13/12/2011
Da mesi le indagini confermano che le
famiglie sono a rischio povertà. Sempre
crescente. Al tempo stesso, evidenziano
che senza la coesione delle famiglie, la
crisi sarebbe stata più devastante. Soprattutto
per i giovani senza lavoro. Per gli uomini
e le donne espulsi dal mercato del lavoro,
spesso con figli a carico. Ma anche per le persone
“fragili”, bisognose di cura e assistenza,
senza servizi socio-sanitari adeguati o a costi
sempre maggiori.
Nessuna manovra è equa se non parte
dalla famiglia. A maggior ragione, se le misure
sono così necessarie, anche se dure. La
crisi è grave. L’Europa ci pone vincoli molto
rigidi. La medicina è davvero amara. Per questo
occorreva più coraggio nell’equità. E forte
discontinuità rispetto al passato. Ma anche
un punto di vista nuovo. Far diventare la
famiglia protagonista della sfida per il rilancio
del Paese. E i figli non più fattore di povertà,
ma di ricchezza e crescita.
Le famiglie non sono limoni da spremere.
Come sempre, fino all’ultima goccia. Troppo
semplice. Non occorreva un Governo di tecnici
per farlo. Bastavano “quelli” di prima. La famiglia
è risorsa di sviluppo e rilancio del “sistema
Italia”. La ripresa passa, inevitabilmente,
dalla capacità di un progetto. Da parte
di tutti. La speranza nel futuro riparte dalla
voglia di lavorare, inventare, generare. Una
giovane coppia investe su un figlio, se è considerato
una ricchezza per il Paese.
Ma chi può comprare o ristrutturare una
casa se il poderoso aumento dell’Ici non considera
chi vi abita? Si può ipotizzare una ripresa
dei consumi se alle famiglie non resta
più un euro in tasca? L’aumento dell’Iva e
della benzina colpisce, in modo diretto, le famiglie
e la loro spesa. Lo stesso accanimento
sarebbe stato auspicabile nel colpire altre
“fonti”. Quanto è stato prelevato da quel dieci
per cento della popolazione che possiede il
cinquanta per cento della ricchezza nazionale?
Non si possono chiedere sacrifici alle famiglie
e regalare frequenze televisive, da miliardi
di euro, a Rai e Mediaset.
Dalla “casta”, poi, non è arrivato uno straccio
di buon esempio. I costi della politica sono
intatti. Pari alla vergognosa resistenza dei
parlamentari a fare qualche sacrificio. A rinunciare
ai privilegi. Quasi non fossero loro,
in buona parte, responsabili del dissesto che
scaricano sugli altri.
Manca nella Manovra Monti una visione
innovativa. La capacità di trasformare i vincoli
(interni ed esterni) in una grande opportunità
di rilancio del Paese. Eppure, le imprese
italiane hanno capacità di innovazione
ed eccellenza. I nostri giovani sono creativi e
hanno fantasia come pochi al mondo. Il “made
in Italy” è insuperabile.
Il Paese, però, è alla disperata ricerca di un
solido ancoraggio. La rinascita deve partire
dalla famiglia. Solida roccia e àncora di salvezza.
Purché politica, finanza e imprese
smettano di ignorarla, e la riconoscano e la
sostengano. Nessuno meglio delle famiglie
garantisce solidarietà e coesione tra le generazioni
e nella società.