14/05/2010
David Cameron (a destra), nuovo premier britannico, con il suo vice Nick Clegg.
Entrambi 43 anni, volti giovani, dinamici, intraprendenti. Una coppia perfetta, si direbbe. O almeno questa è la speranza dei sudditi di Sua Maestà. Con il conservatore David Cameron premier e Nick Clegg, liberal-democratico, come vice per la Gran Bretagna punto e a capo: è iniziata la fase dei Governi di coalizione, per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, una sfida con la quale i due neo-leader dovranno misurarsi con molta prudenza e che ha già attirato critiche e riserve. La coppia al potere cerca di mostrarsi unita e concorde, ma certo senza far finta di andare d'amore e d'accordo. "Questo è un governo che durerà", ha dichiarato il primo ministro in una conferenza stampa insolita, nel corso della quale premier e vice hanno condiviso il podio. "Ci saranno dossi e attriti, ma reggerà nonostante quelle differenze".
Le grandi priorità da affrontare subito? L'economia, ovviamente, con l'approvazione della finanziaria d'emergenza entro 50 giorni e il varo di un piano per ridurre drasticamente il deficit che ha superato l'11%. "Nessun Governo dei tempi moderni ha dovuto assumere un'eredità economica così terribile", ha commentato Cameron. Tra le altre misure, il Governo annuncia anche una tassa sui profitti delle banche. Ma il buon esempio comincia dall'alto: per i ministri, premier compreso, è previsto un taglio del 5% degli stipendi. Per tutto il prossimo anno, stipendio congelato per tutti i dipendenti del settore pubblico, esclusi quelli a basso reddito.
Ai lib-dem vanno quattro ministeri (Clegg compreso). Il conservatore George Osborne, 38 anni, diventa il più giovane cancelliere dello schacchiere (ministro delle Finanze) degli ultimi cento anni.
Quanto alla politica estera, il neo-ministro degli Esteri, il 49enne conservatore William Hague, è un dichiarato euroscettico: il neo-capo del Foreign office non guarda affatto verso l'Europa, il suo sguardo è rivolto all'America di Obama. E tanto per rimarcare la relazione speciale che lega Londra alla Casa bianca, il primo viaggio di Hague è in direzione Washington, per discutere con Hillary Clinton degli scenari internazionali nei quali USA e Regno Unito sono impegnati fianco a fianco: Afghanistan (dove Londra è presente con 9.500 militari), Medio Oriente e Iran (Hague si è espresso in modo deciso contro il programma di proliferazione nucleare di Teheran). Sorprende che la scelta di un "nemico" dell'Ue come Hague sia stata avallata da Nick Clegg, che invece è un convinto filoeuropeo: di fatto il rapporto con l'Europa resta un punto di contrasto complicato fra tories e lib-dem.
Cameron è il premier britannico più giovane degli ultimi duecento anni. Già di per sé un bel cambiamento. Nessuno, comunque, si aspetta che il nuovo Governo produca scossoni epocali. Sul nuovo corso politico della Gran Bretagna gli osservatori sono molto cauti: secondo gli ottimisti la presenza dei liberal-democratici è garanzia che il nuovo Governo non si appiattirà in modo acritico sulle posizioni statunitensi in campo internazionale; garantisce inoltre che la nuova coalizione avvierà una politica estera basata sui principi di libertà e sul rispetto dei diritti umani; oltre a favorire il cambiamento del sistema elettorale per referendum. Per tutti gli altri? Meglio aspettare e vedere cosa succederà.
Intanto, la "first lady" Samantha Cameron, 39enne manager di successo, figlia di un baronetto e proprietario terriero e laureata in Arte, ha lasciato il posto di lavoro a tempo pieno come direttrice creativa della Smythson of Bond Street (nota azienda di cartoleria di lusso): la Cameron è in dolce attesa e il bambino nascerà a settembre. Lei ha così deciso di continuare a lavorare solo part-time, due volte a settimana, come consulente creativa. I Cameron hanno altri due figli (il primogenito, Ivan, è morto nel 2009) e la "first lady" ha confessato di non vedere l'ora di passare più tempo con i bambini.
Giulia Cerqueti