appena
pubblicato in esclusiva una ricerca dell’Istituto Demopolis: il 23% delle
famiglie italiane arriva a fine mese ricorrendo a prestiti o bruciando i
risparmi e il 45% di esse ammette di aver avuto difficoltà, nell’ultimo
anno, per pagare l’affitto o la rata del mutuo.
Ma quelle parole tra virgolette, che ho tratto da un magistrale
articolo scritto per il New York Times da Roger Cohen,
giornalista e saggista americano che conosce bene noi europei, ci
invitano anche ad altre considerazioni. Cohen aggiunge: “Breivik ha
molti compagni di strada ideologici su entrambe le sponde
dell’Atlantico. Viene da loro il veleno che ha infettato il suo
risentimento omicida. Tra gli altri Geert Wilders in Olanda, che
ha paragonato il Corano al Mein Kampf di Hitler, mentre otteneva
il 15,5% dei voti nelle elezioni del 2010; Marine Le Pen in
Francia, che ha usato analogie naziste per manifestare il proprio
disprezzo per i musulmani devoti; i partiti di estrema destra in Svezia,
Danimarca e Gran Bretagna, che fanno derivare qualunque problema
dall’immigrazione islamica… Ciò che è diventato chiaro a Oslo è che il
delirante odio anti-islamico che le destre contrappongono al
“multiculturalismo” delle sinistre può essere pericoloso quanto
l’odio contro gli infedeli di Al Qaeda: Breivik da solo ha ucciso
molte più persone dei quattro kamikaze islamici nell’attacco alla
metropolitana di Londra nel luglio del 2005”.
Una vecchia immagine di Osama Bin Laden con il suo "vice" Al Zawahiri.
Molti, oggi, insistono sulla “follia” di Breivik (come se
potesse non essere folle uno che ammazza a sangue freddo decine di
ragazzi che chiedono pietà) soprattutto perché fanno fatica ad accettare
la semplice e drammatica realtà che le dichiarazioni di Borghezio
mettono in luce: gli argomenti, i ragionamenti, i deliri di Breivik
li abbiamo sentito spessissimo negli ultimi anni, anche in sedi presunte
nobili come giornali, telegiornali, dichiarazioni di politici, discorsi
di amici.
Quanti giornalisti pseudo-illustri e commentatori
pseudo-esperti ci hanno martellato in questi anni con l’invasione
islamica, il ritorno del califfato, lo stravolgimento della nostra
civiltà a causa dell’immigrazione, a dispetto di ogni fatto e di
ogni cifra? Quanti politici e quanti scrittori copioni ci hanno
ossessionato con quella fanfaluca dell’Eurabia, teorizzata dalla
saggista ebrea egiziana Bat Ye’or? E lo scontro di civiltà? Scrivere
pessimi libri e diffondere sciocchezze non equivale ad armare la mano di
un assassino. Non facciamo finta che sia un merito, però, e che non
abbia prima o poi delle conseguenze.
Fulvio Scaglione