La Primavera araba è donna

Il ruolo delle donne è stato fondamentale per la Primavera araba. Ora devono affermare i propri diritti. Parlano le protagoniste.

26/10/2011
Donne al voto in Tunisia.
Donne al voto in Tunisia.

Dateci spazio. Ascoltate la nostra voce. Fateci parlare e partecipare. E' la richiesta che sale dalle donne arabe, protagoniste delle rivolte che hanno fatto crollare i regimi al potere in  Tunisia, Egitto e  Libia,  attivamente impegnate anche nelle proteste in Siria, nello Yemen, in Giordania e perfino nell'impenetrabile Arabia Saudita.

     Si sono fatte portavoce di questa voglia di partecipazione le invitate alla conferenza dedicata a Le donne agenti di cambiamento nel Sud del Mediterraneo, organizzata a Montecitorio da Deborah Bergamini, parlamentare del Pdl e presidente del Centro Nord-Sud del Consiglio d'Europa. “Il momento è cruciale e dobbiamo cogliere l'opportunità, in questa fase elettorale e di stesura delle nuove costituzioni, per riconoscre il ruolo avuto dalle donne nelle rivoluzioni arabe”, spiega  Maud de Boer-Buquicchio, vice segretario generale del Consiglio d'Europa.

     “Le donne”, aggiunge, “sono emerse con un ruolo chiave nella primavera araba. Hanno protestato, organizzato, gestito blog e praticato scioperi della fame. Ora resta da vedere se i loro diritti saranno formalmente riconosciuti e se il loro impegno politico porterà a delle riforme in grado di cambiare veramente la vita delle donne nel mondo arabo”. In Marocco la nuova costituzione approvata nel luglio scorso introduce il principio della parità fra uomo e donna. In Algeria le donne hanno un ruolo importante nelle professioni e nella società civile, ma  sono ancora poco rappresentate in politica. In Turchia (Paese islamico, ma non arabo), secondo la parlamentare  Nursuna Memecan, le donne partecipano attivamente alla politica, anche all'interno del partito Akp del premier Erdogan.

    Per l'attivista libica Huda El Abdelaziz Mohamed “deve essere imposta la presenza delle donne nel processo decisionale”. “Inoltre”, spiega, “la parità di genere deve diventare un elemento chiave nel programma di transizione verso la democrazia, di cui tener conto nelle riforme costituzionali e nella realizzazione della futura costituzione libica”. “Perché non immaginare che in futuro ci possa esere una donna alla presidenza della Libia?”, conclude.

     Intanto una donna, Bothaina Kamel, 49 anni, giornalista televisiva, si è candidata alla  presidenza dell'Egitto del dopo Mubarak. A lei guardano con speranza le donne egiziane (cioè la metà della popolazione del Paese nordafricano), le quali nei mesi scorsi hanno fatto sentire più volte la loro voce, anche attraverso una campagna che  ha  portato alla raccolta di oltre mezzo milione di firme.

Roberto Zichittella
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