Francia, nozze gay in Parlamento

Dopo le manifestazioni pro e contro, il progetto di legge sulle nozze gay approda in Parlamento. Il dibattito sarà lungo e difficile.

29/01/2013
Il Parlamento francese in seduta (Reuters).
Il Parlamento francese in seduta (Reuters).

Dopo la piazza la Camera dei deputati. Dopo le manifestazioni pro e contro, è approdato in Parlamento, martedì 29 gennaio, il controverso disegno di legge sul “matrimonio per tutti” detto comunemente “matrimonio gay”. I dibattiti, che dureranno almeno due settimane, si profilano agitati e difficili. L’opposizione di centrodestra ha presentato ben 5.319 emendamenti.


Il problema delle nozze gay spacca la Francia, e anche le formazioni politiche: se è vero che il grosso degli avversari del progetto si annida nei partiti di centrodestra (come l’Ump) o d’estrema destra (il Fronte Nazionale), ci sono dei parlamentari di sinistra, soprattutto nelle file del partito socialista, che non nascondono i propri dubbi e le proprie perplessità.   La massiccia manifestazione inscenata il 13 gennaio dagli avversari del matrimonio gay (un milione di persone secondo gli organizzatori, 350 mila secondo la polizia parigina) ha contribuito ad accentuare i dubbi. Lo stesso presidente della Repubblica François Hollande si è detto impressionato dal numero dei manifestanti, ma non per questo ha rinunciato a portare avanti un disegno di legge che era una delle sue promesse elettorali. Né lo ha indotto a modificare la sua posizione il fatto che la contromanifestazione (domenica 27 gennaio) dei partigiani del “matrimonio per tutti” sia stata molto meno seguita di quella del 13 gennaio: 400 mila persone secondo gli organizzatori, 125 mila secondo la polizia.

Sull’esito dell’iter parlamentare del disegno di legge non ci sono molti dubbi: anche se ci sarà qualche defezione nelle file del Ps, la maggioranza è comunque abbastanza consistente per generare un voto positivo. Qualche piccola soddisfazione gli avversari delle nozze gay l’hanno però ottenuta. Il testo originale del disegno di legge è stato edulcorato, nel senso che i suoi promotori hanno cercato di evitare i punti più spinosi, ossia quelli che hanno provocato (e provocano ancora) le polemiche più aspre.

Il testo comprende 14 articoli, il più importante e significativo dei quali è il primo, che modifica il codice civile creando un nuovo articolo (articolo n. 143) il quale recita: “Il matrimonio è un contratto fra due persone di sesso diverso o del medesimo sesso”. In parole povere, le coppie gay avranno gli stessi diritti di quelle eterosessuali: potranno celebrare il matrimonio in municipio e adottare dei bambini. Non saranno invece cancellate dal codice civile le parole “padre” e “madre” che i più radicali fra i difensori del matrimonio gay avrebbero voluto sostituire con il più generico termine di parents, ossia genitori.

I promotori del disegno di legge non hanno voluto gettare olio sul fuoco e hanno rinunciato a inserire nel testo il diritto alla cosiddetta “procreazione medicalmente assistita” (Pma) che avrebbe autorizzato le coppie femminili a mettere al mondo dei figli grazie alla fecondazione artificiale. La legge dovrebbe però consentire di regolarizzare la situazione delle coppie femminili che sono ricorse alla fecondazione artificiale all’estero. Le associazioni degli omosessuali, e anche una parte dei deputati di sinistra, hanno protestato contro quella che considerano come una discriminazione. Per placarli, il Governo ha promesso che il problema verrà affrontato in primavera, e sfocerà forse in un altro disegno di legge.  

Paolo Romani
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