04/11/2011
Studenti e polizia si affrontano a Roma.
Prima a Roma. Poi a Torino. Gli studenti sono tornati a far sentire la loro voce contro la crisi economica e la mancanza totale di prospettive per il loro futuro. In piazza e per le strade del capoluogo piemontese hanno manifestato pacificamente, anche se oggi a Torino non sono mancati attimi di tensione quando, davanti alla sede della Banca Nazionale del Lavoro, in via XX settembre, cuore storico e "finanziario" della città, dove sono presenti le più grandi banche, è stato sparato un fumogeno rosso e imbrattato il portone con la scritta "Contro la crisi rifiuta il debito". Imponente, come ieri era accaduto nella capitale, lo schieramento delle forze dell'ordine, e si è registrata anche qualche piccola carica della polizia.
Un momento della manifestazione degli studenti a Torino.
Lo slogan più ripetuto a Torino è stato "Save schools and not banks
(Salvate le scuole e non le banche), ora inizia il nostro tempo". Alcuni
degli studenti delle scuole superiori (circa 500 secondo la Questura)
hanno lanciato uova di vernice colorata anche contro la sede
dell'assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, dove era in corso un
incontro con l'assessore all'Istruzione Roberto Cirio. Sotto la sede
torinese dell'Inps, gli studenti hanno invece affisso uno striscione e
sistemato alcuni cartelli e nastro segnaletico, proprio come se vìci
fossero in corso dei lavori. I giovani hanno sfilato per le strade del
centro del capoluogo piemontese sotto la pioggia. Durante il tragitto
sono stati scanditi slogan di solidarietà con i coetanei romani che ieri
hanno avuto momenti di tensione con le forze dell'ordine durante
un'analoga manifestazione. Nel corteo erano presenti anche numerose
bandiere del movimento No Tav e alcuni ricercatori universitari che
hanno sfilato in camice bianco.
I realtà gli studenti, dopo quelli che sono stati definiti i
"vergognosi" fatti di ieri a Roma, dove la polizia si è fatta trovare
con l'equipaggiamento da stato di sommossa anche in presenza di un
corteso assolutamente pacifico (seppure non autorizzato), sono tornati in
piazza in oltre 30 città d'Italia. La Rete della conoscenza ha,
infatti, promosso cortei, presidi e occupazioni: «Il miglior modo per
rispondere alla repressione è riprendersi le strade».
Ecco le cifre contestate dai giovani manifestanti: il Governo italiano
investe 28 miliardi di euro all'anno in spese militari, quando
basterebbero 350 milioni per poter garantire a tutti gli studenti idonei
la borsa di studio; ha speso 13 miliardi per l'acquisto di caccia F-35
mentre tagliava 1,5 miliardi ai finanziamenti all'università mettendo
gli atenei in ginocchio; ha finanziato nel 2011 con 700 milioni la
missione militare in Afghanistan mentre riduceva del 95% il fondo per il
diritto allo studio portandolo dai 246 milioni del 2009 ai 13 milioni
del 2012.
A Milano gli studenti partiti da Piazza Cairoli hanno raggiunto il
corteo dei metalmeccanici Fiom in sciopero, a Torino. A Napoli in oltre
7.000 hanno raggiunto la sede del Consiglio Regionale per protestare
contro i tagli ulteriori al diritto allo studio. A Bari un presidio
permanente nei pressi della Banca d'Italia, in cui da ore gli studenti
si confrontano, elaborano proposte su come uscire dalla crisi e non
pagare il debito. A Salerno 1.500 studenti in presidio sotto la
provincia chiedono che sia garantito il diritto alla mobilità. In molte
città flash mob con studenti vestiti da militari dell'esercito intenti a
distruggere l'istruzione pubblica.
Pino Pignatta