14/01/2013
Le nubi vulcaniche sullo Stromboli (Ansa).
Il
“gigante” di Stromboli torna a ruggire. Da alcuni
giorni, infatti, l’intensa attività eruttiva di uno dei più celebri e
affascinanti vulcani del mondo scatena la preoccupazione degli abitanti e la
curiosità dei turisti. Gigantesche e inquietanti nubi si levano nel cielo
delle Isole Eolie a causa della ripresa in grande stile dell’attività
“stromboliana”, caratterizzata da lava, esplosioni e lancio di lapilli
incandescenti che, una volta finiti in mare, provocano ingenti quantità di
vapore acqueo che avvolgono il cratere come se fossero una fitta nebbia.
Secondo
la spiegazione degli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia, in seguito alle eruzioni di lava, cenere e lapilli, il materiale
accumulato sulla suggestiva “Sciara del fuoco” di Stromboli scivola e provoca frane e crolli. La polvere sollevata dagli
smottamenti del terreno crea grandi nuvole spettacolari nella parte laterale
del cratere. La fitta e particolare nebbia è aggravata dal vapore acqueo
sollevato dai lapilli e dai massi finiti in mare. Inoltre, un forte vento di
maestrale spinge la cenere vulcanica nel centro abitato. Il
fiume di lava incandescente (che si incanala lungo la Sciara del fuoco fino ad
arrivare in acqua) è accompagnato da una deformazione anomala del suolo in
prossimità dei crateri sommitali e da una serie di scosse sismiche.
La
situazione viene costantemente monitorata dalla sala della sezione Ingv di
Napoli (l’Osservatorio Vesuviano), dove sono centralizzati i segnali della rete
sismica a banda larga che opera sullo Stromboli. Incessante anche l’impegno
della Protezione Civile, che ha emesso un avviso di criticità elevata, tuttora
vigente, per l’attività vulcanica.
Numerosi
turisti sono intenzionati a raggiungere, nei prossimi giorni, l’arcipelago
eoliano per assistere alle eruzioni dello Stromboli, ma le visite in cima al
cratere (a oltre 900 metri di altezza) sono vietate per motivi di sicurezza. Si
può arrivare fino ad un’altitudine di 400 metri.
Tra
le poche centinaia di abitanti di Stromboli, insieme all’interesse per un
ritorno turistico e d’immagine, serpeggia una certa preoccupazione ed è
rievocato lo spettro dello tsunami del 2002. Tra Natale e Capodanno di 10 anni
fa, infatti, alcune onde anomale causarono ingenti danni e scene di panico
nell’isola. Le frane e gli smottamenti provocati dall’eruzione scatenarono
quello che fu classificato come uno maremoto di piccole dimensioni. L’acqua
marina penetrò fino al piccolo centro di Stromboli, allagando tutta la zona del
porto e devastando case e alberghi.
A
distanza di dieci anni, le autorità invitano a “tenere costantemente informati
i residenti dell’isola le cui abitazioni si trovino a distanza dalla battigia
tale da esporli al rischio, nell’eventualità di onde anomale che potrebbero
essere sollevate da distacchi di materiale roccioso dal fianco del vulcano”.
Nello stesso tempo, è richiesto di “intensificare l’attività di osservazione e
di monitoraggio delle attività in corso”.
Lo
stato di massima attenzione è il risultato di una riunione odierna, nella
Prefettura di Messina, tra il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, i
rappresentanti della Provincia di Messina, i vulcanologi e i dirigenti locali di
Protezione Civile, Vigili del Fuoco e Guardia Costiera.
Nei
prossimi giorni, a Stromboli giungerà un team della Protezione civile
nazionale, che supporterà il Comune di Lipari e le autorità locali,
nell’analisi e nel monitoraggio della situazione del principale vulcano delle Isole
Eolie.
Pietro Scaglione