08/06/2011
Nel solo 2010 le costruzioni abusive, in Campania, hanno coperto un'estensione pari a 180 campi da calcio.
C’era da scommetterci. La Campania infelix dei rifiuti si colloca, ancora una volta, al primo posto per i reati ambientali, secondo quanto evidenziato da Legambiente nel suo annuale rapporto sulle ecomafie. Quasi 4 mila infrazioni accertate, pari al 12,5% nazionale, 4.113 persone denunciate o arrestate (cioè 12 al giorno), 1.216 sequestri. Un giro d’affari di 4 miliardi di euro sui cui si fiondano circa 80 clan.
Numeri impressionanti regalano il poco invidiabile primato alla Campania anche se si considerano i soli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti con 786 reati accertati (il 13% del totale nazionale), 919 persone arrestate o denunciate, e 348 sequestri effettuati. Grave, anzi gravissima anche la cementificazione abusiva, con 6.000 abitazioni costruite ex novo nell’ultimo anno: per capirci in Campania si è costruito abusivamente, in appena 12 mesi, per una superficie pari a 180 campi di calcio.
Reati, specie quello dell’abusivismo edilizio, tendenzialmente considerati “minori”, socialmente quasi giustificati. E allora è bene ricordare che dal 1950 al 2008 la Campania ha dovuto piangere addirittura 642 vittime a causa di inondazioni ed eventi franosi (dati dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche Cnr-Irpi).
“Siamo al primo posto per reati ambientali, ma per fortuna siamo secondi dietro la Calabria per l’abusivismo edilizio…”, sorride amaro Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania. “La situazione, purtroppo, è ancora più grave di quella che fotografiamo noi di Legambiente nel nostro rapporto annuale, perché la nostra classificazione tiene conto soltanto dei reati accertati. In realtà i reati ambientali commessi sono molti, ma molti di più”
- Quali posono essere le soluzioni?
“Ormai non bastano più la repressione ed il contrasto da parte delle forze dell’ordine e della magistratura. In Campania bisogna cambiare marcia con progetti sociali, con investimenti seri. E poi bisogna fare prevenzione e diffondere la cultura della legalità a partire dalle scuole: non in maniera occasionale e disaggregata come accade ora, ma con un lavoro di lunga durata”.
- Perché sempre la Campania ai primi posti? Tutta colpa della camorra?
“Intanto, se periodicamente esce fuori la possibilità di condono, reati come l’abusivismo edilizio iniziano a non esser più percepiti come tali ed a dare fiato ai gruppi malavitosi che si insinuano nelle crepe del sistema. In pratica, se non c’è una seria politica per la casa, la gente si sente autorizzata a costruire o comprare case abusive ed è col cemento che la camorra si arricchisce. Lo stesso vale per il ciclo dei rifiuti: finché non ci sarà un piano certo, blindato e trasparente, la camorra riuscirà ad insinuarsi nelle pieghe della cattiva gestione ed a continuare a fare affari”.
- Insomma difficile che la Campani perda il primato…
“Ad eccezione di magistratura e forze dell’ordine, non mi sembra che tutte le istituzioni e le parti sociali stiano facendo molto per invertire questa tendenza. Assistiamo a un continuo scaricabarile tra Comune, Regione e Provincia, mentre i nostri amministratori dovrebbero fare squadra e remare nella stessa direzione. Anche associazioni come Confindustria, ad esempio, potrebbero aiutare ponendosi come argine a qualsiasi infiltrazione camorristica, come già accade sul modello siciliano per le aziende che pagano il pizzo”.
Giovanni Nicois