Buonajuto, il politico senza "gettone"

Si era impegnato, se eletto, a rinunciare ai "gettoni" di presenza che spettano ai consiglieri. Detto, fatto: i suoi 500 euro mensili sono diventati borse di studio e corsi per disabili

26/03/2012
Un manifesto elettorale di Ciro Buonajuto (Foto Abbate).
Un manifesto elettorale di Ciro Buonajuto (Foto Abbate).

Avvocato di professione, politico per passione. Ciro Buonajuto, classe 1977, candidandosi al consiglio comunale di Ercolano nella primavera di 2 anni fa, aveva messo subito le cose in chiaro. Sui suoi volantini elettorali c’era scritto: “Credo che la politica debba essere caratterizzata esclusivamente dalla passione civile: qualora fossi eletto mi impegno a devolvere l’indennità di consigliere in beneficenza”.

Detto, fatto: dei circa 500 euro mensili frutto dei gettoni di presenza in consiglio comunale, Ciro Buonajuto non ne ha intascato uno. Sono serviti, per esempio, a finanziare 8 borse di studio per ragazzi meno abbienti del territorio che intendono iscriversi all’università. “In pratica con questi soldi i ragazzi si pagano l’iscrizione al primo anno. Ho chiesto ai presidi di selezionare gli studenti attraverso un compito in classe: un tema sulla legalità. Per me non è una parola vuota da usare in campagna elettorale; mio zio Antonio nel 1990, quando era sindaco di Ercolano, è stato ammazzato dalla camorra. Ancora oggi non sono stati individuati i colpevoli”.

Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il magistrato assassinato dalla mafia nel 1992 nella strage di Capaci, insieme con la moglie e con la scorta. (foto Abbate).
Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, il magistrato assassinato dalla mafia nel 1992 nella strage di Capaci, insieme con la moglie e con la scorta. (foto Abbate).


Ecco perché è nata anche un’associazione in memoria dello zio che organizza giornate della legalità e iniziative con i ragazzi: quest’anno, alla cerimonia di consegna delle borse di studio, lo scorso 16 marzo, c’era anche Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone. Ma le borse di studio per i futuri universitari non sono l’unico atto di beneficenza realizzato dal consigliere del PD. “Appena eletto, c’era la fila fuori il mio ufficio di persone ed enti che chiedevano un aiuto. Non sapendo come scegliere, mi sono rivolto alle scuole; ho chiesto direttamente ai dirigenti scolastici di cosa avessero bisogno. E così una volta ho finanziato un corso di acquaterapia per ragazzi disabili, un’altra volta un corso di artigianato per ragazzi con disagio sociale. A richieste concrete e precise ho risposto donando ciò che percepivo in consiglio comunale”.

Ciro Buonajuto (foto Abbate).
Ciro Buonajuto (foto Abbate).


Trenta euro lordi: a tanto ammonta il gettone di presenza per l’attività di consigliere in un comune, quale Ercolano, di circa 60.000 abitanti; se ognuno dei 30 colleghi di Buonajuto donasse anche solo la metà della metà del proprio compenso si potrebbero finanziare tanti altri progetti, aiutare tante altre persone. Eppure nessuno, al di là dello schieramento e del colore politico, ha seguito l’esempio del loro più giovane collega.

Anzi: “Qualcuno mi ha anche detto che ho strumentalizzato la vicenda, o che me lo posso permettere perché di famiglia agiata. È vero ho un buon lavoro e spero di continuare a farlo per tutta la vita; ma la mia non è un campagna demagogica. Io non sono affatto contrario al rimborso spese, che trovo più che legittimo; la mia è una battaglia ideale affinché la politica torni ad essere vissuta con passione e non vista come un lavoro, cosa che accade soprattutto al Sud. Se dalla politica io traggo sostentamento, avrò bisogno di essere riconfermato, dunque di scendere a compromessi pur di essere votato e rieletto. E questo sistema relega la politica a mera clientela”.

Giovanni Nicois
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Postato da LucianoT il 26/03/2012 20:32

Mi piace quest'uomo che sta tentando, nel suo piccolo, di riformare la politica dal di dentro. Credo sia importante parlare di questo come di altri esempi positivi ed edificanti che sicuramente esistono nel nostro Paese: credo sia ora di arginare il qualunquismo dilagante, mascherato da movimenti "stellari" et similia, un qualunquismo che non può portare a nulla di buono, specie se costruito anche sulla mitizzazione del fondatore. Una mitizzazione tipica di quei movimenti "politici" (se vogliamo chiamarli così, anche se sappiamo bene - ma guai a dirlo! - che sono la quintessenza dell'antipolitica e quindi del sociale) che, ammettiamolo, non portano da nessuna parte se non alla solita considerazione disfattista e moralista: (i politici) "sono tutti uguali".

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