Una sentenza contro l'embrione

La Corte di Strasburgo dà ragione a una coppia italiana: è incoerente la parte della nostra legge che vieta la diagnosi preimpianto. L'opinione contraria del Movimento per la vita.

28/08/2012

Riprende forza il dibattito mai sopito sulla legge 40 sulla fecondazione artificiale. Questa volta lo spunto nasce da una sentenza della Corte Europea dei diritti umani che ha giudicato incoerente la parte della legge che vieta la diagnosi preimpianto dell’embrione, una metodica che permetterebbe di eliminare gli embrioni malati o “difettosi”. Rispondendo a una coppia portatrice sana di fibrosi cistica, i giudici di Strasburgo (la cui decisione diverrà definitiva entro tre mesi se nessuna parte farà ricorso per ottenere una revisione davanti alla Grande Camera) affermano che il divieto della diagnosi prenatale sarebbe in contrasto con la possibilità di abortire prevista dalle legge 184 sull’interruzione di gravidanza: da una parte infatti è permesso abortire, mentre dall’altra non è possibile selezionare gli embrioni prima dell’impianto, una contraddizione messa in luce già da tempo anche da chi sostiene i diritti dell’embrione, la cui dignità di essere umano è stata proprio di recente riconosciuta da un’altra recente sentenza europea in materia di brevettabilità degli embrioni.


«Una sezione di primo grado della Corte europea si è accorta oggi che tra la legge 40 sulla fecondazione artificiale e la legge 194 sull'interruzione di gravidanza c'è una incongruenza. È la scoperta dell'acqua calda», commenta Carlo Casini del Movimento per la vita. «La legge sull'aborto, figlia del '68 e del femminismo, si preoccupa soltanto della donna mentre l'altra, decisamente più recente e figlia delle nuove evidenze scientifiche, punta a tutelare tutti i soggetti coinvolti nelle procedure di procreazione assistita, quindi i genitori e il bambino, anche se tanto piccolo da essere invisibile». Lo afferma, in una nota, il presidente del Movimento per la vita Carlo Casini che precisa: «Tra l’altro neppure la legge 194, almeno a parole, consente l'aborto eugenetico perché l'interruzione è permessa in presenza di un pericolo serio e grave per la madre e la diagnosi prenatale è funzionale anche a un intervento risanatore sul bambino malato. Viceversa la diagnosi genetica programma l'uccisione di molti figli-embrioni per trovare quelli sani».

Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita.
Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita.


Mentre tra i detrattori della legge 40 la sentenza europea (che tra l’altro prevede un versamento di 15mila euro da parte dello Stato italiano “per danni morali” nei confronti della coppia che ha presentato ricorso) dovrebbe portare a un cambiamento della legge, il Movimento per la vita mette in guardia contro la dolorosa consonanza con le leggi naziste che pretendevano di stabilire chi aveva diritto a vivere e chi no: «Bene farà, quindi, il legislatore a portare anche nella legge 194 la logica dell'articolo 1 della legge 40, che riconosce il concepito anche in provetta come un soggetto titolare di diritti al pari degli adulti coinvolti». Da più parti si chiede che il Governo scelga di fare ricorso contro la sentenza di questa mattina, «che difficilmente la Grand Chambre della Corte europea di Strasburgo potrà rigettare, vista la sentenza del novembre scorso che, cancellando la decisione di primo grado, si è avvicinata alla logica della legge 40».

«In ogni caso - conclude Casini - la decisione di oggi prova quanto sia importante l'iniziativa europea "Uno di noi" che sta mobilitando i cittadini dei 27 Paesi della Ue per raccogliere milioni e milioni di firme con l'obbiettivo di chiedere alle Istituzioni comunitarie un deciso riconoscimento del bambino titolare di diritti fin dal concepimento. I giudici non potranno non tenere conto della volontà di tanta parte dei popoli europei che per la prima volta fanno ricorso a questo strumento di democrazia diretta».

Renata Maderna
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Postato da lettore02 il 31/08/2012 17:10

@brunoi il 30/08/2012 16.56 Caro amico ti lascio per intero il tuo dubbio; d'altronde se ti vuoi dilettare a stillare una classifica di cattolici puoi partire con un punto fermo: 1 tu, 2il Papa, 3, 4, ecc. Comprendi il non senso di tale affermazione? Che la Chiesa si debba aprire alle domande del mondo sta nel suo dna. Gesù la posta nel mondo, in questo mondo dove il bene fatica a prevalere e una Chiesa che testimoni l'amore di Dio non è una Chiesa tollerante è una Chiesa che pratica la carità. Ps. posso aiutarti a sciogliere il dubbio? Fai ambedue le cose . Laicamente ti saluto

Postato da branda il 31/08/2012 10:13

Non si tratta né di ridere né di piangere (e neppure di mettere l'apostrofo solo dove necessario) ma di vivere la propria Fede senza imporla agli altri. Ce n'è tanta di gente da aiutare a questo mondo che non è proprio il caso di perdere tempo violando le altrui legittime libertà. Che ti piaccia o no.

Postato da marialma il 31/08/2012 08:49

@ brunoi- a me viene da piangere, io mi chiedo se si possa essere cattolici praticanti e fare queste scelte? Mah!

Postato da lettore02 il 30/08/2012 21:30

@brunoi il 30/08/2012 16.56 Caro amico ti lascio per intero il tuo dubbio; d'altronde se ti vuoi dilettare a stillare una classifica di cattolici puoi partire con un punto fermo: 1 tu, 2il Papa, 3, 4, ecc. Comprendi il non senso di tale affermazione? Che la Chiesa si debba aprire alle domande del mondo sta nel suo dna. Gesù la posta nel mondo, in questo mondo dove il bene fatica a prevalere e una Chiesa che testimoni l'amore di Dio non è una Chiesa tollerante è una Chiesa che pratica la carità. Ps. posso aiutarti asciogliere il dubbio? Fai ambedue le cose . Laicamente ti saluto

Postato da brunoi il 30/08/2012 16:56

mi viene il dubbio che certi commenti non siano scritti da cattolici ma da da veri e propri laicisti. Per qualcuno la Chiesa dovrebbe aprirsi alle istanze del mondo moderno e tollerare l'aborto, l'uccisione di embrioni perche' difettosi o per motivi di ricerca, far nascere bambini con genitori biologici sconosciuti (fecondazione eterologa), matrimonio omosessuale con adozione di bambini ecc. Ovviamente tutto questo in nome della carita' e del Concilio Vaticano II. Non so' se ridere o piangere!

Postato da branda il 30/08/2012 11:19

Fortemente voluta e votata dai politici clericali, poi sopravvissuta a un referendum abrogativo grazie all’astuzia astensionista dei vescovi, la legge 40 sulla fecondazione artificiale (già definita “legge burqa” da Le Monde) sta continuando a crollare in punta di diritto. La Corte costituzionale e la Corte europea dei diritti dell’uomo la stanno facendo progressivamente a pezzi. Tanto che sarebbe più caritatevole farla finita... La legge 40 ha posto molti paletti alla fecondazione artificiale: pur promossa da sedicenti difensori della “vita”, il suo dispositivo ha cercato in ogni modo di impedire che tante vite nascessero. Quantomeno in Italia, perché una delle sue conseguenze è stato l’immediato proliferare dei cosiddetti “viaggi della speranza”. Tra le tante assurdità che contiene la legge, quella più odiosa è rappresentata dal divieto di ogni tipo di diagnosi genetica sull’embrione: ciò significa che eventuali malattie genetiche trasmesse all’embrione non possono essere diagnosticate per tempo, costringendo la madre a subire l’impianto anche di embrioni gravemente malati. La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di ieri ha ribadito, ancora una volta, come “il sistema legislativo italiano” sia “incoerente”, perché consente l’aborto terapeutico ma inibisce la diagnosi preimpianto (il caso specifico riguardava una coppia fertile portatrice sana di fibrosi cistica). Pertanto, per “violazione del rispetto della vita privata e familiare” dei ricorrenti, la Corte ha condannato l’Italia a versare alla coppia 15.000 euro per danni morali e 2.500 per spese legali. Nel 2010 i giudici di Strasburgo avevano già condannato, in prima istanza, lo Stato austriaco per il divieto nei confronti della fecondazione eterologa: un divieto presente anche nella legge italiana. Da parte sua, la Corte costituzionale, nel 2009, ha giudicato illegittima la disposizione che fissa a tre il numero massimo di embrioni impiantabili durante i processi di fecondazione artificiale. La stessa Consulta ha inoltre dichiarato illegittimo anche l’articolo 3, che omette di precisare che il trasferimento di embrioni deve essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. Di fronte a questo autentico diluvio di sentenze viene da chiedersi chi l’abbia scritta, questa legge retrograda e approssimativa. La risposta è semplice: un parlamento clericale, sotto dettatura delle autorità di un altro stato che non ha sottoscritto la Convenzione europea sui diritti dell’uomo. La vicenda ha dunque mostrato per l’ennesima volta come la politica italiana alleata con i desideri dei vescovi calpesti i diritti delle persone. Ci si chiede ora se il governo si comporterà come nel 2010, ricorrendo alla Grande Camera contro la sentenza. Il premier Monti, fresco reduce dall’ennesima visita al papa, schiererà il nostro paese al fianco di quelli più arretrati sul piano dei diritti civili, come fece il governo Berlusconi nel caso della sentenza sull’imposizione del crocifisso nelle aule della scuola pubblica? Oppure seguirà la strada più subdola di non insistere per la via legislativa, ma di adottare vessatori provvedimenti amministrativi, riguardo ai quali la Corte europea mostrò di lavarsene le mani inventando il “margine di discrezionalità” (poi sfruttato anche dall’Austria)? Il ministro Balduzzi, impegnato alla Settimana teologica del Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) di cui in passato è stato presidente, si è per ora messo sulla difensiva, annunciando di voler attendere le motivazioni. Di fronte all’evidente illegittimità e dis-umanità della legge 40 (di cui restano ormai soltanto “alcuni scheletri nell’armadio”, come ha dichiarato il nostro presidente onorario Carlo Flamigni) sarebbe invece venuto il momento di abbandonarla al suo destino, sostituendola con un provvedimento rispettoso dei diritti umani e della volontà di quei cittadini che, anche se i vescovi vorrebbero far di tutto per impedirglielo, desiderano avere figli (e figli sani) attraverso la fecondazione artificiale. Resta comunque il fatto che l’Italia è riuscita ancora una volta a fare una pessima figura. Le conseguenze dell’inchino del legislatore ai desideri delle gerarchie ecclesiastiche sono state catastrofiche, come lo fu l’inchino del comandante Schettino. Il paese ha invece più che mai bisogno di una classe dirigente con la schiena dritta. Insomma, la Chiesa è sempre più lontana dall'Uomo. Dalla Donna, poi, e dal Bambino non ne parliamo proprio.

Postato da aquila reale il 29/08/2012 17:32

io da cattolico praticante difendo la corte di strasburgo, la legge sull'interruzione di gravidanza, il diritto delle donne all'autodeterminazione, la fecondazione assistita, i pacs, il femminismo e tutto quanto contrastato dal cattolicesimo piu' conservatore e clericale. i cattolici devono stare dalla parte dei diritti, non dalla parte dei potenti. I cattolici devono essere all'avanguardia schierati con i movimenti di liberazione e di cambiamento, non arroccati nella difesa delle gerarchie e delle forze conservatrici. le posizioni contro la legge sull'aborto e contro i diritti sono totalmente inconcepibili per la stragrande maggioranza dei cattolici. LA CHIESA DEVE APRIRSI ALLE ISTANZE DEL MONDO MODERNO E DEI SUOI FEDELI! ps: Famiglia Cristiana da giornale libero e punto di riferimento del cattolicesimo sociale, democratico e progressista dovrebbe dare voce ad altri cattolici, non a Casini!!!!

