L'Unione alla guerra dell'euro

Dieci domande e risposte per capire come nasce la tempesta perfetta della speculazione all'assalto della nostra moneta e quali forze ha messo in campo l'Unione.

09/05/2010
Il ministro spagnolo dell'Economia Elena Salgado e il membro della Commissione Affari monetari olli Rehn annunciano il maxipiano di salvataggio.
Il ministro spagnolo dell'Economia Elena Salgado e il membro della Commissione Affari monetari olli Rehn annunciano il maxipiano di salvataggio.

Per salvare l'euro l'Unione europea e il Fondo Monetario internazionale hanno messo sul piatto una somma colossale: 750 miliardi. Basteranno per arrestare la tempesta che si è abbattuta sui mercati di tutto il mondo? Dieci domande e dieci risposte per capire cosa sta accadendo e quali rischi corre il nostro Paese.

A cosa servono i 750 miliardi messi a disposizione dall'Unione dopo l'accordo in sede Ecofin?
Questa somma, senza precedenti, serve innanzitutto a ridare fiducia ai mercati (che infatti hanno reagito positivamente a questa notizia). la fiducia infatti è ilprincipale motore dell'economia mondiale globalizzata. Gli investitori sanno che i titoli di stato in scadenza, anche quelli classificati come spazzatura, a cominciare da quelli greci, verranno onorati. Una misura necessaria a stabilizzare i mercati e con essi la moneta unica.
Perché la Grecia si ritrova sull'orlo del baratro?

Lo Stato della  Grecia ha vissuto in questi anni largamente al di sopra dei suoi mezzi, aumentando la spesa pubblica a dismisura e nascondendo a Bruxelles i veri parametri del suo rapporto defici/Pil. Si è data una cattiva reputazione sui mercati. Come se un padre di famiglia spendesse molto di più di quanto guadagna, chiedendo continuamente alla banca delle cambiali (che per gli Stati sono i titoli pubblici). Ma i nodi arrivano sempre al pettine. Le agenzie di rating hanno appurato che non è in grado di onorare le scadenze dei titoli emessi per pagare il debito pubblico.I suoi titoli di Stato sono spazzatura. L'alternativa a un mega prestito europeo è il fallimento.

Chi paga il conto della Grecia?

L'Europa sta mettendo a disposizione i 110 miliardi. Altri 30 li verserà il Fondo monetario europeo. L'Inghilterra non vuole pagare e la Germania, soprattutto dopo l'esito delle elezioni di uno dei suoi lander è molto scettica.  Ma c'è anche un conto sociale da pagare per la Grecia come contropartita ai prestiti concessi. Taglio di spese, inasprimento di imposte, disagi, manifestazioni, morti e feriti. Il caso greco è evidente.

Che cosa è successo sui mercati la settimana scorsa?

I mercati non si fidano e questo spiega (in parte)il crollo delle borse della scorsa settimana. Si è insomma creata una crisi di fiducia sulle capacità di tenuta di alcuni Paesi dell'euro.  In caso di volatilità i capitali cercano porti sicuri. Ma c'è un'altra e più consistente ragione. Nei mercati valutari, azionari e obbligazionari si può scommettere sul rialzo ma anche sul ribasso. Gli investitori hanno individuato una o più aree deboli e stanno scommettendo sul loro crollo. Si tratta dei famigerati hedge fund, principalmente. Fondi nati per difendere i portafogli in caso di crisi che si sono evoluti e sono stati soprannominati "le locuste", perchè distruggono tutto ciò che trovano sulla loro strada. E oggi muovono la loro liquidità per scommettere al ribasso sui titoli deboli. Perché nel mondo della finanza c'è una sola regola: guadagnare. Il contagio può estendersi a Portogallo e Spagna. E l'Irlanda sta anche peggio. Questi Stati hanno un rapporto deficit/Pil più sbilanciato del previsto. Occorre dunque un ombrello molto più ampio.

