E il digitale strozza le Tv locali

Altro che "rivoluzione" tecnologica e dell'informazione: il digitale terrestre rischia di portare in breve tempo alla chiusura di 200-250 Tv locali, quasi tutte d'ispirazione cattolica.

02/08/2011
Gli studi dell'emittente d'ispirazione cristiana "Telenova".
Gli studi dell'emittente d'ispirazione cristiana "Telenova".

Lo si sapeva già da tempo e, probabilmente era anche nelle intenzioni di chi legiferava, che il digitale terrestre avrebbe portato sì infinite possibilità per l’emittenza televisiva, ma sempre e solo a favore dei grandi monopoli, non certamente a favore del pluralismo e della partecipazione delle comunità locali.

Ad accorgersene naturalmente non poteva essere che la stampa libera, quella non legata a gruppi industriali e finanziari. Lo ha sottolineato già Famiglia Cristiana in un articolo di Francesco Anfossi publicato sul numero 27 del 3 luglio; e lo ha ribadito in questi giorni una serie di articoli del quotidiano Avvenire, paventando nel giro di poco tempo la chiusura di 200-250 Tv locali, quasi tutte di ispirazione cattolica.

Già l’anno scorso l’editoria cattolica è stata tartassata attraverso l’aumento immediato delle tariffe postali. Poiché buona parte dei giornali cattolici spediscono in abbonamento postale, settimanali diocesani, ma anche periodici e tutta la stampa legata ad associazioni di volontariato, si sono ritrovati da un giorno all’altro con un salasso insostenibile e per molte testate si prospetta la chiusura.

Ora la storia si ripete con le Tv locali, provinciali e comunitarie, che con la nuova normativa verranno fagocitate ed espropriate delle frequenze per aumentare la telefonia e dare ancora più canali ai grandi network (da Rai a Mediaset tanto per cambiare). Senza entrare nei dettagli tecnici ed economici della questione, due aspetti balzano subito all’evidenza e diventano altrettanti paradossi.

Il primo. Il digitale era stato propagandato come l’avvento del pluralismo e della partecipazione, ma alla lunga si è rivelato come l’affermazione dei monopoli. In un contesto politico che sbandiera il federalismo a ogni pie’ sospinto, la cosa non può che suonare come una beffa. Dove sono le comunità locali, le tradizioni, le culture, i dialetti, le feste popolari, le identità dei paesi e dei popoli dalle Alpi alle Isole? Tutto sparito e tutto omologato. I palinsesti televisivi fatti a Roma o a Milano non sono la stessa cosa dei palinsesti sviluppati a Merano o a Canicattì, a Peschici o a Castiglion Fibocchi, in una logica di promozione e di sviluppo del territorio. Un po’ sullo stile dei contenuti dei settimanali diocesani che, in numero di 120, fanno cultura e informazione nelle singole diocesi.

Il secondo aspetto. Molti partiti si presentano come paladini dei valori e delle tradizioni cristiani. Al punto da offendersi se Famiglia Cristiana li tampina richiamandoli alle loro responsabilità. Cosa hanno da dire su un tema così delicato che riguarda la pluralità dell’informazione? In tempi di crisi è facile dire che occorre tagliare le spese da parte dello Stato. Certo siamo d’accordo, ma perché a subire i tagli devono essere sempre gli stessi? Perché a dimagrire devono essere solo le Tv locali e non anche i grandi network?

Giusto Truglia
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da mentelab il 12/08/2011 08:04

Il DTT Digitale Terrestre ha comportato inoltre diversi problemi di ricezione del segnale, nel Veneto si stima su 840.000 utenze ( un'incidenza del 18% ) con picchi del 59% Portogruaro, 29 Asolo, 22% Vittorio Veneto, ... sintesi dati ricerca qui http://bit.ly/ndFcj5 Prof Daniele Pauletto http://sostelevisione.blogspot.com/

Postato da giancarlochiari il 03/08/2011 00:19

la favola di Fedro che racconta la storia del contadino che salva la serpe in seno e si meraviglia quando questo lo uccide con un morso è una parabola che si adatta alla gerarchia che prima ha creduto a Benito firmando i patti lateranensi, poi a Bettino firmandone la revisione e adesso a mister B. che si proclamò defensor fidei (giusto come quel noto re inglese di alcuni secoli fa) e al padano B. padre di trota. forse è tempo di risvegliarsi e smetterla di pensare che la fede si coniuga con la peggior diplomazia, cioè quella del compromesso per salvare le apparenze. paolo lasciò gerusalemme per predicare ai gentili, chissà in futuro lo spirito rinnoverà il miracolo scegliendo un altra città non più italiana per essere la capitale della gerusalemme celeste, cambierà poco; Roma da tempo ospita il vicario di Cristo ma vive sempre più sfruttando la fede e i pellegrini senza più essere davvero la città di dio

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati