Egitto: rivoluzione atto secondo

Il presidente Morsi ha "licenziato" l'uomo forte della giunta militare. L'Egitto in cerca di un delicato equilibrio tra Fratelli Musulmani e generali.

14/08/2012
Il presidente Mohammed Morsi protetto dalle guardie del corpo (foto del servizio: Reuters).
Il presidente Mohammed Morsi protetto dalle guardie del corpo (foto del servizio: Reuters).

Il nuovo presidente egiziano Mohammed Morsi ha avviato, con una serie di decreti, una vera e propria rivoluzione nelle istituzioni politiche e militari in Egitto. Morsi, esponente della Fratellanza musulmana,  ha infatti nominato un vice-presidente (l'ex giudice Mahmoud Mekki), il primo in 30 anni, e ha spazzato via i vertici del vecchio potere militare che da sessant’anni governava il Paese. Inoltre, il presidente egiziano ha anche abolito un  decreto militare che limitava il suo ruolo di capo di Stato.

La mossa più clamorosa di Morsi è la rimozione del capo delle forze armate e ministro della Difesa, il maresciallo Hussein al Tantawi, 76 anni. Oltre a Tantawi è stato estromesso dai vertici militari  il capo di Stato maggiore Sami Anan. Sono stati rinnovati anche i vertici dei servizi segreti militari. Tantawi era stato  riconfermato qualche giorno fa tra il malumore generale. L'alto ufficiale era  stato ministro per 20 anni ed era sempre stato considerato un  fedelissimo dell'ex presidente Hosni Mubarak, perciò non era fra gli uomini pubblici più amati tra le folle che hanno animato la rivoluzione di piazza Tahrir. Ora Tantawi sarà “consigliere del Presidente”, una carica onorifica e priva di poteri.

‘‘Le decisioni che ho preso”, ha detto il presidente Morsi, “non avevano come obiettivo singoli individui e non ho intenzione di mettere in difficoltà le istituzioni. Il mio obiettivo è portare beneficio alla nazione e al popolo”.

Il maresciallo Al Tantawi (al centro) con il presidente Morsi in una recente immagine.
Il maresciallo Al Tantawi (al centro) con il presidente Morsi in una recente immagine.

Le decisioni di Morsi sono arrivate pochi giorni dopo il sanguinoso assalto di militanti jihadisti a un posto di frontiera fra Egitto e Israele nella penisola del Sinai. L'assalto ha provocato la morte di 16 soldati egiziani e di 7 presunti terroristi. In seguito a questo episodio (l'ennesimo di una lunga serie che ha destabilizzato il Sinai), il presidente ha scelto la linea dura, con l' invio di truppe nel Sinai e il  repulisti ai vertici delle forze armate.

Resta ancora da vedere quale potrà essere la reazione tra i  militari. Non si esclude, però, che la prova di forza di Morsi sia stata concordata con gli esponenti delle forze armate più aperti al rinnovamento, in contrasto con la vecchia guardia dell'era Mubarak.

Roberto Zichittella
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