04/01/2011
Gli auguri dei bambini al parco Trotter di Milano.
«La mia maestra delle elementari mi disse: "Monta sul quell'albero e coglimi due ciliegie". Quando lo seppe la mia mamma, disse: "O chi le ha dato la patente?". Avete dato l'abilitazione a lei e la negate a me che d'albero non gliel'ho mai dato a nessuno in vita mia. Li conosco per nome uno a uno». Così scrivevano in Lettera a una professoressa i ragazzi di don Milani, anno del Signore 1967, delusi da una scuola che escludeva gli ultimi.
Le maestre della scuola elementare Casa del sole, adiacente al Parco Trotter di Milano, invece, hanno insegnato ai loro alunni non solo a rispettare gli alberi, ma anche a chiamarli per nome. Avevano preparato con loro i cartelli per nominare ogni specie a una a una, perché il parco Trotter è un parco didattico e fino alle 16.30 è chiuso al pubblico per restare libero per le attività della scuola.
I bambini però avevano fatto di più: per le feste avevano preparato striscioni di auguri nelle tante lingue del loro quartiere e li avevano appesi agli alberi spogli dell'inverno.
Ora www.redattoresociale.it, agenzia che da sempre dà voce a chi ne ha poca nelle nostre città, fa sapere che gli auguri ieri sono stati in parte rimossi: tacciati di "carnevalata" da una guardia ecologica, Umberto Bonora, consigliere di zona 2 della Lega Nord, che ha precisato: «Sugli alberi non si può attaccare nulla. Danni agli alberi non ce ne sono, ma il regolamento è chiaro. Inoltre avranno appoggiato al tronco una scala per mettere le scritte così in alto e anche questo è vietato. Alla scuola invieremo una multa ingente, che ora non siamo ancora in grado di quantificare». L'associazione Amici del Parco Trotter, www.parcotrotter.org, presieduta da Lella Trapella, sta preparando una lettera di denuncia al consiglio di zona, per solidarizzare con la scuola.
Può darsi che non accada nulla, che la multa non arrivi e sarebbe già qualcosa, può darsi che sia stato l'eccesso di zelo di un singolo, ma nessuno dovrebbe permettersi di chiamare carnevalata l'augurio di una classe che prova a metter pace tra le tante istanze contrastanti di un quartiere con tante lingue diverse.
Don Milani che insegnava l'italiano e le altre lingue per abbattere le barriere tra le classi sociali e tra i popoli non avrebbe apprezzato. E neache noi.
Elisa Chiari