E il "white block" paralizza l'Italia

Tra incoscienza e inefficienza, siamo vittime delle solite emergenze: il tempo e gli automobilisti impreparati tagliano in due il Paese e mandano nel panico migliaia di persone.

18/12/2010

«Neppure gli incidenti causati dai black block del 14 dicembre a Roma hanno creato tanto danno quanto quello procurato venerdì 17 dicembre dal clima e dall'incoscienza», sostiene Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, che fa un bilancio con gli occhi di chi è abituato a leggere queste emergenze con la lente della sicurezza stradale, della mobilità e dei comportamenti al volante, e soprattutto del suo passato di funzionario della Polizia stradale, con una lunga esprienza su strade e autostrade.

Per molte ore la A1 è rimasta chiusa, è andata in tilt anche la Firenze-Siena. Molti caselli sono stati bloccati e alcuni viaggiatori sono rimasti al gelo anche per 15 ore. Intanto il ministro dei Trasporti Altero Matteoli ha convocato d'urgenza (ma per lunedì) Anas, Autostrade, Ferrovie e la Protezione Civile, che mette le mani avanti e dichiara: «Gli automobilisti erano stati avvertiti, ma sono partiti senza catene a bordo». Tutto questo è solo sfortuna, solo fatalità? «Assolutamente, no», spiega Biserni. «L'Italia si è spezzata in due e in larga parte è rimasta paralizzata a causa di appena 20 centimetri di neve caduta a metà della spina dorsale della mobilità del Paese. Ma il colpo non era mortale. Non doveva esserlo ed era evitabilissimo, perché si sapeva da giorni che il mal tempo in quelle zone sarebbe arrivato, e in quelle dimensioni, e i tanti responsabili non ne hanno fatto tesoro, fra incoscienza ed inefficienza. Per cominciare l'incoscienza di quei camionisti ed automobilisti che si sono messi in movimento o hanno continuato il loro viaggio assolutamente privi di pneumatici invernali o catene, che se anche avevano a bordo non sapevano assolutamente montare».

Effettivamente, è sempre la solita storia. Più volte abbiamo ripetuto in queste pagine che la cosa migliore sarebbe acquistare le gomme invernali, ottime non solo sulla neve, ma anche sul bagnato e quando fa freddo, a partire da 7 gradi in giù. E, inoltre, non basta avere le catene a bordo, occorre saperle montare, ed è meglio imparare a farlo per tempo, magari in garage, allenandosi più e più volte a metterle su prima di essere sorpresi dalla neve, quando si va nel panico e il freddo intenso rende complicati anche i movimenti. In un'epoca in cui tanti giovani e meno giovani, maghi dell'elettronica, dei videogiochi e dei social network, la maggior parte di loro davanti alle intemperie e alle ricadute sulla viabilità diventano impotenti e incapaci di preparare l'automobile o il veicolo commerciale come si deve.

«Idem i camionisti», sottolinea il presidente dell'Asaps. «Dove sono finiti gli autisti di una volta che si fermavano a soccorrere gli altri e sapevano magari trainare un collega? Si deve correre, correre, arrivare, consegnare! In quanto all'inefficienza l'elenco è lungo. Ma dov'erano i mezzi spargisale che iniziano a spargere prima che il ghiaccio si trasformi in lastra quasi in una sorta di sortilegio anti sfortuna (venerdì 17)? Quante lame c'erano sulla A1 in basso prima dell'Appennino e soprattutto sulla Firenze-Pisa-Livorno? Noi sappiamo dagli uomini e donne della Stradale che la situazione ha trovato tutto il sistema assurdamente impreparato. Forse perché questa volta il generale inverno con una manovra di aggiramento ha colpito più a valle, più sulle rive dell'Arno che sul passo a Roncobilaccio, dove le truppe avrebbero saputo opporre una resistenza più dignitosa».

Risultato: migliaia di automobilisti immobilizzati tutta la notte e la mattinata nell'angoscia e nel panico. Con soccorsi rari e occasionali. In molti non li hanno neppure visti. Gli agenti dopo ore e ore su strada si sono chiesti dove fosse la Protezione civile, dove fossero i professionisti del soccorso. A momenti erano da soccorrere pure loro. Una debacle totale. «Su questo versante ci risulta che gli uomini e le donne della Polizia Stradale in autostrada e sulla superstrada abbiano fatto quello che hanno potuto con servizi di 24 ore consecutive, in mezzo al traffico fra macchine da spingere e spostare, famiglie da consolare, gente da calmare.

E osserva Biserni con amarezza: «Hanno fatto quello che hanno potuto con gli uomini e i mezzi disponibili. Cioè pochissimi. Certo che se uno pensa di vedere sulle autostrade tanta polizia come nella zona rossa di Roma se lo sogna. L'organico della Stradale manca ancora di oltre 1.500 agenti, arruolamenti mirati non se ne vedono da 15 anni. L'età media supera i 40 anni. I mezzi sono assolutamente inadeguati, soprattutto quelli di emergenza. Quanti sono i fuori strada 4 x 4 super attrezzati (anche di generi di conforto immediato) in dotazione alla Polstrada? Gli agenti in qualche caso hanno dovuto improvvisare soccorsi agli automobilisti con l’aiuto di trattori di generosi contadini per rimuovere i veicoli paralizzati sulle rampe di accesso».

Insomma, si parla tanto di mobilità e sicurezza, si fanno conferenze, studi di settore, si modifica il Codice della strada, e poi 20 centimetri di neve hanno fatto saltare il sistema della viabilità in Toscana. Ma come fanno gli altri Paesi? Come fanno in Germania in Inghilterra, in Svezia? Paesi dove rare volte le emergenze bloccano il sistema stradale, ma dove normalmente gli automobilisti montano le gomme invernali per tempo e le strutture preposte ala viabilità sanno fare il loro lavoro con metodo, organizzazione e, soprattutto, prevenzione. Non sarebbe ora di andare a imparare in questi Paesi come si fa a non rimanere bloccati per 20 centimetri di neve evitando d tagliare in due una nazione per 14-15 ore?

«Serve una severa inchiesta per capire cosa non ha funzionato», propone Giordano Biserni. «Magari sarebbe ora di fare una legge che, oltre alla banale sanzione, chiami alla responsabilità per danni (enormi) anche i conducenti e i proprietari di quei mezzi pesanti che affrontano le autostrade dove vige l'obbligo di catene montate o pneumatici invernali, senza esserne provvisti. Intanto di tutta questa situazione di colpevole inadeguatezza vanno individuati i responsabili. Ci sarà qualcuno che ne risponderà?».

Pino Pignatta
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