Perché le borse sono state alle corde per giorni?

Innanzi tutto perché non credono al salvataggio greco. E poi perché, come detto,  gli hedge fund hanno scommesso pesantemente sul default di Atene. Sotto attacco ci sono però quasi tutti  i titoli di debito degli Stati Sovrani dell'Eurozona. Ma l'ultima tempesta è partita da Wall Street che giovedì scorso ha innescato il crollo delle borse: Londra, Francoforte, Milano, Parigi hanno bruciato in poche ore quel che avevano accumulato in mesi. Sulle cause stanno indagando le autorità di sorveglianza americane.  Pare che tutto nasca da un ordine di mega vendita dato in automatico che ha scatenato una irrefrenabile corsa al ribasso. Mille punti di Dow Jones persi in un giorno! E pare che la causa di tutto sia un tasto premuto da un trader su un Pc. Ultimamente stanno proliferando le contrattazioni hi tech. L'ordine gira all'infinito finché non è piazzato. Anche a costo di far scendere il prezzo di vendita vicino allo zero. Non si fa in tempo nemmeno a interrompere le contrattazioni per eccesso di rialzo o di ribasso. Le macchine sopra l'uomo. Come in Hal, il computer di 2001 Odissea nella spazio.

E' vero che è l'euro il vero bersaglio di questa gigantesca ondata speculativa?

Potrebbe, e questo spiega il nervosismo dei governanti. Ha detto il finlandese Matti Vanhanen: "Se inizia l'effetto domino nessuna economia si può considerare al sicuro. Debiti, inflazione, euro debole. Lo scenario peggiore prevede la fine dell'unione monetaria. L'euro sarebbe ridimensionato a moneta comune del Nord o dei soli paesi virtuosi: Francia, Germania, Benelux, Austria. Neuro, la chiamano già gli inglesi. Dietro ci sarebbe la sconfitta del progetto europeo di Schuman e De Gasperi. Ma è un'ipotesi molto, ma molto remota allo stato delle cose.

Come reagirà l'Europa agli attacchi speculativi?
Non è ancora certo se la Banca centrale europea sia disposta ad acquistare i titoli di Stato dei Paesi sotto attacco per sedare l'incendio dell'euro e calmierare i mercati. In cambio Francoforte si aspetta un'accelerazione del consolidamento delle finanze pubbliche. Ma in teoria lo statuto della Bce impedisce di acquistare titoli sul mercato primario. "I guai dipendono dalle finanze publiche, non dalla politica monetaria, che funziona" dicono i banchieri di Francoforte. "La Bce non può essere condannata a saldare il conto di governi incapaci". Ma i governi si augurano che all'occorrenza la Bce compri i titoli venendo in soccorso del maxi-paino Ue-Fmi e potrebbero fare la voce grossa come fece a suo tempo Sarkozy.

L'Italia rischia come la Grecia o il Portogallo?

No. Il panico innescato dalle dichiarazioni pessimistiche di Moody's è rientrato.

La lira ci avrebbe salvato da una situazione simile?

Una valuta debole avrebbe creato guai ben peggiori. Lo sa bene Amato, allora presidente del Consiglio, quando nel 1992, sotto un attacco speculativo senza precedenti, fu costretto a svalutare la lira e rastrellare liquidità persino nei conti correnti dei cittadini. L'euro funziona come uno scudo forte che ci mette al riparo dalle fughe di capitali, dall'inflazione (la tassa dei poveri, la chiamano) e da altre sventure economiche.

Quali provvedimenti dovrebbero prendere i risparmiatori?

I più colpiti sono gli investimenti azionari e obbligazionari. Gli esperti suggeriscono di puntare su Paesi solidi (come i bund tedeschi a due anni), su valute sicure o su beni rifugio (ancorati all'oro). Ma forse la cosa migliore, come sempre, inm questi casi, è mantenere i nervi saldi.

 

 

Francesco Anfossi
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati