18/05/2013
Installazione di una fototrappola in una grotta (foto Ispra). Foto di copertina: una foca monaca zoomata.
Pochi animali sono così
misteriosi e affascinanti come la foca monaca, di cui sopravvivono
appena poche centinaia di esemplari in tutto il Mediterraneo. Per
questo la conferma che arriva ora dall'Ispra (Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale) della presenza del raro
mammifero nelle isole Egadi è confortante.
Nella selvaggia isola di
Marettimo il Gruppo foca monaca del Wwf svolge da molti anni
un'intensa attività di sensibilizzazione, ma l'esemplare
documentato dai ricercatori dell'Ispra, probabilmente un esemplare
di femmina adulta, ha scelto come rifugio una grotta di Favignana o
Levanzo. Possiamo dire ormai che l'intera area marina protetta delle
Isole Egadi, la più estesa riserva marina d'Europa, ospita una
popolazione di foca monaca.
Il merito di questo
successo è senz'altro la partecipazione attiva dei pescatori che,
invece di vedere nella foca un competitore che ruba loro i pesci, vi
vedono un'alleata.
O quantomeno un animale
che fa fatica a sopravvivere nei nostri mari così come fanno loro,
piccoli pescatori artigianali, che vedono il pesce scomparire a causa
della pesca industriale e distruttiva. «A differenza dei
delfini, essendo un animale che trascorre gran parte dell'esistenza
sott'acqua, nuotando anche a grande profondità ed emergendo appena
con il muso, facciamo difficoltà ad osservarlo», spiega Giulia Mo
dell'Ispra, che ha condotto l'attività di ricerca. «Inoltre è
un animale che si sposta molto, fino a 280 chilometri, l'unico modo
che abbiamo per identificarlo è a terra, nelle grotte in cui si
rifugia».
Negli ultimi due anni,
nell'area marina protetta delle isole Egadi, è stata condotta
un’attività di ricerca con l'obiettivo di verificare,
documentare e raccogliere informazioni sugli avvistamenti di
esemplari di foca monaca. Fondamentali si sono rivelate le
fototrappole, ovvero normali fotocamere dotate di sensori di
movimento e di calore che si attivano automaticamente al passaggio di
un animale. Non recano alcun disturbo alla foca in quanto utilizzano
Led all'infrarosso e vengono comunemente usate in tutto il
Mediterraneo. «Siamo orgogliosi e
riconoscenti soprattutto nei confronti di alcuni pescatori di
Marettimo e di Favignana che hanno sposato appieno la causa della
tutela della foca monaca e abbiamo autonomamente raccolto dati certi
sulla presenza di diversi esemplari alle isole
Egadi, un piccolo nucleo certamente impegnato in attività riproduttiva», spiega Emanuele Coppola del Gruppo Foca monaca. «Nel nostro Paese abbiamo
registrato negli ultimi anni in Sardegna, Basilicata, nel Parco
nazionale dell'Arcipelago toscano, lungo la costa friulana e quella
croata (Istria e Isole Incoronate)».
Ancora di più si potrebbe
sapere su questo elusivo mammifero con la collaborazione di tutti. «L'appello ai lettori è di segnalare eventuali avvistamenti di
foca monaca su tutto il territorio italiano», sottolinea Mo. In
attesa che sia attivata un'apposita casella, chiunque può scrivere
a Giulia Mo (giulia.mo@isprambiente.it)
oppure al Gruppo Foca monaca (grupfoca@tin.it).
Il ministero dell'Ambiente
e il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro, che è anche il presidente
dell'Area marina protetta delle Egadi, intanto, hanno deciso di
lanciare un concorso rivolto ai ragazzi per dare un nome alla
simpatica foca fotografata alle Egadi.
Gabriele Salari