01/04/2012
Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (Ansa).
A causa di un incidente all'impianto di azoto liquido che alimenta il servizio di criobiologia per la conservazione di materiale biologico, nel centro di Procreazione medicalmente assistita dell'ospedale San Filippo Neri di Roma, «sono andati perduti 94 embrioni, 130 ovociti e 5 campioni di liquido seminale». E' quanto fa sapere l'ospedale. Il Centro specifica che il guasto è dovuto a "un innalzamento della temperatura con azzeramento del livello di azoto e lo svuotamento del serbatoio''. Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha chiesto una immediata relazione al Centro Nazionale Trapianti, che ha disposto una ispezione per martedì prossimo, 3 aprile. Abbiamo chiesto a Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, un commento sulle ricadute bioetiche di questo incidente.
Una ricercatrice del Centro mediterraneo per la fecondazione assistita di Napoli (Ansa).
«Se la legge 40 non fosse stata parzialmente demolita dalla Corte Costituzionale, l’incidente verificatosi nel centro di procreazione medicalmente assistita del San Filippo Neri avrebbe avuto conseguenze meno disastrose», spiega Casini. «La legge 40, infatti, vietava il congelamento degli embrioni e voleva che ogni figlio, sia pure allo stato embrionale e sia pure generato artificialmente in una provetta, venisse subito ricondotto al suo ambiente naturale: il seno materno. In tal modo non solo sarebbe stato ridotto il disvalore etico della procreazione artificiale, ma sarebbero stai evitati i rischi gravissimi per la vita di ogni figlio-embrione anche quando si trova stoccato in un congelatore».
E aggiunge il presidente del Movimento per la Vita: «Purtroppo l’incidente prova quanto sia stata ingiusta la sentenza della Consulta, che ha rimosso il limite stabilito originariamente dalla legge per ridurre gli effetti distruttivi della procreazione medicalmente assistita. Non sappiamo se i 94 piccoli esseri umani morti fossero un terribile residuo di ciò che avveniva prima della legge, l’effetto di un abuso medico o l’effetto del varco aperto dalla Corte Costituzionale. In ogni caso, appare evidente l’urgenza di restituire il più possibile immediatamente a ogni figlio appena comparso all’esistenza la possibilità di svilupparsi sotto il cuore della madre, recuperando anche gli opportuni strumenti giuridici per realizzare questo scopo».
Pino Pignatta