Cultura e ambiente per battere la crisi

L'Italia possiede formidabili risorse che, se valorizzate, possono produrre ricchezza. Lo ricorda l'appuntamento di domani a Firenze, promosso dalla Fondazione Florens.

28/10/2011
Una manifestazione a Firenze durante Florens 2010.
Una manifestazione a Firenze durante Florens 2010.

Circa un anno fa si tenne a Firenze la prima Settimana internazionale dei beni culturali e ambientali, promossa dalla Fondazione Florens, il cui compito è la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e paesaggistico, come valore economico, occupazionale e sociale. In vista del prossimo appuntamento, previsto nella città toscana dal 2 all'11 novembre 2012, si terrà domani il convegno "Produrre cultura: patrimonio, paesaggio, industria creativa. Dialogo verso Florens 2012", nel quale verrà toccato e introdotto il tema dell'anno prossimo: "Dal Grand Tour al Global Tour".

Il convegno di sabato 29 ottobre è articolato in tre sezioni. Nel primo, "Il presente si guarda alle spalle", l'archeologo Andrea Carandini si confronterà con Roberto Cecchi, segretario generale del ministero per i Beni e le attività culturali, e Andrew Wallace-Hadrill, professore di studi romani del Sidney Sussex Institute dell'Università di Cambridge. Il problema affrontato è centrale: l'Italia manca di una politica della cultura, ancor più grave in un momento di crisi, come quella attuale. Nella società post-industriale, nella quale i servizi assumono un ruolo preminente, la cultura - intesa come patrimonio e centro produttivo - dovrebbe svolgere un ruolo, oggi purtroppo disconosciuto.

"Le stanze della meraviglia" a Florens 2010.
"Le stanze della meraviglia" a Florens 2010.

La seconda sezione del convegno punta decisa l'attenzione sul paesaggio quale risorsa. Valorizzare l'ambiente naturale significa conservare ed esprimere l'identità culturale. È più che mai necessario, oggi, che si prenda coscienza che esso è parte decisiva di quel capitale su cui si fondano le possibilità di sviluppo del nostro Paese. Saranno lo storico dell'ambiente Mauro Agnoletti, il rappresnetante del ministero delle Politiche agricole e forestali Giuseppe Blasi e il direttore della Divisione terra ed acqua della Fao Parviz Koohafkan a confrontarsi sull'argomento.

La terza e ultima sessione indagherà la questione delle cosidette industrie creative (la moda e il design, per fare due esempi in cui l'Italia eccelle): qui lo sforzo deve essere teso a conoscere, per poi realizzare, le condizioni che ne favoriscano la nascita e la crescita. L'economista Walter Santagata ne parlerà con il rettore dell'Università di Napoli Federico II Massimo Marelli e il professore di Cultura, media e industria creativa inglese Andy C. Pratt.

Un incontro nell'ambito di Florens 2010.
Un incontro nell'ambito di Florens 2010.

Un convegno del genere va salutato con grande favore. Quando mai l'Italia capirà che il suo petrolio sono l'immenso patrimonio artistico che abbiamo ereditato, lo straordinario ambiente in cui ci siamo trovati a vivere e la creatività, di cui il genio italico, nonostante tutto, continua a dare testimonianza? Ogni sforzo dovrebbe essere indirizzato a valorizzare questo capitale unico al mondo, facendone il motore della nostra economia, capace di creare ricchezza e lavoro, come ha dimostrato una imprescindibile ricerca pubblicata proprio l'anno scorso a Florens 2010. Positiva la presenza di interlocutori stranieri, dal confronto con i quali possono scaturire idee, stimoli e progetti di collaborazione. Ma ancora più importante è la presenza di politici, sebbene forse non di primissimo piano (i ministri erano tutti impegnati?), perché da loro dipende in gran parte la valorizzazione, o lo spreco, della nostra più bella risorsa.

Info: www.fondazioneflorens.it

Paolo Perazzolo
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