Elezioni, dieci cose da sapere

Perchè si chiama election day? Perchè la Lombardia è importante? Quanto conta il "generale Inverno"? Tutte le domande (e risposte) sul voto di domenica.

21/02/2013
Da sinistra. Silvio Berlusconi, Mario Monti, Beppe Grillo, Pierluigi Bersani.
Da sinistra. Silvio Berlusconi, Mario Monti, Beppe Grillo, Pierluigi Bersani.

Quando e dove si vota? Si vota domenica 24 febbraio dalle ore 8 alle ore 22 e lunedì 25 febbraio dalle ore 7 alle ore 15.

Perché si chiama “election day”?
Perché riassume le elezioni per il rinnovo del Parlamento (Camera e Senato) e l’elezione per il rinnovo del presidente e del consiglio regionale di tre regioni (Lombardia, Lazio e Molise).

Come si vota?
Bisogna apporre il proprio segno di matita non sul nome del candidato e nemmeno sulla coalizione, ma sulla lista che si vuole votare. È vietato scrivere sulla scheda il nominativo dei candidati e qualsiasi altra indicazione. Eventuali "sconfinamenti" su contrassegni limitrofi non sono un problema. La legge prevede infatti che, se il segno dovesse invadere altri simboli, il voto “si intende riferito al contrassegno su cui insiste la parte prevalente del segno stesso”. Il voto, dunque, è valido.

Perché si dice che il Centrodestra è aiutato dal “generale Inverno”?

Perché il freddo e la neve inducono solitamente a stare a casa e non partire per il weekend in montagna o al mare. Tentazione, che, storicamente, prende più gli elettori del Centrodestra (considerati più benestanti e quindi più “conservatori”) che quelli del Centrosinistra (con meno possibilità di fare il weekend fuori ma anche più propensi a votare  e dotati di più alto senso di militanza. Il generale Inverno (quello che sconfisse Napoleone in Russia) potrebbe dunque favorire in qualche modo il Centrodestra.

Quali sono le principali coalizioni in campo?

Sono quelle guidate da Pier Luigi Bersani. Mario Monti e Silvio Berlusconi. Vendola è apparentato con Bersani, mentre Antonio Ingroia e Beppe Grillo hanno deciso di correre da soli.

Che cos’è il premio di maggioranza?

La coalizione vincente ha diritto a un premio in termini di seggi che la porta ad avere la maggioranza assoluta. Alla Camera è su base nazionale. Significa che il partito che vince su base nazionale ottiene 340 seggi, pari al 55 per cento dei deputati, garanzia di governabilità. In Senato la situazione è più complessa perchè i premi di maggioranza sono su base regionale e dunque non è detto che il partito che vinca alla Camera vinca anche al Senato. Con Prodi, nel 2008, il premio di maggioranza scattò per soli 24 mila voti in più rispetto al suo rivale Berlusconi. Al Senato invece Prodi fu costretto continuamente a chiedere il voto dei senatori a vita per avere la maggioranza.

Che cos’è la soglia di sbarramento?

Per entrare in Parlamento una lista deve ottenere alla Camera almeno il 4 per cento dei voti se corre da sola. Se la lista si coalizza con altre la soglia è del 2 per cento (sempre che la coalizione ottenga in totale più del dieci per cento). Al Senato la soglia è dell’8 per cento se la lista corre da sola e del 3 per cento se si apparenta con altre liste.

Quanti sono i seggi a disposizione degli italiani all’estero?

Sono 12. Uno viene assegnato alla Val D’Aosta. Dunque su 630 seggi totali della Camera, 340 vanno alla coalizione vincente, 12 agli italiani che votano all’estero, uno alla Val D’Aosta e 277 alle liste di minoranza.

Alle Regionali c’è il ballottaggio?

No, il presidente della Regione è eletto al primo turno. In Lombardia, con la nuova legge regionale dello scorso autunno, è stato abolito il listino bloccato (il presidente aveva diritto a eleggere 15 consiglieri scelti da lui). Il presidente che vince ha diritto a un premio di maggioranza di 44 consiglieri su 80 se vince con meno del 40 per cento e di 48 se vince con una percentuale che va dal 40 al 60.

Perché la Lombardia è considerata l’Ohio d’Italia?
L’Ohio è lo Stato federale degli Stati Uniti solitamente in bilico nel computo dei seggi necessari ad eleggere il presidente americano. Anche la Lombardia risulta essere determinante, con i suoi 49 senatori, in un contesto di testa a testa tra Centrodestra e Centrosinistra.  

Francesco Anfossi
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