20/10/2011
Un gruppo di turisti sotto la pioggia a fontana di Trevi a Roma.
Nella notte passata sul Medio Tirreno si è generata una intensa linea temporalesca (in gergo tecnico “squall line”) orientata per un centinaio di km in senso meridiano e diretta da ovest verso Est. Nel primo mattino lo sciame di temporali ha raggiunto le coste laziali e da qui ha poi proseguito verso l’interno fino a raggiungere la Capitale. Nella prima parte dell’autunno eventi del genere sono abbastanza frequenti e quindi rientrerebbero nella norma. L’evento anomalo è invece la eccezionale virulenza con cui i temporali hanno colpito Roma. La violenza del nubifragio sulla Capitale può essere individuata nella concomitanza di tre sfavorevoli circostanze:
1) in primo luogo la forte anomalia nella temperatura delle acque superficiali del Medio Tirreno che oggi era 2-3 gradi sopra la media del periodo (vedi grafico). Questo ha fatto sì che le fresche correnti atlantiche giunte dal Francia, nello scorrere al di sopra di acque così calde, hanno esaltato la loro instabilità ovvero la tendenza allo sviluppo di forti moti convettivi verso l’alto, i quali ultimi sono sempre forieri di un’attività temporalesca piuttosto intensa;
Un sottopasso allegato a Roma all'altezza di via Tiburtina.
2) in secondo luogo la cappa di calore artificiale ( “isola di calore”) che grava sulle grandi città è il carburante ideale per una ulteriore esaltazione dell’intensità dei temporali;
3) in terzo luogo il tessuto viario urbano, lastricato a cemento ed asfalto, impedisce alla pioggia di infiltrarsi nel terreno cosicché l’acqua, costretta a viaggiare in superficie nelle strade cittadine, si trasforma rapidamente in un fiume in piena per accumulo progressivo ( fenomeno del “Flash flood”).
Mario Giuliacci, docente di Fisica dell’atmosfera all'Università Milano-Bicocca