Dovere di informare, diritto di sapere

L'appello congiunto della Fieg (la Federazione italiana editori giornali) e della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana, il sindacato dei giornalisti) al Parlamento.

13/05/2010

In occasione della discussione al Senato della Repubblica del disegno di legge sulle intercettazioni (“d.d.l. Alfano”), la FIEG e la FNSI si uniscono nel rinnovare al Parlamento e a tutte le forze politiche l’appello a non introdurre nel nostro ordinamento limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate a carico di giornalisti ed editori.

    Il testo all’approvazione dell’Aula del Senato è ancora più restrittivo di quello già negativo approvato dalla Camera dei deputati. Viene imposto, infatti, il divieto di pubblicare il contenuto, anche per riassunto, di tutti gli atti d’indagine, anche se non più coperti da segreto, fino alla chiusura delle indagini.

    Si tratta di previsioni che nulla hanno a che fare con la pubblicazione delle intercettazioni e che intervengono in modo sproporzionato impedendo di fatto il diritto di cronaca giudiziaria sancito dalla Costituzione italiana e dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il divieto di pubblicazione non è giustificato né dalla protezione dell’attività investigativa, perché si tratta di atti non più coperti da segreto, né dalla tutela della riservatezza delle persone, perché si tratta della notizia di atti d’indagine tipicamente oggetto del diritto di cronaca giudiziaria.

    Gli editori e i giornalisti concordano sulla necessità che sia tutelata la riservatezza delle persone, soprattutto se estranee alle indagini, ma denunciano con forza l’inaccettabilità di interventi che porterebbero ad un risultato abnorme e sproporzionato: impedire la cronaca di eventi rilevanti per la pubblica opinione, quali le indagini investigative, imponendo il divieto di pubblicare la notizia di atti non segreti.

    Allo stesso effetto di limitazione della libertà di informazione portano le previsioni del disegno di legge che introducono pesanti sanzioni nei confronti dei giornalisti e la responsabilità oggettiva a carico dell’editore, per la pubblicazione di notizie di cronaca interdette dalla nuova normativa, responsabilità che verrebbe ad aggiungersi, e in modo confuso, a quella del direttore di giornale.

    È necessario salvaguardare il diritto di cronaca e di libera informazione. Occorre tutelare la funzione della stampa e del giornalista. L’Italia deve restare in linea con la propria tradizione e con i principi europei e delle nazioni più evolute.

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Postato da donatorosa il 21/05/2010 22:49

Dissento in toto da questo appello.Gran parte della stampa confonde la libertà con l'arbitrio ed è adusa a dare come acclarati fatti tutti da verificare,al solo fine di vendere copie in più o condurre lotte politiche. Siamo arrivati al punto che giornalisti trafughino gli atti dalle procure(leggi Trani) per scatenare campagne mediatiche, coinvolgendo spesso persone che niente hanno a che fare. Nei tantissimi casi in cui le cose pubblicate vengano smentite in seguito dai fatti e le inchieste si chiudono con archiviazioni per mancanza di indizi o perchè i fatti sono penalmente irrilevanti, viene dato scarsissimo rilievo e chi è stato coinvolto resta macchiato a vita.

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