Misurata: tutti in coda per Gheddafi

Il corpo di Gheddafi sarà sepolto nel deserto. Intanto, migliaia di libici corrono a vedere il cadavere del dittatore in uno shopping center di Misurata.

25/10/2011
Il cadavere di Gheddafi.
Il cadavere di Gheddafi.

Da Misurata – La decisione è giunta martedì mattina. Per Muammar Gheddafi, suo figlio Mutassim e il ministro della difesa, Abu Bakr Younis, ci sarà una degna sepoltura. Dove? Nel deserto, anche se il luogo esatto resterà segreto.

     Il Coordinamento della brigate di Misratah, d’accordo con il Cnt, ha rimosso i corpi all’alba. Gli ultimi a poterli vedere sono arrivati lunedì sera a Sikt, a un paio di chilometri da Misratah. Qui, all’interno di una cella frigorifera del Tunisian Shop Centre i tre cadaveri sono stati esposti per quattro giorni. Tre giacigli preparati alla meglio sul pavimento, nel centro della stanza. I corpi avvolti in una coperta fino al volto. Sul collo, evidenti, i segni di un’autopsia.

     La processione dei misratini non si è fermata neppure domenica, per il Giorno della liberazione, proclamato in tutta la Libia dal Consiglio nazionale transitorio. Almeno 10 mila, stando alle stime del Cnt, coloro che hanno voluto vedere con i propri occhi il corpo esanime del dittatore che li ha soggiogati per quasi 42 anni.

  

I libici festanti nel "Giorno della liberazione".
I libici festanti nel "Giorno della liberazione".

      La Libia di domani

     “Come possiamo non essere felici? – dice Mohammed Madani, giovane studente di Ingegneria – Ha distrutto la nostra città, ha ucciso i nostri fratelli, senza farsi scrupolo di vecchi, donne e bambini. Ancora oggi suo figlio Saif al-Islam giura vendetta, dice che ci ucciderà tutti. Quella famiglia ha distrutto il nostro Paese”.

     Eppure non tutti sono convinti che l’assassinio del Rais sia stata una mossa saggia: “La morte di Gheddafi probabilmente è stata un incidente – osserva  Ahmed al-Gemili, uno dei reduci dalla lunga battaglia di Sirte – ma l’esecuzione di Mutassim è stata un errore. Non è così che costruiremo la Libia democratica cui aspiriamo. E non è così che avremo risposte alle tante domande che ancora restano senza una risposta. Cosa è successo a Lockerbie, ad esempio, o nel carcere di Abu Salim, nel 1996. Cosa è successo in questi  42 anni in cui non siamo stati padroni di noi stessi”.

Gilberto Mastromatteo
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