L'America celebra la vittoria

Con la celebrazione dell'eliminazione di Bin Laden a Ground Zero l'America si mette alle spalle questo decennio e trova un nuovo slancio per ripartire.

04/05/2011
Un momento del briefing nella "Situation room" alla Casa Bianca durante le fasi del blitz che hanno portato all'eliminazione di Bin Laden.
Un momento del briefing nella "Situation room" alla Casa Bianca durante le fasi del blitz che hanno portato all'eliminazione di Bin Laden.

L'America volta pagina. Tra poche ore, giovedì 5 maggio, Barack Obama celebrerà solennemente la chiusura di questo decennio storico, iniziato l’11 settembre 2001 e segnato da un apparente “scontro di civiltà”. Per l'America è il "12 settembre"
E' come se con l'eliminazione di Osama Bin Laden suggellasse la fine del pericolo islamico. Dopo aver tirato il fiato per dieci anni, può finalmente ripartire. In realtà la storia aveva già cambiato pagina da tempo. Le rivolte del Maghreb, che hanno completamente messo fuori gioco Al Qaeda, dimostrano che il popolo dell’Islam è affamato di democrazia e non di radicalismo o fondamentalismo. E che il radicalismo islamico in fondo, come aveva teorizzato il grande sociologo isareliano Eisenstein, non è altro che una forma moderna e minoritaria di totalitarismo.

Il presidente degli Stati Uniti si recherà a Ground Zero e pronuncerà molto probabilmente un discorso che segnerà un "epoch making", un passaggio della storia. Sarà una sorta di Iwo Jima postmoderna. Obama abbraccerà alcuni parenti delle 2.974. Di queste, 1.113 non sono mai state identificate. Ground Zero, l'area dove sono crollate le torri di quella mattina maledetta, dove hanno perso la vita centinaia di eroici pompieri di New York, è il luogo sacro dove celebrare la vittoria dell’Occidente contro il terrorismo islamico che ha segnato gli anni che ci lasciamo alle spalle.  Dove la rabbia e l’orgoglio hanno unito l’America nel desiderio di giustizia e di rivincita. Obama ha dimostrato di saper proseguire appieno la politica del suo predecessore Bush. Il presidente può davvero scrivere "Mission accomplished", missione compiuta, come fece pretenziosamente Bush all'indomani dell'intervento anglo-americano in Irak, nel 2003.

L'appello di Barack Obama rivolto all’ex presidente di partecipare a questo momento catartico per la storia degli Stati Uniti è stato gentilmente declinato, ma è chiaro che gli Stati Uniti hanno dimostrato una straordinaria unità e una straordinaria forza.
Dall’11 settembre 2001 l'obiettivo principale degli Stati Uniti è stato l'eliminazione di Bin Laden, che con l’attacco alle Torri gemelle e al Pentagono inferse agli Stati Uniti l’equivalente di una Pearl Harbor e spinse il governo di Washington e i suoi alleati a promuovere due guerre, quelle in Afghanistan e in Iraq.

Davanti a Ground Zero Obama dirà alla nazione che il declino americano e il declino dell’Occidente, preconizzato e addirittura assodato da molti, è ancora lontano.



Francesco Anfossi
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Postato da Andrea Annibale il 04/05/2011 16:25

Molti confondo l’America con la Casa Bianca e il popolo americano con i cristiani d’America. La Chiesa cattolica è stata a volta critica a volte favorevole con la politica di Washington ma non è mai venuta meno la simpatia dei cattolici per il popolo americano in quanto tale. I cristiani d’America poi sono nostri fratelli. L’ecumenismo politico e militare c’è già ed è la NATO. Europa ed America devono lavorare sempre di più su reciproche relazioni di amicizia e collaborazione per far fronte alla potenza crescente dei Paesi emergenti non cristiani per stabilire con essi rapporti di amicizia ma anche per far fronte alla crescente competizione strategica ed economica.

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