Postato da lettore02 il 29/08/2012 15:46

La Corte di Strasburgo dà ragione a una coppia; Bagnasco critico:«Scavalcata la magistratura italiana»; Balduzzi: «Governo orientato a presentare ricorso» . Che cos'è una partita a ping pong? I preliminari per una guerra? Ma cosa è diventata la Chiesa? O meglio cosa continua ad essere nonostante il Concilio Vaticano II ? Un potentato politico che esercita il diritto di veto sulla società? Sbaglio o è stato Gesù ad affermare l'estraneità del suo regno da questo mondo davanti a Pilato? Anche io come Franco Salis denuncio i miei limiti sia scientifici che giuridici, ma a differenza di lui non sono angustiato dall'infallibilità della chiesa, bensì dalla sua carità. Primo fondamento per amare è la libertà. Dio l'ha posto come preliminare. La Chiesa teme che la deriva dei costumi porti all'esclusione di Dio dalla società? Certamente questo può succedere; ma questo è un dito accusatore puntato sulla Chiesa stessa e sul suo compito principale che è quello di testimoniare la fede, non indicare la fede.

Postato da Franco Salis il 29/08/2012 11:54

Ho sentito in TV un signore che metteva in discussione la “scientificità” dell’embrione = essere umano. Prima di andare avanti dico che ho avuto e tutt’ora ho difficoltà nella comprensione della materia, per miei limiti, quindi mi affido alle indicazioni della Chiesa. Però sono tormentato dalla domanda “e se la Chiesa sbaglia”? come ha sbagliato nel passato in fatto di “scienza” (la terra era piatta e non si muoveva e Bellarmino affermava di stare ben in equilibrio,) . Nel merito comunque la Corte non poteva che arrivare a tale conclusioni, giacché una legge dello stato consente di abortire, pardon, interrompere la gravidanza. La nobile iniziativa di "Uno di noi" temo non possa avere al momento successo. Ma Carlo Casini dove trova tutte le sue certezze espresse nell’intervista sull’Avvenire? Queste “certezze” sono fonte di perplessità nella gente comune. Come fa Bagnasco a dire quelle cose sempre su Avvenire se egli, accumulatore di ricchezze, è causa della crisi? Provate a fare la somma di coloro che sono contrari per ragioni ideologiche e un mal inteso concetto di laicità e di coloro che nutrono una profonda avversione per quel che afferma la chiesa devastata dai delitti che non vuol riconoscere, vedrete quali potranno essere i risultati. Non mi stancherò di affermare che finché la chiesa non abbandona l’arroganza nei fatti e non nelle inutili omelie o manifestazioni e abbraccia la carità, nessun problema potrà avere giusta soluzione.Adiosu

Postato da aldo abenavoli il 29/08/2012 11:02

Non sono un esperto delle complesse questioni che riguardano la procreazione assistita e comunque non sono andato a votare al referendum del 2005 contribuendo al suo fallimento. L’idea che si possa far nascere un figlio forzando in qualche modo la natura è estranea alla mia cultura e quindi considero pienamente legittima la posizione di quanti, cattolici e non, si oppongono ad uno stravolgimento o ridimensionamento della legge 40. Fatte queste premesse nel mio blog ho riportato l’editoriale che l’allora direttore dell’Avvenire Dino Boffo ebbe occasione di scrivere all’indomani dell’esito referendario sulla legge 40. Ai toni trionfalistici e anche irridenti verso gli avversari sconfitti ha fatto seguito una continua e progressiva azione di svuotamento dei contenuti della legge da parte della magistratura nazionale e internazionale alla quale , piaccia o non piaccia, è stato conferito il potere di interpretare le leggi e di verificarne la compatibilità con la Costituzione e i trattati internazionali. Dunque ride ben chi ride ultimo. A questo punto mi chiedo se alla Chiesa, piuttosto che avventurarsi nella di promozione o bocciatura delle leggi,attività che non le compete e che è causa continua di brutte figure, non convenga piuttosto lanciare un messaggio di questo tipo: Perché le coppie sterili, piuttosto che sottoporsi alla umiliazione di una procreazione artificiale, non provano la gioia che può assicurare la adozione di un bambino? unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

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