I Vigili del fuoco e l'inferno d'acqua

Parla uno dei soccorritori. La repentinità della piena, quel muro liquido di fango e detriti, l'angoscia di chi è in pericolo e di chi interviene.

05/11/2011
Vigili del fuoco in azione a Monterosso, il primo a sinistra è l'ingegner Massimo Barboni (foto Luciano Scalettari).
Vigili del fuoco in azione a Monterosso, il primo a sinistra è l'ingegner Massimo Barboni (foto Luciano Scalettari).

Genova, dal nostro inviato

«La piena del Rio Fereggiano è stata incredibilmente repentina. Noi avevamo una squadra sul posto. Erano andati a controllare la situazione e hanno visto l’ondata d’acqua che arrivava. Nel tempo di spostare l’auto per toglierla dalla direttrice della piena si è scatenato il finimondo». A parlare è l’ingegner Massimo Barboni, del dipartimento relazioni esterne dei Vigili del Fuoco. Il 4 novembre era a Genova. Poi si è spostato di nuovo sul fiume Magra, nello Spezzino, dove si sta monitorando per vedere il livello di fiumi e torrenti, specie nelle zone già colpite dall’alluvione del 25 ottobre.

«Siamo accorsi subito», continua, «quando ci hanno avvisato che un gruppo di persone era stato travolto nell’androne di una palazzina. I miei colleghi del gruppo sommozzatori sono arrivati pochi minuti dopo. Purtroppo, cinque persone non erano riuscite a mettersi in salvo. Sono state sbattute dall’acqua nel seminterrato. Le hanno recuperate i nostri. La sesta è stata schiacciata da un’automobile».

- È stato davvero così veloce l’innalzamento della piena? 

«I miei colleghi mi hanno confermato che il muro d’acqua è cresciuto a velocità straordinaria. In pochissimi minuti è successo tutto». 

- Oggi, qual è la situazione a Genova?

 «Stanno curando le ferite. La pioggia di oggi non ha nulla di eclatante. L’unica situazione critica è quella del rio Entella, che risulta essere esondato». 


- E nello Spezzino?

«Il Magra è piuttosto gonfio, ma a un livello non da emergenza. Il Vara, che è un suo affluente, aveva avuto un momento d’allarme, ma che è poi rientrato. Oggi, non abbiamo potuto andare a Vernazza e Monterosso per via del mare agitato: sappiamo che piove, ma la popolazione è stata evacuata e l’acqua scorre tranquillamente. La situazione è sotto controllo. Il maggiore problema, ora, è che il mare non riceve molto. Adesso le criticità sono altrove ».

- In quali zone? 

«La situazione più delicata è quella della zona di Alessandria, dove c’è stata anche un’esondazione. E ci sono alcune zone del Piemonte che sono addirittura a livello di “allerta 3”. Abbiamo dirottato personale in quelle zone. Infine, a Torino i fiumi sono in innalzamento, ma non ci sono emergenze particolari».

Luciano Scalettari
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